 JAZZ
RICHARD TABNIK - SOLO
JOURNEY (1990)
RICHARD TABNIK - LIFE
AT THE CORE (1992)
DUANE TATRO - JAZZ
FOR MODERNS (1956)
ART TATUM - THE
TATUM SOLO MASTERPIECES (1953/1955)
ART TAYLOR - TAYLORS
TENORS (1959)
ART TAYLOR - A.T.S
DELIGHT (1960)
CECIL TAYLOR - LOOKING
AHEAD! (1958)
CECIL TAYLOR
- THE WORLD OF CECIL TAYLOR (1960)
Ci guardiamo bene
anche solo dal tentare di descrivere la sibillina poetica
musicale di Cecil Taylor. Pensiamo però che, chi già
possieda un orecchio jazz ma sia
intimidito dal rigore espressivo del grande pianista,
possa comunque accostarsi al suo universo misterioso
provando ad ascoltare questo album. Se nei capolavori
della maturità (Praxis; Indent; Silent
Tongues; Air Above Mountains) il virtuosismo
di Taylor assume la forma di ipnotiche, asfissianti
improvvisazioni prive di supporto ritmico, qui la metrica
ancora decifrabile consente di apprezzare il suo
fraseggio feroce e percussivo senza venirne sopraffatti.
In queste registrazioni (12/13 Ottobre 1960), che
verranno pubblicate a episodi dalla Candid e,
integralmente, in un cofanetto della Mosaic,
leversivo idioma del leader è imbrigliato dallo
squisito interplay con Dennis Charles (batteria), Buell
Neidlinger (contrabbasso) e Archie Shepp (sax tenore).
Inaciditi dal timbro del sassofono, gli arrangiamenti in
quartetto (Air; Lazy Afternoon) generano un
clima che anticipa di qualche anno gli intrugli sonori
degli sperimentatori Blue
Note (Andrew Hill, Bobby Hutcherson, Sam
Rivers, Jackie McLean, Tony Williams etc.).
Daltro canto, la dimensione del trio (This
Nearly Was Mine; Port Of Call; E.B.)
risulta più adatta alle temerarie fughe di Taylor, a
stento tallonato da Charles e Neidlinger. Le performance
solitarie degli anni Settanta porteranno a definitivo
compimento il suo approccio eterodosso alla tastiera. - B.A.
CECIL TAYLOR - NEFERTITI,
THE BEAUTIFUL ONE HAS COME (1962)
CECIL TAYLOR - CONQUISTADOR!
(1966)
CECIL TAYLOR - PRAXIS
(1968) 
CECIL TAYLOR
- NUITS DE LA FONDATION MAEGHT VOL. 1/2/3 (1969)

 Caposaldo del jazz moderno, monumento del
free più autentico e coerente, testo sacro del
patrimonio culturale afro-americano, il concerto di Cecil
Taylor registrato il 29 Luglio 1969 a St. Paul De Vence,
presso Nizza, attende ancora di essere proposto in
unedizione digitale degna di questo nome*.
