JAZZ
TED NASH - STILL EVOLVED (2003) TED NASH - LA ESPADA DE LA NOCHE (2005) TED NASH - IN THE LOOP (2006) TED NASH - THE MANCINI PROJECT (2008) OLIVER NELSON - THE BLUES AND THE ABSTRACT TRUTH (1961) I critici più conformisti lo considerano solo un bel disco. In realtà, insieme ad altri tesori sepolti - Blue Serge, Music For Prancing, Disposability, Cool Struttin, Know What I Mean?, Rights Of Swing, For Real!, Whistle Stop etc. - The Blues And The Abstract Truth attende ancora di essere scoperto e promosso come merita (nel nostro piccolo, da tempo lo ospitiamo nella sezione FOREVER YOUNG). Come quegli chef capaci di preparare le pietanze più squisite partendo da ingredienti genuini ma poveri, Nelson plasma la materia prima del blues combinandola col DNA di I Got Rhythm, fino a ottenere prelibate partiture per la sua mini-orchestra che, nella circostanza, mette quasi soggezione: accanto al leader, valente sassofonista e raffinato compositore, sfilano fuoriclasse del calibro di Eric Dolphy, Bill Evans, Freddie Hubbard, Paul Chambers, Roy Haynes. Sottoposta alle manipolazioni armoniche di Nelson, la primordiale semplicità del linguaggio impiegato eccita linventiva dei solisti. Pagina nobile della letteratura jazz, Stolen Moments catturò linteresse di personaggi reciprocamente agli antipodi come Frank Zappa, che ne incluse una versione stupenda nel suo Broadway The Hard Way, e Mark Murphy, che aggiunse le parole alla melodia per farne la title-track del suo album omonimo (Stolen Moments). Larrangiamento in 16 battute - derivato dalla struttura di un blues in Do minore - si sviluppa sugli spettacolari assoli di Hubbard (tromba), Dolphy (flauto), Nelson (tenore) ed Evans (pianoforte). Con la sua contagiosa allegria da rodeo, Hoe-Down precorre linterpretazione progressive che Emerson, Lake & Palmer (Trilogy) riserveranno allopera di Aaron Copland. Le variazioni sul tema proseguono ininterrotte con il confronto tra lo straziante contralto di Dolphy (Butch And Butch; Yearnin; Teenies Blues) e le voci levigate degli altri strumenti (Cascades). Dopo quasi mezzo secolo, le alchimie tecniche di Rudy Van Gelder garantiscono una qualità sonora ancora attualissima. - B.A. OLIVER NELSON WITH ERIC DOLPHY - STRAIGHT AHEAD (1961) Il materiale raccolto in Straight Ahead può considerarsi una sorta di prolungamento del famoso The Blues And The Abstract Truth, inciso per la Impulse sei giorni prima. Vi brillano le originali doti compositive di Oliver Nelson e quella sua squisita arte di arrangiare, che ha il suo esempio migliore in Ralphs New Blues, con una spettacolare improvvisazione di Dolphy al clarinetto basso. - Pino Candini Contiene la versione originale di 111-44, un vibrante tema bop di cui Phil Woods incise uninfuocata versione con il quintetto comprendente Tom Harrell (Gratitude). - B.A. OLIVER NELSON - MORE BLUES AND THE ABSTRACT TRUTH (1964) STEVE NELSON - COMMUNICATIONS (1989) NEW YORK ART QUARTET - NEW YORK ART QUARTET (1964) Esponente storico dellavanguardia, Roswell Rudd ha reintrodotto nelluso del trombone alcune risorse timbriche sacrificate dal be-bop sullaltare dellagilità, restituendo lo strumento allantica truculenza. Nel grande ed effimero New York Art Quartet, che Rudd diresse insieme a John Tchicai (alto), la sua tecnica bandistica e vocalizzante