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 The BEATLES
BEATLES - PLEASE
PLEASE ME (1963)
BEATLES - WITH
THE BEATLES (1963)
BEATLES - A
HARD DAYS NIGHT (1964)
BEATLES - BEATLES
FOR SALE (1964)
BEATLES - HELP!
(1965)
BEATLES - RUBBER
SOUL (1965)
 È tale la
sostanza del lavoro, che entriamo ormai in un territorio
in cui le note critiche hanno un valore quasi
esclusivamente soggettivo. - [Roy Carr / Tony Tyler]
Sedotti dal soul, affascinati dal folk americano, incuriositi (è
improprio parlare di influenza) da artisti
come Dylan, Byrds e Beach Boys, in realtà i Beatles
stavano spiccando il volo verso vette inaccessibili per
chiunque altro. I vertiginosi saliscendi armonici, la
capricciosa pulsazione ritmica, i provocanti doppi sensi
erotici scanditi dal mitico beep beep yeah fanno di Drive
My Car linno della liberazione sessuale con tre
anni di anticipo sul '68. Solo un poeta come Lennon
poteva usare titoli impegnativi come Love, Woman,
Girl senza inciampare nella retorica: incorniciato
da un sobrio arrangiamento acustico, il suo ritratto di
ragazza è un ambiguo miscuglio di misoginia
e trasporto emotivo. Con Norwegian Wood (This Bird Has
Flown) John esorcizza il senso di colpa per
unavventura extra-coniugale, sostenuto dal magico
controcanto di Paul e dal sitar di George, che proprio
allora iniziava ad armeggiare con lo strumento indiano.
Lincontenibile ispirazione di Lennon trova sfogo
nellapatia esistenziale di un cinico Nowhere Man,
simbolo avvilente delluomo moderno, senza ideali,
senza sogni, senza progetti: 40 anni dopo, quel vuoto
pneumatico è diventato il tragico epitaffio
dellOccidente. La sfida di bravura tra Paul e John
culmina in classici come Michelle, sublime melodia
carezzata dalletereo soffio del coro, e In My
Life, con le sue toccanti riflessioni sulla vita e il
finto assolo di clavicembalo ottenuto da
George Martin raddoppiando la velocità del pianoforte.
Oltre a rifinire tutto lalbum con superlativi
interventi alla chitarra, Harrison propone la sua
migliore canzone fino a quel momento - If I Needed
Someone - il cui ingegnoso tema a tre voci è
sorretto dallo squillante arpeggio della Rickenbacker. Anche i brani meno noti come Think For
Yourself di George, Wait di John, You
Wont See Me e Im Looking Through You
di Paul, evidenziano uno straordinario talento musicale e
uno spessore lirico sorprendente per ragazzi allora poco
più che ventenni. Proprio quel sereno distacco nei
confronti di fama e ricchezza consentirà ai Beatles di
superare indenni gli eccessi degli anni Sessanta. Come
usava allepoca, il singolo venne pubblicato
separatamente dal Long Playing, pur facendo parte a tutti
gli effetti delle session di Rubber Soul.
Sua Altezza Otis Redding interpretò Day
Tripper sostituendo lepico riff elettrico con
una deflagrante sezione fiati. Condotta dal suggestivo
suono dellarmonium, We Can Work It Out
accostava la fiduciosa strofa di Paul a uno scettico
ritornello in ¾ di John, creando così un coinvolgente
effetto drammatico (Chaka Khan ne renderà una splendida
versione nel suo What
Cha Gonna Do For Me). Giustamente
etichettato con due lati A, Day Tripper
/ We Can Work It Out rimane uno dei più grandi 45
giri della storia. [P.S. - Sotto la guida di Todd
Rundgren, gli Utopia hanno ricreato in vitro cloni
geneticamente modificati di Michelle e
Day Tripper (Deface
The Music).] - B.A.
BEATLES - REVOLVER
(1966)
 Come è stato possibile? Cioè, come ha
potuto un uomo di appena 24 anni concepire un così
evocativo affresco su temi gravosi quali solitudine,
abbandono e morte, musicandolo poi sulle eterne note di Eleanor
Rigby?
quei cori immacolati, il doppio
quartetto darchi che scandisce il tempo e quella
voce giovanile ma così matura che declama lo straziante
interrogativo
all the lonely people, where do they all come from?