Allepoca, lavanzatissimo linguaggio del
virtuoso era già definito e, sebbene egli sia rinomato
soprattutto per le vulcaniche performance in solitudine,
lintesa con gli elementi di questa formazione è
davvero eccezionale. La
complessità della sua musica gli ha sempre reso
difficile reperire partner adatti, ma il libero stile di
Andrew Cyrille (batteria) si attaglia efficacemente al
suo approccio al pianoforte, altrettanto percussivo e
brutale, mentre Jimmy Lyons (alto) dimostra di essere uno
dei pochi solisti in grado di venire a capo della sfida
rappresentata da una così infaticabile immissione di
energia. La presenza di un campione
dellavanguardia come Sam
Rivers (tenore, soprano), che di lì a poco
conquisterà Montreux (Streams), appone un
ulteriore sigillo di autorevolezza al contesto. Suddiviso
in tre volumi (il terzo comprende anche un bis),
lalbum consta di un unico, lungo brano intitolato Second
Act Of A, nel corso del quale accade di
tutto: aspre polifonie volte a secernere frammenti
tematici, sanguigne improvvisazioni collettive,
burrascosi fondali ritmici da cui emergono gli assoli,
intensi dialoghi tra i fiati, vertiginose fughe
pianistiche, vocalizzi salmodianti che spezzano il flusso
sonoro, sinistri attimi di calma apparente. In un eccellente saggio scritto per Musica Jazz
(Aprile 1992) e dedicato alle iniziative della Fondation
Maeght, Stefano Zenni compilò una dettagliata cronologia dellesibizione,
descrivendone le fasi minuto per minuto. I muscolosi
fraseggi di Rivers, il timbro gemebondo di Lyons, i
frenetici duetti fra Taylor e Cyrille segnano i passaggi
decisivi di ciascun capitolo, e tuttavia la figura del
leader domina incontrastata. La sua
tecnica straordinaria ha reso impossibile, anche alla
critica più ostile, liquidarlo come un ciarlatano.
Arpeggi che sembrano aprire e chiudere i tasti come una
gigantesca cerniera lampo sono bruscamente contraddetti
da rapidi rimbombi allestremità grave. Lascolto
è impegnativo, a tratti asfissiante, ma regala emozioni
straordinarie. Nellarchivio personale di Rivers è
custodita una rara immagine di
quella notte memorabile. [*La ristampa CD della Jazz
View, lunica pubblicata fino ad oggi, era sciatta
dal punto di vista grafico e masterizzata da vinile.] - B.A. / E.I.J.
CECIL TAYLOR - INDENT
(1973) 
CECIL TAYLOR - SPRING
OF TWO BLUE-JS (1974)
CECIL TAYLOR - SILENT
TONGUES (1974) 
CECIL TAYLOR - AIR
ABOVE MOUNTAINS (1976) 
CECIL TAYLOR - FLY!
FLY! FLY! FLY! FLY! (1980)
CECIL TAYLOR - FOR
OLIM (1986)
DAN TEPFER - FIVE
PEDALS DEEP (2010)
LUIGI TESSAROLLO -
PASSAGE (1992)
LUIGI TESSAROLLO -
SECOND PASSAGE (1995)
LUIGI TESSAROLLO -
SOUL SEASONS (1997)
TOOTS
THIELEMANS - ONLY TRUST YOUR
HEART (1988)
TOOTS
THIELEMANS - FOOTPRINTS (THE
WINDMILLS OF YOUR MIND) (1989)
 Uno
degli ultimi giganti del jazz
suona larmonica a bocca. Non tragga in inganno lo
strumento apparentemente lezioso: Toots Thielemans
fraseggia con la disinvoltura di un Benny
Goodman o di un Charlie
Parker (essendosi per altro esibito con entrambi
avete capito bene, King of Swing e
Bird furono i suoi primi partner eccellenti
nellarco di una carriera incredibile). In Italia
molti lo ricordano alle spalle di Mina durante la
sigla finale del programma MilleLuci (Non
Gioco Più). Per apprezzare lo stile appassionato
ed estroverso della sua arte, queste sedute dei tardi
anni Ottanta sono ideali. Accompagnato da due superbe
sezioni ritmiche sui rispettivi album [Fred Hersch /
Mulgrew Miller (pianoforte), Marc Johnson / Rufus Reid
(contrabbasso), Joey Baron / Lewis Nash (batteria)], il
veterano belga è libero di improvvisare con scioltezza
lungo una manciata di evergreen che assorbono nuova linfa
dallincantevole timbro della Hohner cromatica. Toots
affronta alcuni temi a cappella (Round Midnight,
The Windmills Of Your Mind), altri
sovraincidendosi con la chitarra (Footprints, When
I Fall In Love), ma gli episodi migliori sono gli
splendidi arrangiamenti in quartetto di standard moderni
(Speak No Evil, Three And One, Little
Rootie Tootie), canzoni intramontabili (Estate,
All Of You, If You Could See Me Now, What
Kind Of Fool Am I, Hello, Young Lovers),
pagine classiche (Gymnopedie No.1) e idiomi
tradizionali (C To G Jam Blues). - B.A.