è impegnata nellintrecciare serrate polifonie con le linee saltellanti e angolose del sassofono. In Rosmosis, la più bella esecuzione del gruppo, le lunghe frasi di Rudd gettano un ponte tra blues tradizionale e free jazz. Grazie al magnifico Milford Graves (batteria), la musica è tessuta in un libero contrappunto, elastico ma ordinato. - E.I.J. NEW YORK ART QUARTET - MOHAWK (1965) NEXUS - URBAN SHOUT (1988) HERBIE NICHOLS - THE COMPLETE BLUE NOTE RECORDINGS OF HERBIE NICHOLS (1955/1956) HERBIE NICHOLS PROJECT - LOVE IS PROXIMITY (1997) HERBIE NICHOLS PROJECT - Dr. CYCLOPS DREAM (2000) HERBIE NICHOLS PROJECT - STRANGE CITY (2001) PHIL NIMMONS - VINTAGE NIMMONS N NINE CBC AIR CHECKS 59-64 (1959/1964) MIKE NOCK - IN OUT AND AROUND (1978) MIKE NOCK - ONDAS (1981) CHERRY/REDMAN/HADEN/BLACKWELL - OLD AND NEW DREAMS (1976) [BLACK SAINT] CHERRY/REDMAN/HADEN/BLACKWELL - OLD AND NEW DREAMS (1979) [ECM] ONE FOR ALL - OPTIMISM (1998) ONE FOR ALL - UPWARD AND ONWARD (1999) ONE FOR ALL - THE LONG HAUL (2000) ONE FOR ALL - THE END OF A LOVE AFFAIR (2001) ONE FOR ALL - NO PROBLEM (2003) ONE FOR ALL - WIDE HORIZONS (2003) ONE FOR ALL - BLUESLIKE (2004) ONE FOR ALL - KILLER JOE (2005) ONE FOR ALL - THE LINEUP (2006) ONE FOR ALL - WHATS GOING ON? (2007) ONE FOR ALL - RETURN OF THE LINEUP (2008) MIKE OSBORNE - BORDERCROSSING (1974) ROBERTO OTTAVIANO / ARRIGO CAPPELLETTI - SAMADHI (1986) ROBERTO OTTAVIANO - SOTTO IL SOLE GIAGUARO (1989) Un altro capolavoro da parte di un artista incapace di registrare album men che stupendi. A proprio agio nel contesto del quartetto con piano - ottimo per valorizzare tanto il virtuosismo tecnico quanto lautorevolezza organizzativa - Roberto Ottaviano ribadisce lassoluta eccellenza del jazz italiano ispirandosi al titolo della celebre opera incompiuta di Italo Calvino. Gli egregi collaboratori reclutati dal fuoriclasse barese - Stefano Battaglia (pianoforte), Piero Leveratto (contrabbasso), Ettore Fioravanti (batteria) - avvolgono i sinuosi fraseggi del sax soprano in un tessuto strumentale dalla trama larga ma salda: spazio a volontà per improvvisare, impeccabile scansione ritmica, straordinaria intesa collettiva. Lo squisito ingegno melodico di Ottaviano si dispiega lungo lintera scaletta del Long Playing, tutta a sua firma, di cui per pura predilezione personale segnaliamo i tempi più dinamici (Sotto Il Sole Giaguaro, Chiles En Nogada, Feu De Gui, Freaks). Ledizione CD, peraltro scandalosamente fuori catalogo dal 1989, aggiunge tre pezzi dapprima esclusi dal vinile, composti da Battaglia, Leveratto e Fioravanti, tra i quali spicca la superba Memories Memories del contrabbassista. Per letichetta Splasc(H), il medesimo combo inciderà laltrettanto bello Above Us. - B.A. ROBERTO OTTAVIANO - ABOVE US (1990) ROBERTO OTTAVIANO / SIX MOBILES - PORTRAIT IN SIX COLORS (1988) ROBERTO OTTAVIANO / SIX MOBILES - ITEMS FROM THE OLD EARTH (1990) Dopo
lincontrastato regno di Steve Lacy,
lo scettro internazionale dello straight horn
passa con naturalezza nelle mani di Roberto
Ottaviano, a ulteriore conferma dei traguardi
raggiunti dal nostro jazz. Uno dei
progetti più riusciti del fuoriclasse pugliese è il
sestetto di soli fiati con cui ha inciso due capolavori
per la Splasc(H). I Six
Mobiles si distinguono da altre formazioni analoghe (World