[
] where do they all belong?
basterebbero a fare di Revolver il più grande
album di tutti i tempi. Ma, come noto, cè di più
perché McCartney firma anche due delle sue ballad
più ispirate, una per pianoforte (For No One*),
laltra per chitarra (Here, There And Everywhere),
di cui ricordiamo almeno le interpretazioni di Emmylou
Harris e Kenny
Loggins: un amore che si spegne (
no sign of love behind the tears
cried for no one
) e un altro che arde
ancora (
I want her
everywhere, and if shes beside me I know I need
never care
) offrono lo spunto per
imperiture opere darte in cui brillano,
rispettivamente, lassolo di corno
di Alan
Civil e le sublimi armonie vocali di Paul, John e
George. Anchessa siglata da Sir Paul, Good Day
Sunshine è la prima di una serie di marcette
cantabili ma geniali, caratteristiche dellautore,
che proseguirà con With A Little Help From My Friends,
Getting Better (Sgt. Pepper's Lonely Hearts
Club Band), Your Mother Should Know (Magical
Mystery Tour), Maxwells Silver Hammer (Abbey Road) e il cui
filo rosso si dipanerà fino a The
Things We Do For Love dei 10cc
(Deceptive Bends).
La squisita cifra soul di Got
To Get You Into My Life - volutamente messa in
rilievo da unesplosiva sezione fiati - attira
lattenzione di Thelma
Houston (Ive Got The Music In Me) e Blood,
Sweat & Tears (New City), poco prima che
gli Earth,
Wind & Fire ne immortalino la melodia con uno
spettacolare arrangiamento funk (1978). A sua volta,
Lennon redige tre memorabili manifesti elettrici con She
Said She Said, fantasia psichedelica elaborata dopo
un party acido con Peter
Fonda in quel di Beverly Hills, And Your Bird Can
Sing, spettacolare riff allinsegna di una
proverbiale schiettezza lirica, Doctor Robert,
ritratto di uno strambo medico in grado di curare
chiunque con un solo sorso dalla sua special cup
Le
sonnolente atmosfere di Im Only Sleeping
torneranno nel mood analogo di Im So Tired (The Beatles), ponendo
le basi ideali per il militante pacifista responsabile di
clamorosi bed-in
contro tutte le guerre.  Oltre a rappresentare il corrispettivo
stilistico di John alla personalissima Eleanor Rigby
di Paul, lepilogo del disco segna un momento
cruciale della storia del rock: in
un tripudio di effetti speciali (Flanger, ADT
etc.), sitar
distorti, nastri magnetici riprodotti al contrario, voci
stravolte dal Leslie,
citazioni dal Libro
Tibetano dei Morti suggerite da Timothy
Leary -
turn
off your mind, relax and float down stream
- e un sacrilego ritmo afro, Tomorrow
Never Knows annichilisce la spensieratezza degli anni
Sessanta, scardina ogni prassi della tecnologia audio,
anticipa il progressive ancora
in embrione, rende superflua lesistenza stessa
della new
wave, colloca i Beatles in
unaltra dimensione creativa rispetto al resto del
mondo. Harrison sopravvive alla sfida con la coppia
Lennon/McCartney piazzando in scaletta due delle sue
canzoni migliori, almeno fino a quel momento, entrambe
trainate dalla fragorosa Epiphone
Casino: lingordo esattore fiscale descritto su Taxman
parodiava il primo ministro Harold
Wilson, enunciando un inquietante
and youre working for
no one but me
; I Want To Tell You
denuncia i limiti della comunicazione orale,
sottolineandoli con un bizzoso accordo del piano
acustico. Cantata da Ringo, Yellow Submarine si
evolverà da popolare filastrocca per bambini a delizioso
lungometraggio animato. Il singolo - secondo la
consuetudine dellepoca escluso dal Long Playing -
recava come sempre un capolavoro per lato: 1) Paperback
Writer, storia di un aspirante saggista narrata da
Paul tra fenomenali cori alla Beach Boys;
2) Rain, allucinogena ode alla pioggia scritta da
John, di cui Todd
Rundgren inciderà una sorprendente copia carbone su Faithful. [P.S. - Emmylou
Harris (*Pieces Of The Sky, Elite
Hotel); Kenny
Loggins (Alive)] - B.A.
BEATLES - SGT.