CHARLES TOLLIVER -
THE RINGER (1969)
CHARLES TOLLIVER -
LIVE AT SLUGS VOLUME I / II (1970)

CHARLES TOLLIVER -
MUSIC INC. (1971)
CHARLES TOLLIVER -
IMPACT (1972)
CHARLES TOLLIVER - LIVE
IN TOKYO (1973)

Quando il pensiero
del governo P2 / Ku Klux Klan si fa intollerabile, album
come questo ci restituiscono la speranza in un lieto
evento risolutivo (prostata, ictus, infortunio,
attentato). Dopo aver collaborato ad alcune pregevoli
registrazioni Blue
Note di Jackie McLean (Its Time!; Action;
Jacknife), nel 1971 Charles Tolliver
fonda la Strata-East,
etichetta indipendente concepita per esprimersi in
completa libertà. In occasione della tournée
giapponese, il trombettista arriva a Tokyo accompagnato
da una straordinaria sezione ritmica, comprendente Clint
Houston (contrabbasso), Clifford Barbaro (batteria) e
Stanley Cowell (piano), questultimo partner
prediletto del leader, oltre che sottovalutato
fuoriclasse della tastiera. Ormai in possesso di uno
stile maturo e personale, virtuoso al livello di un Woody Shaw o di un Freddie
Hubbard, arrangiatore in grado di conferire
prospettive orchestrali anche a un semplice quartetto,
Tolliver affinava timbro e fraseggio dibattendosi entro i
confini dellarmonia, pur senza mai oltrepassarli.
Se Drought contiene uno dei suoi assoli migliori,
Effi è un quasi-standard in ¾ firmato dal pianista,
mentre Stretch antepone una lunga introduzione del
contrabbasso alla fuga della tromba. Truth e Round
Midnight testimoniano la confidenza del gruppo anche
con ballad e testi sacri. Altrettanto raccomandabili le
performance di Tolliver e Cowell pubblicate nei due
volumi Live At Slugs. - B.A. /
E.I.J.
CHARLES TOLLIVER -
LIVE AT THE LOODSRECHT JAZZ FESTIVAL
(1974)
CHARLES TOLLIVER -
IMPACT (1975)
CHARLES TOLLIVER -
NEW TOLLIVER (COMPASSION) (1977)
GIOVANNI TOMMASO -
VIA G.T. (1986)
DAVID TORN - CLOUD
ABOUT MERCURY (1986)
NELLO TOSCANO /
ENRICO RAVA - WINTER SKY (1994)
RALPH TOWNER
WITH GLEN MOORE - TRIOS, SOLOS (1973)

Lesordio di
Towner con letichetta bavarese profetizza i fasti
di una carriera vissuta allinsegna dellarte
per amore dellarte. Annoverabile tra i classici
della ECM, Trios
/ Solos è a tutti gli effetti un disco degli Oregon, anche se
pubblicato con una diversa intestazione per non violare
il contratto esclusivo con la Vanguard.
Linedita fusione di ingredienti jazz,
residui accademici e aromi orientali fermenta su due
splendidi pezzi in trio: Brujo, ¾ di Oregon col leader
accompagnato da Glen Moore (contrabbasso) e Collin Walcott
(tabla); Ravens Wood, bucolico tema esposto
dalloboe di Paul McCandless
e ripreso anni dopo sullo stupendo Violin. Ma il
talento del chitarrista risalta anche su alcune
memorabili fughe solitarie: Winter Light, melodia
crepuscolare che ispirerà il titolo dellomonimo
album in quartetto (Winter Light); Re: Person I
Knew, sublime pagina di Bill Evans riletta
sovraincidendo chitarra e piano; 1 x 12 e
Suite: 3 x 12, plastiche evoluzioni con la dodici
corde acustica; Reach Me, Friend, toccante
dissolvenza sottolineata da unevocativa eco latina.
