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 A.O.R.
ERIC TAGG - SMILIN
MEMORIES (1975)
ERIC TAGG - RENDEZ-VOUS
(1977)
ERIC TAGG - DREAMWALKIN
(1982)
Eric Tagg
ha conservato una sua personale cifra stilistica, pur
restando organico al mainstream dellAdult
Contemporary. Una proficua permanenza nella band di Lee
Ritenour e la passione per la musica brasiliana lo hanno
spinto a ricercare una maggiore libertà espressiva, e
persino melodica, nei confronti del clan che fa
riferimento a David Foster e Jay Graydon, due
personalità che hanno fatto grande questo genere ma che
talvolta hanno omogeneizzato e reso quasi indistinguibili
le proprie produzioni (beninteso, sempre a un livello
eccelso). Ricordate la consuetudine di scegliere il brano
migliore per far ascoltare ai vostri amici un nuovo
disco? In questo caso laccorgimento sarebbe privo
di senso, perché le canzoni sono tutte bellissime. Se Marzipan
e Just Another Dream sono chiaramente ispirate al
miglior Stevie Wonder, dietro la filastrocca rock di Cry
Baby possono celarsi i Beatles, David Paich o i
Supertramp. Letereo tema di Dreamwalkin
aderisce perfettamente al titolo dellalbum. Per
lorecchio più fine, il tocco di Bill Champlin su Promises
Promises è inconfondibile: se possibile, questa
versione supera quella, già notevole, contenuta in Rit/2
di Ritenour. Dotato di un timbro vocale duttile e
affascinante, Tagg è anche un autore di talento: No
One There, A Bigger Love e In The Way
tradiscono la nostalgia dellartista per le
sofisticate atmosfere del soul anni '70. - B.A.
ERIC TAGG - THROUGH
MY EYES (1997)
A distanza di
quindici anni dal bellissimo Dreamwalkin,
Eric Tagg torna a far parlare di sé con un altro lavoro
degno della miglior tradizione A.O.R.
- Interprete prediletto di Lee Ritenour - preziose
le sue performance su Rit e Rit/2 - Tagg
propone dieci brani originali più un re-make, Heaven
Is Ten Zillion Light Years Away di Stevie Wonder,
realizzando un perfetto blending tra pop e
jazz. - Mauro Ronconi
JAMES TAYLOR - WALKING MAN (1974)
JAMES TAYLOR - GREATEST
HITS (1976) 
JAMES TAYLOR - JT (1977)
JAMES TAYLOR - GREATEST
HITS VOLUME 2 (2000)
JAMES TAYLOR - COVERS (2008)
DIANE TELL - CHIMÈRES
(1982)
ALI
THOMSON - DECEPTION IS AN ART (1978)
BLAISE TOSTI - AMERICAN
LOVERS (1980)
TOTO - TOTO (1978)
TOTO - TOTO IV
(1982)
JOHN VALENTI - ANYTHING YOU
WANT (1976)
JOHN VALENTI - I
WONT CHANGE (1981)
RAFE VAN HOY - PRISONER
OF THE SKY (1980)
GINO VANNELLI - CRAZY
LIFE (1973)
Gli elementi
caratteristici della poetica di Gino Vannelli
sono già tutti presenti in questa opera prima. Il forte
senso di appartenenza alla famiglia (Granny Goodbye)
- forse retaggio delle origini italiane - e la maniera di
proporsi come uomo passionale ma fedele (One Woman
Lover) diventeranno temi ricorrenti dei suoi testi.
Le tastiere del fratello Joe e le percussioni sono subito
protagoniste della sua musica, chiaramente ispirata al
jazz, e le sue doti di cantante, già largamente
convincenti, lasciano intravedere un enorme margine di
miglioramento. Non stupisce che Herb Alpert, co-fondatore
della A&M, si convinse immediatamente delle
potenzialità di questo cantautore e lo
incoraggiò a incidere un disco che, per essere un
esordio, è più che un successo e che contiene almeno
due brani che non sfigurano accanto alla produzione più
matura di Vannelli: Crazy Life e Theres
No Time. Ricorderemo questo album anche come uno dei
più brevi della storia del rock, solo 24 minuti. La foto
di copertina è una straordinaria testimonianza di come
il look, negli anni Settanta, fosse
tuttaltro che una priorità. -
B.A.