Saxophone Quartet, ROVA,
29th
Street Saxophone Quartet etc.) per linconsueto
organico strumentale, comprendente ance e ottoni
riconducibili allaccademia [Roberto
Ottaviano (sax soprano), Mario Arcari (oboe, corno
inglese), Sandro
Cerino (clarinetto, clarinetto basso, flauto), Martin
Mayes (corno
francese), Fiorenzo
Gualandris (tuba), Luca
Bonvini o Roberto Rossi (trombone)]. ROBERTO OTTAVIANO - OTTO (1991) ROBERTO OTTAVIANO - HYBRID AND HOT (1995) ROBERTO OTTAVIANO - POW WOW (2003) ED PALERMO - ED PALERMO (PAPIER MACHE) (1982) ED PALERMO - PING PONG (1987) ED PALERMO - THE
ED PALERMO
BIG BAND Come accaduto per molti fuoriclasse che hanno precorso i tempi con opere violentemente anti-sistema, anche larte di Frank Zappa è interessata da una lenta, tardiva ma inesorabile riscoperta. Tra le diverse incisioni discografiche dedicate al repertorio zappiano da interpreti valenti e prestigiosi (Tankio Band, Ensemble Modern, Omnibus Wind Ensemble, Ensemble Ambrosius etc.), quella di Ed Palermo si distingue per un obliquo approccio post-jazz, peraltro aderente allo spirito con cui Zappa stesso aveva già stravolto il genere (Hot Rats; Waka/Jawaka; The Grand Wazoo) e, negli ultimi anni, rivisitato alcuni dei propri capolavori (Make A Jazz Noise Here). Il successo delloperazione condotta da Palermo dipende anche dal livello dei solisti coinvolti, nel cui novero spiccano virtuosi ed ex-discepoli come David Samuels (marimba / vibrafono), Mike Stern e Mike Keneally (chitarra), Bob Mintzer e Chris Potter (sax tenore). Dallimponente catalogo del compositore americano Palermo sceglie alcune pagine che potrebbero rappresentare una credibile antologia sia per ladepto sia per il novizio: Peaches En Regalia (Hot Rats) e Sofa (One Size Fits All) sanciscono il proprio status di classici, trovando nuovo vigore nei sontuosi arrangiamenti della big band. Gli echi rinascimentali di Toads Of The Short Forest (Weasels Ripped My Flesh), Twenty Small Cigars (Chungas Revenge) e Aybe Sea / Inca Roads (Burnt Weeny Sandwich; One Size Fits All), sono esaltati dagli splendidi impasti di clavicembalo, vibrafono, ance e ottoni: Keneally ripercorre le orme del Maestro sui celebri accordi (Do Lidio, La Dorico) che ispirarono la trilogia di Shut Up n Play Yer Guitar. Lineffabile originalità melodica di King Kong (Uncle Meat) scatena un veemente assolo di Mintzer, mentre Stern dilaga sulle storiche partiture di Who Are The Brain Police? / Holiday In Berlin (Freak Out! / Burnt Weeny Sandwich) e The Little House I Used To Live In / Mother People (Burnt Weeny Sandwich / Were Only In It For The Money). La sezione fiati piroetta sui medley di Heavy Duty Judy / The Grand Wazoo (Shut Up n Play Yer Guitar / The Grand Wazoo) e Waka/Jawaka / Son Of Orange County (Waka/Jawaka; Roxy & Elsewhere), traducendo in serrate polifonie orchestrali riff elettrici, frammenti di suite e versi cantati. La registrazione non filtrata conferisce unespressiva sonorità live alla batteria di Ray Marchica. Dopo la scomparsa di Zappa il mondo non si è più ripreso (si pensi solo allavvento dei neo-con, degli atei devoti e dei riformatori liberali): ecco perché il lavoro di Ed Palermo è coraggioso, meritorio, inestimabile. - B.A. ED PALERMO - TAKE YOUR CLOTHES OFF WHEN YOU DANCE (2006) ED PALERMO - EDDY LOVES FRANK (2009) Foste