Dati i tempi, è possibile che qualcuno ancora non
conosca Ralph
Towner: i novizi partano da qui
non si
fermeranno più. - B.A.
RALPH TOWNER - DIARY
(1973) 
RALPH TOWNER - SOLSTICE
(1974) 
RALPH TOWNER - SOUND
AND SHADOWS (1977) 
RALPH TOWNER - BATIK
(1978) 
RALPH TOWNER
- SOLO CONCERT
(1979) 
Una delle molteplici
intuizioni geniali che hanno consacrato listinto di
Manfred
Eicher fu quella di produrre questo disco per Ralph Towner. Già
fondatore e leader degli Oregon, oltre che
veterano della ECM,
Towner non aveva ancora inciso un album per sola chitarra
e i successivi, clamorosi exploit su CD (Ana; Anthem;
Time Line) derivano tutti da questo capolavoro,
registrato nel 1979 a Monaco e Zurigo. Saldamente
ancorato allo spirito del jazz,
più che al suo idioma, Ralph si esprime in un stile del
tutto inedito, adottando le forme dellaccademia per
assaporare lebbrezza dellimprovvisazione.
Personale anche nella scelta degli strumenti, il
chitarrista affianca alla Elliott
classica una Guild 12 corde per alternare preziose
esecuzioni cameristiche (Chelsea Courtyard) e
avvolgenti rapsodie dal retrogusto folk (Spirit Lake;
Train Of Thought; Zoetrope). Da un plastico
viluppo di accordi e fraseggi affiora limmortale
tema di Nardis, standard davisiano di cui Towner
offre un arrangiamento atipico e sublime. Ralphs
Piano Waltz e Timeless vengono riprese dal
repertorio del collega John
Abercrombie, ed entrambe magistralmente riassunte in
chiave acustica e complementare rispetto alle originali
versioni in trio con Jan Hammer e Jack DeJohnette (Timeless).
Gli educatissimi spettatori svizzeri e tedeschi
applaudono composti solo dopo le ultime note di ciascun
brano, preservando così lintegrità della musica
per la gioia dei posteri. - B.A.
RALPH TOWNER - OLD
FRIENDS, NEW FRIENDS (1979)
RALPH TOWNER
- BLUE SUN (1983)
RALPH
TOWNER - CITY OF EYES (1990)
RALPH TOWNER
- OPEN LETTER (1991)
Dopo i
capolavori degli anni Settanta (Diary, Sargasso Sea, Matchbook, Solstice,
Sound And Shadows, Batik, Solo Concert), ancora
sostenuto dalla munifica sagacia dellECM, Ralph Towner si
concentra sugli arrangiamenti variando le formazioni e
ricorrendo alla tecnologia.
Blue Sun - Il seguito ideale di Diary -
esordio individuale* per letichetta tedesca - in
cui il titolare, come allora, suona e sovraincide in
solitudine, aggiungendo alla dotazione del 1973 corno,
cornetta
e sintetizzatore. Il progetto espressivo di Towner
consiste nel tessere complesse trame sonore con chitarre
e pianoforte, aggiungendovi poi rifiniture biologiche
(fiati, percussioni) o artificiali (Prophet-5).
Lesito è immancabilmente eccelso e passa dalla
drammatica solennità dellintroduttiva Blue Sun,
ai due saggi accademici di Mevlana Etude
e The Prince And The Sage, al gioco di prestigio
per tastiere di C.T. Kangaroo, fino alla splendida
trilogia acquatica del finale (Wedding Of
The Streams, Shadow Fountain, Rumours Of
Rain).