GINO VANNELLI - POWERFUL
PEOPLE (1974)
 Se
lalbum desordio aveva rivelato un talento
indubbio, ma ancora latente, Powerful People
iscrive Gino
Vannelli nel club dei grandi. Due individui, in
particolare, sono responsabili dei pionieristici
arrangiamenti fusion:
sovrapponendo piano elettrico e sintetizzatore, Joe
Vannelli crea unorchestra virtuale dalla spiccata
attitudine percussiva, mentre il batterista
anglo-canadese Graham
Lear moltiplica la scansione ritmica con pause e
stoccate che faranno scuola. Lo squisito repertorio
lirico-musicale delinea il profilo, ormai nitido, di un
autore. People Gotta Move è un
portentoso instant classic che si installa
nellimmaginario collettivo come singolo per tutte
le stagioni e dimostra al popolo del sabato sera che è
possibile ballare senza perdere la dignità. Un paio di
ballad sensuali e sofisticate (Lady; Felicia)
definiscono linimitabile stile che caratterizzerà
anche i capolavori successivi. Le radici formative
affiorano sulla dedica al compianto Jim Croce (Poor
Happy Jimmy), appena deceduto in un incidente aereo:
«... hes got a funky
paraphrase, it sounds like good time jazz ...». Jack
Miraculous offre un eloquente saggio dellimpeto
soul di cui è capace loriundo molisano.
Linvettiva civile di Powerful People accusa
i poteri forti di inquinare il pianeta
riducendolo a un cesso: «...
look at the powerful people, stealing the sun from the
day
look at the ominous people, draining the salt
from the sea ...». Tuttavia, invece che propinare
una pallosa cantilena di tre accordi, la
protest-song di Gino assume la forma di
unemozionante, complessa suite trainata
dallorgano di Richard Baker. [P.S. - Sulla Repubblica
del 4 Ottobre 2004, Giuseppe Videtti riuscì
nellimpresa, apparentemente disperata, di elencare
gli artisti rock canadesi
omettendo i nomi di Gordon
Lightfoot, Marc
Jordan e Gino Vannelli. Mitico!] - B.A.
GINO VANNELLI - STORM
AT SUNUP
(1975) 
GINO VANNELLI - THE
GIST OF THE GEMINI (1976) 
GINO VANNELLI - A
PAUPER IN PARADISE (1977) 
 La
trilogia che precede il testo sacro Brother To Brother
rappresenta comunque un corpus musicale indispensabile
per i cultori di Gino
Vannelli. Coordinati da Joe
Vannelli, gli arrangiamenti affinano la collaudata
formula a due tastiere e senza basso di Powerful People, che
cambierà solo nel 1978 con larrivo del fenomeno Jimmy
Haslip.
Storm At Sunup - Accanto allintramontabile
evergreen Love Me Now, allelegante ballad Keep
On Walking, allaffetto ritrovato di Father
And Son, agli slanci passionali di Mama Coco, Love
Is A Night, Getting High, spiccano le
rapsodie fusion Storm At
Sunup e Where Am I Going*, non per nulla
collocate allinizio di ciascun lato del Long
Playing originale: entrambe erette su impetuosi crescendo
strumentali, raggiungono i rispettivi climax espressivi
in corrispondenza dei memorabili assoli di Jerome
Richardson (sax soprano) e Jay
Graydon (chitarra).
The Gist Of The Gemini - Lanno dopo il
clan Vannelli (Gino, Joe, Ross) si sposta allo studio AIR
di Londra, dove la blasonata guida di Geoff
Emerick risulta decisiva per registrare il nuovo
materiale con i massimi criteri hi-fi del tempo.
Lirresistibile lusinga erotica di Love Of My
Life ottenne uninattesa rotazione persino sulle
radio italiane, assurgendo immediatamente al rango di
instant classic. Lincendiario fraseggio
di Graydon su A New Fix For 76 e le
magistrali interpretazioni di Gino su Ugly Man e Summers
Of My Life sono gli altri momenti da non perdere.
Anche grazie alla prodigiosa tecnica del batterista Graham
Lear, alcuni passaggi dellelaborata War
Suite (Prelude To The War, The Battle Cry,
To The War, Carnal Question) non hanno
nulla da invidiare alle più celebri pagine progressive di Yes o Emerson,
Lake & Palmer.