in procinto di partire per mari o monti, sappiate che con
due soli CD in valigia riuscirete a coprire lintero
fabbisogno di musica delle vacanze. Dopo il primo,
entusiasmante omaggio al repertorio di Frank Zappa (The Ed Palermo Big Band
Plays The Music Of Frank Zappa), Ed Palermo
approda alla dinamica Cuneiform,
che gli produce un sensazionale bis discografico. EVAN PARKER / DEREK BAILEY / HAN BENNINK - THE TOPOGRAPHY OF THE LUNGS (1970) EVAN PARKER - SAXOPHONE SOLOS (1975) EVAN PARKER - MONOCEROS (1978) EVAN PARKER - SIX OF ONE (1980) EVAN PARKER - THE SNAKE DECIDES (1986) EVAN PARKER - CONIC SECTIONS (1989) EVAN PARKER - PROCESS AND REALITY (1991) EVAN PARKER - THE AYES HAVE IT (1991) EVAN PARKER - CHICAGO SOLO (1995) EVAN PARKER - STRINGS WITH EVAN PARKER (2000) EVAN PARKER - LINES BURNT IN LIGHT (2001) EVAN PARKER / GEORGE LEWIS - FROM SAXOPHONE AND TROMBONE (1980) La ristampa PSI presenta i due magistrali improvvisatori in un mood particolarmente meditativo. Solo di rado, e per brevi momenti, Parker irrompe con il suo tipico stile e anche in quei casi Lewis mantiene un fraseggio ritmicamente pacato ma carico di raffinati effetti tecnici - note doppie e triple, armonici, soffiati e attacchi percussivi - portando lo strumento puramente acustico a suonare spesso come lelettronica cui successivamente si è dedicato. Il sassofonista conduce il gioco ma i commenti del trombone condizionano dallinterno lo sviluppo dei brani. Nelle note interne Parker afferma: The music here was composed by improvising. Quasi un album di free form ballads, con alcuni momenti di grande suggestione. - Francesco Martinelli Prodotto da Dave Holland. Il grande bassista sapeva investire con accortezza i profitti derivanti dalla lucrosa attività per la ECM. - B.A. EVAN PARKER / DEREK BAILEY - THE LONDON CONCERT (1975) EVAN PARKER / DEREK BAILEY - COMPATIBLES (1985) EVAN PARKER / PAUL LYTTON - COLLECTIVE CALLS (1972) EVAN PARKER / PAUL LYTTON - THREE OTHER STORIES (1971/1974) EVAN PARKER / PAUL LYTTON - TWO OCTOBERS (1972/1975) EVAN PARKER / PAUL LYTTON - AT THE UNITY THEATRE (1975) PARKER / LYTTON / RUTHERFORD / SCHNEIDER - WATERLOO 1985 (1985) EVAN PARKER / BARRY GUY / PAUL LYTTON - AT THE VORTEX (1996) (1996) EVAN PARKER / BARRY GUY / PAUL LYTTON - AT LES INSTANTS CHAVIRÉS (1997) PARKER / LACY / COXHILL - THE THREE BLOKES AND OTHER STROKES (1992) EVAN PARKER / HAN BENNINK - THE GRASS IS GREENER (2002) EVAN PARKER / ALEXANDER VON SCHLIPPENBACH / PAUL LYTTON - AMERICA 2003 EVAN PARKER / STAN TRACEY - SUSPENSIONS AND ANTICIPATIONS (2003) EVAN PARKER / STAN TRACEY - CREVULATIONS (2004) EVAN PARKER (FOXES FOX) - NAAN TSO (2004) MATTHEW PARRISH - CIRCLES (2000) Tra i solisti più
interessanti emersi in questo primo scorcio del terzo
millennio, un posto di rilievo spetta senzaltro a Joel Frahm,
improvvisatore del quale abbiamo già segnalato
lottimo esordio per la Palmetto (Sorry, No Decaf). Prima
ancora, Frahm si era messo in luce su due notevoli album
del batterista Matt
Wilson (Going Once, Going Twice; Smile), diventando poi
leader autorevole e session-man ambito. Nelle due sedute
in esame - Circles, Little
Black Bird - il suo sax è indiscusso e