PEPPERS LONELY HEARTS CLUB
BAND (1967)
BEATLES - MAGICAL
MYSTERY TOUR (1967)
BEATLES - THE
BEATLES (WHITE
ALBUM) (1968)
 In molti hanno tentato di spiegare il
mistero Beatles. Tra le tante
ipotesi formulate nel corso degli anni, una ci pare più
equilibrata, sobria e convincente delle altre: John,
Paul, George e Ringo erano quattro emissari di
unevolutissima civiltà aliena scesi sulla Terra a
portare la felicità. Il che ci risparmia lonere di
trovare un barboso antefatto giornalistico al Doppio Bianco. Dunque,
i Beatles. Nel 1968. Le
aspettative più caute lasciavano presagire una pagina
fondamentale della storia umana. Così fu. Accantonato il
rutilante cromatismo di Sgt. Peppers Lonely
Hearts Club Band e Magical Mystery Tour,
dietro laustero involucro della copertina candida
si celava la quintessenza del rock
come lo conosciamo oggi. Forti dei mezzi economici messi
a disposizione dalla EMI, sorretti dalla perizia tecnica
degli ingegneri di Abbey Road, liberi da vincoli
espressivi di sorta, i quattro erano pressoché
onnipotenti e in grado di trasformare in musica qualsiasi
idea. A bordo del jet supersonico che annuncia Back In
The U.S.S.R., Paul e John si svincolano dalla
paranoia della guerra fredda levando una
travolgente ode boogie-surf alle gioie della vita in
Unione Sovietica, vista dallottica privilegiata di
un compagno che se la spassa tra ucraine e
moscovite. Nel 1979 Elton John ne fece il clou dei suoi
celebri concerti oltre cortina insieme a Ray Cooper. I
ricordi del soggiorno in India affiorano su due
capolavori di Lennon: Dear Prudence, affettuosa
dedica alla sorella di Mia Farrow, Prudence, incorniciata
in un suggestivo arpeggio elettrico che ispirerà i 10cc per Feel The Benefit (Deceptive Bends); Sexy
Sadie, brillante refrain che dietro il pentagramma
nasconde un ritratto al vetriolo del Maharishi Mahesh
Yogi, il santone conosciuto a Ryshikesh per
smascherare il quale a John bastarono pochi minuti. Glass
Onion alimenta le congetture sui testi dei Beatles con una serie di
enigmatiche auto-citazioni (Strawberry Fields Forever;
I Am The Walrus; Lady Madonna; The Fool
On The Hill; Fixing A Hole). Con The
Continuing Story Of Bungalow Bill e Happiness Is A
Warm Gun, lindole pacifista di Lennon inquadra
due bersagli ideali: un cacciatore pusillanime e una
congrega di fanatici associati sotto le insegne
dellAmerican Rifle Association (il memorabile
documentario di Michael Moore - Bowling For Columbine
- farà conoscere al mondo i principî morali di quei
gentiluomini). Soverchiato dalla coppia Lennon/McCartney,
George Harrison doveva sfruttare
a fondo i pochi spazi a disposizione per esprimere il
proprio talento di autore: While My Guitar Gently
Weeps si impose immediatamente come una delle più
belle canzoni di tutti i tempi, ripresa nel corso degli
anni da Kenny Rankin, Jeff Healey e Toto. La versione
originale vanta un epico assolo di Eric Slow
Hand Clapton, prossimo a cadere vittima della
stessa donna - Patti Layla Boyd - che proprio
allora stava spezzando il cuore di George. Ancora di
Harrison, Piggies genera un efficace contrasto tra
la misantropia delle liriche e latmosfera
cameristica suggerita dal clavicembalo. Prodigiosa
invenzione di McCartney, Martha My Dear si
sviluppa su una sequenza di note captata in qualche
galassia remota, mentre nellarco di 2 minuti e 28
secondi accade di tutto: un impeccabile piano vaudeville
introduce le parole, a loro volta doppiate da una piccola
sezione archi; impostato il falsetto, Paul dialoga col
timbro grave della tuba, per poi abbandonarsi a una
sorprendente fuga soul-swing; linterludio
charleston tramuta lo stupore in ebbrezza, un attimo
prima che la sublime melodia ritorni sul finale. Im
So Tired ripropone lindolenza come antidoto ai
problemi del mondo, tema caro a Lennon sin dai tempi di Im
Only Sleeping (Revolver)
e spinto alle estreme conseguenze col clamoroso bed-in
allHilton di Amsterdam (Marzo 1969). Larte di
McCartney risalta su due geniali miniature acustiche:
intesa da alcuni come un omaggio al movimento delle Black
Panthers, Blackbird verrà interpretata da Kenny Rankin (Silver
Morning), Crosby, Stills & Nash (Allies) e
Bobby McFerrin (The Voice); i versi bucolici di Mother
Natures Son, sottolineati da una fine partitura
per ottoni, sembravano scritti apposta per il poeta del
Colorado, John Denver, che ne registrò
unincantevole cover su Rocky Mountain High.