City Of Eyes - Se Blue Sun si ispirava al
manifesto programmatico di Diary, City Of Eyes
richiama la formula strumentale di Old Friends, New
Friends, con la sola differenza
delloboe e del corno inglese di Paul
McCandless che sostituiscono il violoncello di David
Darling. Oltre a metà degli Oregon
(Towner/McCandless), il nuovo quintetto schiera Gary
Peacock (contrabbasso), Markus
Stockhausen (tromba) e Jerry Granelli
(batteria), per un collettivo in grado di allestire le
raffinate combinazioni timbriche di Cascades, Tundra
e, in trio, Far Cry, Sustained Release.
Memorabile il prologo per sola chitarra classica - Jamaica
Stopover - in cui, fin dal titolo, Ralph celebra
lisola caraibica adattando gli studi di
conservatorio a un impeccabile ritmo in levare. Non
mancano altre pregiate esecuzioni per 6 (Les Douzilles,
Janet, Blue Gown) e 12 (Sipping The Past)
corde.
Open Letter - Per le
sedute del 1991 Towner accantona il pianoforte e
imbraccia le chitarre - di lì a poco riserverà loro ben
tre album in esclusiva (Ana, Anthem, Time
Line) - decorando le uscite in assolo con sobrie
guarnizioni elettroniche o alternandole a immaginifici
duetti con Peter
Erskine. Il mirabile connubio di virtuosismo tecnico
e doti comunicative risalta nel geniale tema glissato
di The Sigh, nellabbinamento tra suoni
sintetici e naturali di Alar, nelle piroette
acustiche di Wistful Thinking e Short n
Stout, nelle straordinarie interpretazioni di
standard come Waltz For Debby e I Fall In Love
Too Easily. Lintesa telepatica tra il leader
degli Oregon e
il batterista dei Weather
Report si apprezza sui liberi dialoghi di Adrift
e Infection, nel cantabile refrain di Magic
Pouch, sulle atmosfere terzomondiste
di Magnolia Island e Nightfall. Con
rispetto parlando, chiunque abbia accostato lopera
di Ralph Towner
a new age
o world
music - anche a beneficio di una sintesi
divulgativa - non va preso sul serio. Questo è jazz, certo originale, ma senza
dubbio equiparabile alle registrazioni di un qualsiasi
grande improvvisatore. [P.S. - 1) *Trios/Solos era a
tutti gli effetti un disco degli Oregon. 2) Oltre
a David
Darling, nei rispettivi ruoli la formazione
comprendeva Eddie
Gomez (contrabbasso), Kenny
Wheeler (tromba/flicorno) e Michael
Di Pasqua (batteria).] - B.A.
RALPH TOWNER
- LOST AND FOUND (1995)
Anche se solo per
pochi brani - purtroppo - Ralph Towner
recupera la formula strumentale dei Solstice, con cui
aveva inciso per lECM i meravigliosi Solstice
e Sound And Shadows: un quartetto acustico in cui,
però, il tradizionale ruolo del pianoforte è affidato
alle chitarre (classica e 12 corde). Se le fondamenta
degli arrangiamenti poggiano sulla solida sezione ritmica
composta da Marc Johnson (contrabbasso) e Jon
Christensen (batteria), il fattore sorpresa è
offerto dal carneade Denney Goodhew, fiatista su cui
anche in rete è difficile trovare informazioni precise:
le sue ance (sax soprano/baritono, clarinetto basso) si
attagliano perfettamente allestetica del titolare,
certo votata allimprovvisazione - elemento
indispensabile perché una qualsiasi musica possa dirsi jazz - ma rivolta ben oltre
langusto ambito del mainstream
e disposta a correre i rischi espressivi derivanti
dallincontro con laccademia. La scaletta si
divide in superbi saggi individuali di Towner (Harbringer,
Mon Enfant, A Breath Away, Tattler, Scrimshaw),
preziose miniature in duo (Trill Ride, Summers
End, Moonless), splendide esecuzioni del
collettivo in cui svettano gli interventi di Goodhew (Élan
Vital, Flying Cows, Taxis Waiting)
e rarefatte parentesi pseudo-ambient (Col
Legno, Soft Landing, Midnight Blue ... Red
Shift, Sco Cone): solo la pleonastica presenza
di queste ultime impedisce al disco di assurgere al rango
di capolavoro. - B.A.