apprezzato protagonista. ALAN PASQUA - MILAGRO (1993) ALAN PASQUA - DEDICATIONS (1996) JOHN PATITUCCI - NOW (1998) BIG JOHN PATTON - ALONG CAME JOHN (1963) BIG JOHN PATTON - THE WAY I FEEL (1964) BIG JOHN PATTON - OH BABY! (1965) BOBBY VINCE PAUNETTO - PAUNETTOS POINT (1974) BOBBY VINCE PAUNETTO - COMMIT TO MEMORY (1976) BOBBY VINCE PAUNETTO - COMPOSER IN PUBLIC (1996) BOBBY VINCE PAUNETTO - RECONSTITUTED (1999) PEACOCK / FRISELL - JUST SO HAPPENS (1994) DUKE PEARSON - WAHOO! (1964) CLARENCE PENN - PENNS LANDING (1996) PEOPLE BAND - PEOPLE BAND 69/70 (1969/1970) ART PEPPER - SURF RIDE (1953) ART PEPPER / WARNE
MARSH - ART PEPPER WITH WARNE MARSH ART PEPPER - THE ARTISTRY OF PEPPER (1956/1957) ART PEPPER -
THE COMPLETE ART PEPPER ALADDIN RECORDINGS VOL. 1 ART PEPPER -
THE COMPLETE ART PEPPER ALADDIN RECORDINGS VOL. 2 ART PEPPER - THE
COMPLETE ART PEPPER ALADDIN RECORDINGS VOL. 3 ART PEPPER - ART PEPPER MEETS THE RHYTHM SECTION (1957) ART PEPPER + ELEVEN - MODERN JAZZ CLASSICS (1959) ART PEPPER - GETTIN TOGETHER! (1960) ART PEPPER - SMACK UP (1960) Uno dei maggiori altoisti emersi dopo Charlie Parker, sul piano di un Lee Konitz o di un Phil Woods, ma è molto meno noto di loro per ragioni extra-musicali. Prima del lungo oblio causato da droga, malattie e arresti, Art Pepper riuscì a incidere una nutrita serie di capolavori: dalle collaborazioni con Chet Baker (Playboys; The Route) e Warne Marsh (The Way It Was!) agli incontri con la sezione ritmica di Miles Davis (Art Pepper Meets The Rhythm Section) e la big band di Marty Paich (Modern Jazz Classics) fino alle sublimi sedute per la defunta etichetta Aladdin ripubblicate dalla Blue Note su tre CD (The Complete Art Pepper Aladdin Recordings). Tra i classici di quella stagione felice e proficua va sicuramente annoverato anche Smack Up, splendido paradigma dello stile West Coast. Insieme a Jack Sheldon (tromba), Pete Jolly (piano), Jimmy Bond (contrabbasso) e Frank Butler (batteria), il sassofonista interpreta un pugno di composizioni scelte nel repertorio di stimati colleghi di scuderia. Scoperta in un eccellente album di Harold Land (Harold In The Land Of Jazz), la title-track è uneuforica, contagiosa fuga swing che spreme a fondo le risorse dei solisti. La stessa esaltante atmosfera, caratteristica del jazz californiano, si respira su A Bit Of Basie, affettuosa dedica alluomo di Red Bank firmata da Buddy Collette. Un altro gigante appena scritturato da Lester Koenig - Benny Carter (Jazz Giant) - è responsabile dello spartito di How Can You Lose, che dimostra come Pepper si trovasse a proprio agio anche in contesti più tradizionali. La sorpresa arriva dal carneade Duane Tatro: sepolta nel suo Jazz For Moderns, disco interessante ma oscuro, Maybe Next Year è una sofisticata ballad in cui landatura esitante del tema diffonde unambigua, struggente mestizia. Per ammissione dello stesso Art: Its really a strange tune. It wasnt easy to play. But the more you hear it the more logical and inevitable the chord structure sounds.. Tears Inside è un blues di Ornette Coleman tratto dal suo secondo e migliore microsolco Contemporary (Tomorrow Is The Question!): Pepper ha il merito di coglierne il potere eversivo molto prima che Pat Metheny (Rejoicing) e Nick Brignola (On A Different Level) ne facciano uno standard post-free. Las Cuevas De Mario, di Art, e Solid Citizens, del tenorista Jack Montrose, sebbene trascurabili sotto il profilo melodico, sono tuttavia