 A
Pauper In Paradise - Ancora un passo avanti ... ma
se in luogo della pur ambiziosa suite eseguita con la
Royal Philarmonic Orchestra (A Pauper In Paradise)
Gino avesse scritto e inciso altre canzoni per questo
disco, oggi avremmo un terzo, temibile aspirante alla
diarchia di Brother To
Brother e Nightwalker. Ci rimane di che
consolarci con le sei, inestimabili creazioni di un
artista in evidente stato di grazia: la verve latina di A
Song And Dance e Mardi Gras, i sentimenti
messi a nudo su The Surest Things Can Change e Black
And Blue, il sensuale abbandono di One Night With
You e Valleys Of Valhalla (Feel The Fire),
questultima nobilitata dal sax tenore del compianto
Dick
Morrissey. La poderosa trazione 3x3 dona al tessuto
sonoro una ricchezza timbrica ineguagliabile: se infatti Joe
Vannelli condivide sintetizzatori e pianoforti con
Bill Meyers e Chris Rhyne, nel reparto percussioni il
fenomenale Casey
Scheuerell (batteria) è supportato da John J. Mandel
(timpani) e Dido (congas). [P.S. - *Chi scrive ebbe il
privilegio di ascoltarne una storica versione dal vivo a
Roma, durante il concerto del 15 Marzo 1992:
indescrivibile!]. - B.A.
GINO
VANNELLI - BROTHER TO BROTHER
(1978) 
Gli appassionati lo considerano quasi
unanimemente il capolavoro di Gino
Vannelli ed è davvero difficile opporre una
qualsiasi obiezione (noi ci limitiamo a sussurrare che il
successivo Nightwalker
è almeno sullo stesso livello). Che Brother To
Brother rappresenti una svolta si intuisce fin dalla
copertina: le atmosfere notturne e le tinte scure che
avevano dominato fino a quel momento lasciano il posto
alla riposante luminosità di una spiaggia. La foto
esprime un evidente stato di serenità. E il
momento di fermarsi a riflettere sulla vita, sui legami,
sullamore. Se a chiarire limportanza che Gino
attribuisce alla famiglia non bastassero titoli come Brother
To Brother e People I Belong To, cè
anche lesordio in ditta di Ross Vannelli, in veste
di co-arrangiatore e co-produttore. Lultimo
fratello si fa subito apprezzare portando in dote una sua
composizione, I Just Wanna Stop,
che diventa istantaneamente un mega-successo di
proporzioni planetarie e un classico per tutte le
stagioni. Unaltra innovazione di rilievo è la
presenza, in tre brani, di un bassista in carne e ossa,
il prodigioso Jimmy
Haslip (YellowJackets),
mancino che suona uno strumento per destri imbracciandolo
al contrario. Il suo duetto con la batteria di Mark
Craney, sulla title-track, è geometrico ma lascia senza
fiato. Alla chitarra viene dato uno spazio superiore a
quello concesso in ogni altro disco precedente: la
ragione è Carlos Rios, fenomeno delle sei corde che
ritroveremo, qualche tempo dopo, su un live di Mark &
Almond. La sua performance su tutto il disco è
superlativa e il suo assolo su Brother To Brother
lo colloca accanto ai totem di Jimmy Page su Stairway To Heaven
[Led
Zeppelin (IV)]
e di Jay
Graydon su Peg (Aja). Ci si chiede spesso come
sia stato possibile che, a influenzare gli anni Ottanta,
siano stati i Sex Pistols e i Talking Heads piuttosto che
dischi come questo. Forse il tempo ci aiuterà a capire.
- B.A.
GINO
VANNELLI - NIGHTWALKER (1981) 
 Chi ha visto Gino
Vannelli dal vivo nel Febbraio del 2007 e, magari, si
trovava in compagnia di signore e fanciulle entusiaste,
alluscita dal concerto ha dovuto subire il rito
umiliante del confronto. Alla platea gremita
di maschi con trippa, chierica e pappagorgia
dordinanza, infatti, si è presentato un tenebroso
adone in jeans, senza un filo di adipe, provvisto di una
folta criniera appena cosparsa dargento e,
soprattutto, ancora dotato di una voce capace di sedurre
perdutamente il gentil sesso. Che il trio acustico
reclutato abbia fatto rimpiangere la mitica sera del 15
Marzo 1992 a Roma, poi, è un dettaglio irrilevante,
perché dischi come Nightwalker rimangono a
sancire un indiscusso status di immortale del rock.