RALPH TOWNER - ANA
(1996)
RALPH TOWNER - ANTHEM
(2000)
RALPH TOWNER - TIME
LINE (2006)
RALPH TOWNER
/ GARY BURTON - MATCHBOOK (1974) 
Dal 1969 a oggi
Manfred Eicher ha prodotto una serie ininterrotta di
capolavori, viziandoci con leccellenza pressoché
costante del catalogo ECM. Il colpo di
genio del grande discografico tedesco, stavolta, consiste
nel propiziare lincontro tra un poeta della
chitarra e un virtuoso del vibrafono: esaltate dalla
perfetta acustica dello studio Bauer, le rispettive voci
strumentali di Ralph
Towner e Gary
Burton si fondono in una prodigiosa simbiosi
espressiva. Con unimprovvisazione lucida e
raziocinante, Burton irrompe nellatmosfera fiabesca
di Drifting Petals, melodia crepuscolare che
lanno dopo Towner registrerà anche in quartetto
sullo splendido Solstice. Il duttile suono del
nylon adorna larrangiamento di Some Other Time,
incantevole standard tratto dal musical On The Town. Dal proprio
prezioso archivio Towner rilegge Icarus, Aurora
e Song For A Friend, tre pagine già pubblicate da
solo (Diary) e con gli Oregon (Distant
Hills): le nuove versioni acquisiscono una seducente
forma cameristica grazie allintesa stabilita tra i
due fuoriclasse. Sullincipit di Matchbook,
Towner fissa un astuccio di fiammiferi al ponte della 6
corde classica (prassi nota a chi abbia assistito a un
suo concerto), ottenendo un suono sordo, secco, che
imprime un forte impeto percussivo
allaccompagnamento: ne sortisce uno strepitoso
duello a colpi di assoli. La magistrale interpretazione
di Goodbye Pork Pie Hat è antitetica (Guild
12-string vs. Les Paul) ma complementare alla cover di
Jeff Beck (Wired) e,
insieme a quella, la più fedele allomelia funebre
che Charles Mingus dedicò a Lester Young. A titolo di
curiosità, segnaliamo una bizzarra analogia tra le
copertine degli album Matchbook e One On One: il
parallelo consente di apprezzare le differenze tra
progetti affini, concepiti da connazionali americani ma
realizzati in continenti diversi (Europa / U.S.A.). - B.A.