funzionali alle improvvisazioni del quintetto. Duttile ed elegante la tecnica percussiva di Butler. Disinvolta la voce strumentale di Sheldon, spesso smorzata dalla sordina. Contraddistinto da un eloquio scorrevole e da un timbro gemebondo, il fraseggio di Pepper è abilmente in equilibrio sul filo del rasoio, tra forma ed emozione pura. - B.A. / E.I.J. ART PEPPER - INTENSITY (1960) ART PEPPER - LIVING LEGEND (1975) Il ritorno di Art Pepper dopo quindici anni di supplizi trascorsi tra carcere e sanatorio ci consegna un uomo molto cambiato: limpietosa foto di copertina soppianta gli scatti cool di William Claxton con un ex-galeotto tatuato che ricorda il Robert De Niro di Cape Fear. Eppure, come per miracolo, il talento del sassofonista rimane intatto. Il merito di questa seconda vita artistica si deve al produttore Lester Koenig che, determinato a recuperare il fuoriclasse della Contemporary dopo la disintossicazione, gli affianca tre colleghi a loro volta distintisi nei rispettivi strumenti durante la stagione doro del jazz californiano: Hampton Hawes (pianoforte), Charlie Haden (contrabbasso), Shelly Manne (batteria). Sorretto da partner impeccabili, il rinomato timbro del sax alto, al tempo stesso lieve e penetrante, risalta sulle oscillazioni swing di Ophelia e Mr. Yohe. Le virtù espressive di Pepper (maestria ritmica, fraseggio fulmineo, immaginazione inesauribile) appaiono integre, ma ad esse si aggiunge una nota di dolente mestizia, forse ispirata dalle sofferte vicende personali, che permea di straordinaria intensità le due ballad (Heres That Rainy Day, Lost Life). Album indispensabile, se si possiedono già i super-classici (The Way It Was!; The Complete Art Pepper Aladdin Recordings; Art Pepper Meets The Rhythm Section; Modern Jazz Classics; Gettin Together!; Smack Up). Per saperne di più sul personaggio, si raccomandano la tormentata autobiografia (Straight Life) e lomonimo film ispirato alla sua vita. - B.A. ART PEPPER - THE TRIP (1976) ART PEPPER - NO LIMIT (1977) ART PEPPER - THE COMPLETE VILLAGE VANGUARD SESSIONS (1977) ART PEPPER - AMONG FRIENDS (1978) ART PEPPER - THE COMPLETE GALAXY RECORDINGS (1977/1982) BILL PERKINS & RICHIE KAMUCA - TENORS HEAD-ON (1956) RICH PERRY - TO START AGAIN (1993) RICH PERRY - BEAUTIFUL LOVE (1994) RICH PERRY - WHAT IS THIS? (1995) RICH PERRY - LEFT ALONE (1997) RICH PERRY - SO IN LOVE (1997) RICH PERRY - DOXY (1998) RICH PERRY - O GRANDE AMOR (1999) RICH PERRY / LEE KONITZ - RICHLEE! (1999) ED PETERSEN - UPWARD SPIRAL (1989) ED PETERSEN - THE HAINT (1994) ED PETERSEN / VON FREEMAN - VON & ED (1998) OSCAR PETERSON - EXCLUSIVELY FOR MY FRIENDS (1963/1968) GIANLUCA PETRELLA - STRADE (2001) GIANLUCA PETRELLA - X-RAY (2001) GIANLUCA PETRELLA - INDIGO 4 (2005) Nel 2001 - a colpo
secco con un quasi esordio, essendo X-Ray
successivo allottimo Strade, che però era
cointestato ad altri colleghi - Gianluca
Petrella se ne esce con un capolavoro
meravigliosamente prodotto dalla Auand*, imponendosi come
fuoriclasse internazionale e suscitando allistante
le attenzioni della Blue
Note, con la quale registra poco dopo
laltrettanto bello Indigo 4, inciso con lo
stesso tipo di organico, a cui peraltro neanche mancherà
leffetto sorpresa, ivi rappresentato dagli squisiti
effetti speciali elettronici aggiunti agli arrangiamenti.