Col suo profumo di reggae e un ritornello infallibile, Ob-La-Di,
Ob-La-Da si installerà nellimmaginario
collettivo accanto a motivetti di dominio universale come
Yellow Submarine e Love Me Do. Eseguita dal
solo John con voce e chitarra, Julia è
unintensa dichiarazione damore per la madre
perduta troppo presto, una lacuna affettiva appena
colmata dalla forte personalità di Yoko Ono (
ocean child
). Nella sua semplicità e concisione, I
Will sintetizza linnata attitudine di McCartney
a ottenere meraviglie anche col minimo indispensabile: il
ritmo scandito dai bonghi e il basso
onomatopeico (dum
dum dum) ne fanno una serenata di incomparabile
spontaneità, nonostante le 67 take impiegate per
raggiungere la perfezione. Il gusto di Paul per il
pastiche nostalgico, già confessato con When Im
Sixty-Four (Sgt. Peppers Lonely Hearts Club
Band), ritornava su Rocky Raccoon, scanzonato
racconto western, e su Honey Pie, stupenda parodia
dellera del muto e dei 78 giri: nel
1975 You Gave Me The Answer (Venus
And Mars) avrebbe completato il poker. Squassata
da deflagranti riff elettrici, Birthday è una
poderosa, irresistibile, attualissima party-song. Con Yer
Blues Lennon irrideva alla sua maniera personaggi
allora in voga come come Graham Bond e John Mayall. Cry
Baby Cry è unambigua filastrocca di John, in
coda alla quale venne aggiunta, forse perché altrettanto
misteriosa, unidea incompiuta di Paul (can you take me back where I came
from, can you take me back?). Momento storico e
titolo evocativo conferivano a Revolution un
valore speciale, al punto che i Beatles ne incisero due
arrangiamenti diversi: il primo (Revolution 1),
presente nel disco, era un blues alquanto elaborato e
mostrava Lennon ancora indeciso sulla posizione da
assumere (
dont
you know that you can count me out
in
);
il secondo (Revolution), più duro, aggressivo e
adatto al messaggio, verrà pubblicato sul retro del
singolo Hey Jude, ma quel in provocatorio nel frattempo
era sparito. Tre passaggi, in particolare - «if you want money for people with
minds that hate, all I can tell you is brother, you
have to wait», «you say you got a real solution, well, you
know wed all love to see the plan» e «if you go carrying pictures of
Chairman Mao, you aint going to make it with anyone
anyhow» - indicavano unistintiva lucidità
politica. I Beatles erano
rinomati per concludere gli album con una mossa a
sorpresa (Tomorrow Never Knows; A Day In The
Life; All You Need Is Love): rifinita da
George Martin con una sontuosa orchestrazione degna di
Gordon Jenkins, cantata in stile crooner da
Ringo e composta, a dispetto delle apparenze, da John
invece che da Paul, Good Night era una romantica
ballad arricchita dal solenne coro dei Mike Sammes
Singers. Con lintuito dello specialista, Johnny
Mandel ne colse il mood natalizio e la fece interpretare
ai Manhattan Transfer nel loro splendido The Christmas
Album. [P.S. - HEY
JUDE / REVOLUTION - Fedeli a una prassi
consueta allepoca, i Beatles escludevano dagli
album ufficiali i brani pubblicati sui singoli. I casi
più eclatanti furono We Can Work It Out / Day
Tripper (Rubber Soul),
Paperback Writer / Rain (Revolver) e Strawberry
Fields Forever / Penny Lane (Sgt. Peppers
Lonely Hearts Club Band). Anche Hey Jude,
sebbene incisa durante le sofferte session di The
Beatles, fin dal suo concepimento era destinata al
formato 45 r.p.m. - Pochi mesi prima, Jimmy Webb aveva
infranto il muro dei tre minuti regolamentari
con MacArthur Park, ambiziosa mini-suite che,
affidata allugola shakespeariana di Richard Harris
(A Tramp Shining),
volò in cima alla classifica U.S.A. - I Beatles, antesignani nella
violazione dei tabù stilistici, risposero alla
stimolante sfida dellautore americano
con una ballad acustica, piano e chitarra, espansa fino
alla durata di 708 grazie alla lunga coda
orchestrale su cui dilagava il celeberrimo nah, nah, nah, nah, nah, nah, nah.