RALPH TOWNER /
GARY BURTON - SLIDE SHOW (1985)

RALPH TOWNER /
GARY PEACOCK - ORACLE (1993)
RALPH TOWNER /
GARY PEACOCK - A CLOSER VIEW (1995)
RALPH TOWNER /
PAOLO FRESU - CHIAROSCURO (2008)
SALVATORE
TRANCHINI - RADIO SUITE (1996)
GIANLUIGI TROVESI
- BAGHÈT (1978)
GIANLUIGI TROVESI
- DANCES (1985)
GIANLUIGI TROVESI
- FROM G TO G (1992)

GIANLUIGI TROVESI
/ GIANCARLO SCHIAFFINI / FULVIO MARAS - LET
(1992)
GIANLUIGI TROVESI
- LES HOMMES ARMÉS
(1996)
GIANLUIGI TROVESI
- DEDALO (2001)
GIANLUIGI TROVESI
- FUGACE (2003)
STANLEY TURRENTINE
- LOOK OUT! (1960)
STANLEY TURRENTINE
- JUBILEE SHOUT!!! (1962)
STANLEY TURRENTINE
- JOYRIDE (1965)
DICK TWARDZIK - 1954
IMPROVISATIONS (1954)
29th STREET
SAXOPHONE QUARTET - POINTILLISTIC
GROOVE (1983)
29th STREET
SAXOPHONE QUARTET - WATCH YOUR STEP (1985)
29th STREET
SAXOPHONE QUARTET - THE REAL DEAL (1987)
29th STREET
SAXOPHONE QUARTET - LIVE (1988)
29th STREET
SAXOPHONE QUARTET - MILANO/NEW YORK
BRIDGE (1992/1993)
McCOY TYNER - THE
REAL McCOY (1967) 
McCOY TYNER - TENDER
MOMENTS (1967)
McCOY TYNER - SAHARA
(1972)
McCOY TYNER - SONG
FOR MY LADY (1972)
McCOY TYNER - ECHOES
OF A FRIEND (1972)
McCOY TYNER - ENLIGHTENMENT
(1973)
McCOY TYNER - ATLANTIS
(1974)
McCOY TYNER - TRIDENT
(1977)
McCOY TYNER -
SUPERTRIOS (1977)

Vi piace la formula
strumentale del trio per pianoforte acustico ma, agli
atteggiamenti da primadonna di alcuni virtuosi, preferite
sostanza e concretezza? Interrompete le ricerche. Il
progetto SuperTrios nasce da unidea
dellinfaticabile produttore Orrin
Keepnews. Un doppio album intestato a McCoy Tyner, in cui
il titolare si affida a due diverse sezioni ritmiche, una
per ciascun Long
Playing: sul primo, Ron Carter e Tony
Williams, sullaltro, Eddie Gomez e Jack DeJohnette.
La particolare cifra espressiva del pianista - tecnica
prodigiosa, approccio modale,
afflato percussivo, indole dionisiaca - si dispiega
liberamente grazie al motivato sostegno degli autorevoli
partner (pur avendo le idee chiare in merito, vi
lasceremo maturare senza interferenze la predilezione per
luna o laltra compagine). Un raffronto tra
batteristi consente di apprezzare i rispettivi,
caratteristici stili: una volta impostata la cadenza,
DeJohnette procede come un treno quasi indipendentemente
da Tyner, creando così unefficace, suggestiva
sfasatura musicale; più imprevedibile Williams,
abilissimo nel generare vuoti inattesi pur
mantenendo la scansione senza alcuna défaillance. In
quanto mancino, Tyner frastorna per le doti acrobatiche
della mano destra e, al tempo stesso, chiarisce il
perché delle continue percosse inferte alla tastiera con
la sinistra. Nel dettaglio, se la coppia dei veterani
davisiani brilla alle prese con grandi compositori {Antônio
Carlos Jobim [Wave (Vou Te Contar)], Thelonius
Monk (I Mean You), John
Coltrane (Moments Notice)}, il secondo
tandem propulsivo esalta i magnifici pezzi originali del
leader (Hymn-Song, Consensus, Blues For
Ball). Dal suo capolavoro Blue Note inciso in
quartetto con Joe
Henderson - The Real McCoy - Tyner recupera un
paio di classici di cui propone nuove, superbe versioni
senza sax: Blues On The Corner con Carter e
Williams, Four By Five con Gomez e DeJohnette.
Splendide le interpretazioni degli standard
ellingtoniani: Prelude To A Kiss diventa un
sublime duetto Tyner/Carter, mentre Lush
Life evoca la cover che lo stesso McCoy incise
nel 1963, accompagnando insieme a Coltrane il cantante Johnny
Hartman (John Coltrane And Johnny Hartman). - B.A.
McCOY TYNER - PASSION
DANCE (1978)
McCOY TYNER - COUNTERPOINTS
(1978)
McCOY TYNER - TOGETHER
(1978)
McCOY TYNER - QUARTETS
4x4 (1980)
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