Si trattava di un tipo di formazione - ancia, trombone,
ritmi - quasi priva di precedenti, se si eccettuano
alcuni episodi isolati [lo splendido lavoro a tema di Bennie
Wallace (Bennie Wallace Plays Monk), un
magnifico volume Splasc(H) di Pietro
Tonolo (Slowly), alcuni titoli free di
Evan
Parker (4, 4, 4 - Hook, Drift & Shuffle
- Waterloo 1985) o, risalendo indietro negli anni,
i classici di Steve Lacy
(School Days) e Roswell
Rudd (New York Art
Quartet)]. UMBERTO PETRIN - MONKS WORLD (1997) BARRE PHILLIPS - MOUNTAINSCAPES (1976) ENRICO PIERANUNZI - NEW LANDS (1984) ENRICO PIERANUNZI - SPECIAL ENCOUNTER (2003) ENZO PIETROPAOLI - ORANGE PARK (1989) CHRIS POTTER - PRESENTING CHRIS POTTER (1992) CHRIS POTTER - SUNDIATA (1993) CHRIS POTTER - CONCENTRIC CIRCLES (1993) CHRIS POTTER - PURE (1994) CHRIS POTTER - UNSPOKEN (1997) CHRIS POTTER - VERTIGO (1998) CHRIS POTTER - THIS WILL BE (2000) CHRIS POTTER - THE SIRENS (2011) BOBBY PREVITE - JUST ADD WATER ... (2001) BOBBY PREVITE - COUNTERCLOCKWISE (2003) DON PULLEN / MILFORD GRAVES - IN CONCERT (1966) DON PULLEN / MILFORD GRAVES - NOMMO (1966) DON PULLEN / MILFORD GRAVES - IN CONCERT (1966) La collaborazione tra Milford Graves (batteria) e Don Pullen (pianoforte) nacque nel quartetto del sassofonista Giuseppi Logan e, in seguito, si sviluppò in duetti di stupefacente libertà dialogica. I due album registrati dal vivo allUniversità di Yale, sulletichetta privata della coppia (Nommo; In Concert), sono tra i classici della free music. Le improvvisazioni si intersecano e divergono in un flusso ininterrotto, che muta continuamente direzione. La varietà di risorse della tavolozza di Pullen è sorprendente, al pari della complessità e dellinventiva inesausta che lo sorreggono. Dopo essersi creato una reputazione pressoché leggendaria, Pullen sparì dalla circolazione. Chiamato nel nuovo quintetto di Charles Mingus (Changes One; Changes Two), egli riapparve svelando uninattesa confidenza con le forme tradizionali del jazz. - E.I.J. DON PULLEN - SOLO PIANO ALBUM (1975) DON PULLEN - HEALING FORCE (1975) DON PULLEN / SAM RIVERS - CAPRICORN RISING (1976) DON PULLEN - EVIDENCE OF THINGS UNSEEN (1983) DON PULLEN - DON PULLEN PLAYS MONK (1984) DON PULLEN / GARY PEACOCK / TONY WILLIAMS - NEW BEGINNINGS (1988) DON PULLEN / JAMES GENUS / LEWIS NASH - RANDOM THOUGHTS (1990) QUATTROQUINTI - QUATTROQUINTI (1997) IKE QUEBEC - HEAVY SOUL (1961) IKE QUEBEC - EASY LIVING (1962) |
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