Il successo planetario, la purezza della melodia,
lintensità delle parole, la sentita
interpretazione di Paul, le soavi armonie gospel, il
maestoso coro finale e lindimenticabile
video girato da Michael Lindsay-Hogg negli
studi Twickenham fecero di Hey Jude qualcosa di
più di una semplice canzone: era la fine degli anni
Sessanta trasfigurata in unopera darte, un
inconsapevole addio ai sogni e allinnocenza, un
inno generazionale che preludeva allimpegno
politico, ai conflitti sociali, ai tormenti interiori, ai
rimpianti e alla rabbia del decennio successivo. Sul lato
B (si fa per dire) la versione hard di Revolution,
anchessa immortalata in uno splendido filmato dello
stesso regista.] - B.A.
BEATLES - YELLOW
SUBMARINE (1968)
BEATLES - ABBEY
ROAD (1969)
Appena sedotto il mondo con i
miracoli sonori e poetici del Doppio Bianco, i
Beatles tornano esibendo un look di cui
nessunissimo stilista saprà mai, neanche lontanamente,
riprodurre la classe, la personalità, la naturalezza,
leleganza. Immortalati da Iain MacMillan in una
foto assurta a icona dei tempi moderni, con quei volti
esplosi (secondo la vivida espressione usata
da Michele Serra per descrivere i giovani del 68) e
pressoché irriconoscibili rispetto a poche stagioni
prima, i quattro dettavano la linea con ogni gesto, ogni
dichiarazione, ogni iniziativa, senza mai senza mai
perdere i contatti con lattualità. Dunque, come
interpretare lo spirito di quegli anni formidabili? Quasi
ovvio: continuando a scrivere e registrare le più belle
canzoni mai udite sul pianeta. Ormai fuso in
ununica entità con lamata Yoko, John propone
le idee più sovversive del disco: il riff
onomatopeico di Come Together* si anima di vita
propria, riducendo ad anticaglia lintero decennio
ancora in corso; i quasi otto minuti di I Want You
(Shes So Heavy) si articolano lungo una
travolgente rapsodia rock gravida
dinquietudine e passione; le immacolate armonie
vocali di Because ispireranno Queen e 10cc, offrendo un prezioso spunto
anche a Stanley Jordan, che ne seppe scovare il recondito
potenziale jazz (Standards
Volume 1). Sul secondo lato dellalbum, Lennon
alterna lidolenza hippy di Sun King al
brillante schizzo di Mean Mr. Mustard. Abbey
Road contiene due delle tre migliori pagine firmate
da Harrison (la terza è While My Guitar Gently Weeps):
nonostante gli abusi perpetrati a suoi danni dalla
pubblicità, larpeggio acustico di Here Comes
The Sun diverrà un inno universale alla gioia di
vivere; Something*
limperituro refrain della chitarra, la superba
orchestrazione di George Martin, quelle meravigliose
parole damore, un assolo divino, Sinatra la inciderà due volte [28
ottobre 1970 (Lenny Hayton), 3 Dicembre 1979 (Nelson
Riddle / Vinnie Falcone)]
cè altro da
aggiungere? Per tenere testa a tanta inventiva, Paul
dovette superarsi. Il suo vituperato gusto vaudeville
affiora su Maxwells Silver Hammer, bizzarro
ritratto di un omicida psicopatico, e su Octopuss
Garden, filastrocca cantata da Ringo ma
indiscutibilmente concepita con un piccolo aiuto
degli amici. Il lampo del genio risplende su Oh!
Darling, sublime ballata gospel in cui McCartney
incendia la propria laringe. In preda a un impeto
creativo forse accentuato dalladdio imminente, Paul
trascorse parecchie ore da solo negli studi EMI. Suonando
quasi tutti gli strumenti, egli consegna
alleternità due classici (You Never Give Me
Your Money; She Came In Through The Bathroom
Window) e arrangia magistralmente il medley Golden
Slumbers / Carry That Weight / The End:
«
and in the end, the
love you take is equal to the love you make
».
La struggente, degna conclusione di una vicenda artistica
e umana irripetibile. [P.S. - *Segnando una svolta
rispetto ai celeberrimi precedenti (We Can Work It Out
/ Day Tripper; Paperback Writer / Rain;
Strawberry Fields Forever / Penny Lane; Hey
Jude / Revolution), il 45 giri Come
Together / Something comprendeva brani tratti dal
Long Playing.] - B.A.
BEATLES - LET
IT BE
(1970)
 As a
16mm cinéma vérité of four rock musicians
in a studio jamming a bit, trying to get their music
together, clowning and rapping a little, and finally
doing a brief concert, Let It Be is a relatively
innocuous, unimaginative piece of film. But the musicians
are the Beatles. - Variety
Il titolo del progetto avrebbe dovuto
essere Get Back, in riferimento a un agognato
ritorno alla spontaneità delle origini che
Paul vedeva come possibile antidoto alla crisi, ormai
irrimediabile. Si spiega così il recupero di un vecchia
canzone come One After 909 - provata in studio il
5 Marzo 1963, ma rimasta inedita - e la scelta di
registrare gran parte del materiale dal vivo. Le
appassionate performance di Ive Got A Feeling
e Dig A Pony, le 12 battute rivisitate
da George per For You Blue, leccezionale
duetto tra il piano elettrico di Billy Preston e la
Epiphone di John su Get Back, le voci armonizzate
sulla ballata country Two Of Us, con un testo che
fa riferimento al sodalizio - logoro ma profondo - tra
Lennon e McCartney (
you and I have memories longer than the road that
stretches out ahead
): tutto concorreva a
creare lauspicato effetto verità. Con
un intervento allora considerato sacrilego, Phil Spector
rifinì gli scarni arrangiamenti con ampollose
sovraincisioni orchestrali. A giudicare dagli esiti
artistici - I Me Mine (titolo che Harrison avrebbe
ripreso per la propria sofferta autobiografia), Across
The Universe, Let It Be, The Long And
Winding Road - le critiche rivolte alla produzione di
Spector appaiono del tutto immotivate. John e George la
pensavano allo stesso modo, se è vero che reclutarono
ancora il maestro americano rispettivamente per Imagine
e All Things Must Pass. Esclusa dallalbum,
ma presente nelle riprese del regista Michael
Lindsay-Hogg, Dont Let Me Down fu eseguita
sia in sala che durante lo storico concerto
sul tetto della Apple Corps: una ballad sublime in cui le
parole damore dedicate a Yoko Ono hanno la forza di
un sentimento universale. Anche Randy Crawford
(Everything Must Change) e Phoebe Snow (It
Looks Like Snow) vollero interpretare il capolavoro
soul di John. Domanda:
chi ha bloccato la pubblicazione del film fino ai giorni
nostri, mai distribuito né in VHS né in DVD? In assenza
di altri indizi, i sospetti sembrano convergere su
qualche yuppie strafatto di cocaina che lavora per la
EMI. Noi, pazientemente, continuiamo ad aspettare. [P.S.
- 1) Sulla title-track lassolo di George è in più
in evidenza rispetto al missaggio usato per il 45 giri,
successivamente incluso nel CD Past Masters - Volume
Two. 2) La versione di Get Back pubblicata sul
singolo, anchessa contenuta in Past Masters -
Volume Two, ha una coda che nel LP venne rimossa. 3)
Per ricostruire tutti i dettagli della vicenda sono
fondamentali i libri The Complete Beatles Recording
Sessions e The Complete Beatles Chronicle,
entrambi di Mark Lewisohn. 4) Almeno tre cover da
ricordare: The Long And Winding Road di Cher (Half-Breed), One After 909
di Helen Reddy (Well Sing In The Sunshine), Across
The Universe di David Bowie (Young Americans).
5) Come era giusto che accadesse, Let It Be vinse
lOscar nel 1970, per la categoria Original
Song Score. 6) Nel 2003 è stata pubblicata una
versione del disco priva dei ritocchi di Spector (Let
It Be
Naked).] - B.A.
BEATLES - PAST
MASTERS, VOLUME ONE (1962/1965)
BEATLES - PAST
MASTERS, VOLUME TWO (1965/1970)
ANTOLOGIE
BEATLES - 1962-1966
(1962/1966)
BEATLES - 1967-1970
(1967/1970)

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