Correva lannus horribilis 1981. Come spesso
accade, nei momenti cupi arriva lispirazione: se
laddio alla A&M aveva prodotto nientemeno che Brother To Brother,
il sofferto rapporto con lArista, anchesso
destinato alle carte bollate, spronerà Gino a incidere
un altro capolavoro. Gli spettacolari arrangiamenti fusion, concepiti su misura per lo
stratosferico quartetto [Joe Vannelli (tastiere), Mike
Miller (chitarre), Neil Stubenhaus (basso), Vinnie Colaiuta
(batteria)], si amalgamano ai cori delle tre sirene
(Stephanie Spruill, Julia Waters, Maxine Waters),
provocando uno tsunami sonoro che travolge inguine, cuore
e cervello. Lambigua immagine di sciupafemmine che
crede nei sentimenti (Stay With Me) si alterna a
quella di amante sedotto e abbandonato [Nightwalker;
Sally (She Says The Sweetest Things)],
raggiungendo sublimi vette poetiche con Put The Weight On My Shoulders,
una delle più belle canzoni degli anni '80, ripresa
anche da Mina
con parole tradotte da Vittorio De Scalzi [Tu Sarai La
Mia Voce (Salomè)]. Su Living Inside
Myself, Joe Vannelli assimila il tocco pianistico di
David Foster, rielaborandolo in unelegantissima
ballad A.O.R.. Laureato
con lode nel prestigioso ateneo di Frank
Zappa (Joes Garage;
Shut
Up n Play
Yer Guitar; Tinseltown Rebellion),
Colaiuta si lancia in vertiginosi break ritmici (Seek
And You Will Find; Santa Rosa), trovando in
Miller e Stubenhaus due partner allaltezza. Uno
slancio di incrollabile ottimismo risuona nel roboante
gospel di I Believe, col sax di David Boruff che
ne sottolinea il messaggio: «
I believe that love can find a way and I believe that a
heart of stone can break
». Fosse vero! - B.A.
GINO VANNELLI - TWISTED
HEART (1982)
Gino
Vannelli: «L'album
era pronto, ma alla Arista non piacque
era tutto
suonato nel mood di "The Longer You Wait",
molto semplice, basso, batteria e chitarra, ma loro
volevano che facessi qualcosa sul genere degli Air Supply
... non apprezzavano quel tipo di approccio, quel sound
energico, quasi rock. Ebbi degli scontri terribili con la
compagnia, non riuscii a registrare nulla nei due anni
successivi.» - Giancarlo Mei: «Che fine ha fatto il master del
disco? Con l'attuale febbre per le rarità che circola
tra gli appassionati, oggi unedizione CD avrebbe
sicuramente un mercato
» - Gino
Vannelli: «Il
master appartiene a me
interessante quello che
dici, penso che andrò a riascoltarmi quel materiale e,
magari, penserò a questa eventualità». - Giancarlo
Mei
In una sconvolgente intervista concessa
in esclusiva a Giancarlo Mei - cronista musicale
attendibile, 'rara avis' nella categoria - Gino confessò
quello che molti collezionisti avrebbero preferito non
scoprire mai: il disco fantasma Twisted
Heart esisteva veramente, egli ne possedeva sia i
diritti che i nastri originali, e tuttavia la
possibilità (concreta) di unesumazione postuma era
da escludere. È chiaro il concetto? Cè un album
di Gino
Vannelli inciso, mixato e ultimato nel 1982, che in
pratica non si può ascoltare perché non è mai stato
stampato*, neanche in vinile. Allepoca la Arista
pubblicò solo il 45 giri - The Longer You Wait -
che peraltro scalò le classifiche allistante:
unepica esortazione a cogliere lattimo senza
indugi, enfatizzata da un colossale muro sonoro di organo
e batteria. Se, come è ipotizzabile, gli altri brani
sono al livello del singolo, Clive Davis - mogul
delletichetta - perpetrò un autentico abominio.
Sarebbe opportuno che gli appassionati sollecitassero
uniniziativa seria per risolvere il problema. [P.S.
- 1) *Secondo voci non confermate, il Long Playing fu
messo in vendita in Canada, ma ritirato dai negozi dopo
poche ore. Una sessantina di copie furono comunque
acquistate (pare ve ne sia una in Italia, da qualche
parte in provincia di Ferrara
). La formazione schierava Gino e
Joe Vannelli, Mike Miller (chitarra), Jimmy
Haslip (basso elettrico), Mark Craney (batteria); 2) Ross
Vannelli smentisce (quasi) categoricamente: «
it has been so long that I
dont remember all the details, but to the best of
my recollection this recording was never completed and
never ready for a release
».] - B.A.
GINO
VANNELLI - BLACK CARS
(1984)
La virulenta sindrome
degli anni Ottanta [I.C.S. (Indottrinamento Collettivo
Sistematico)] ha avuto la meglio anche sui robusti
anticorpi di Gino
Vannelli. Siamo comunque di fronte a un disco
interessante. - B.A.
GINO VANNELLI - BIG
DREAMERS NEVER SLEEP (1987)
GINO VANNELLI - INCONSOLABLE
MAN (1990)
GINO VANNELLI - YONDER
TREE (1995)
GINO VANNELLI - SLOW
LOVE (1998)
VINEGAR JOE - VINEGAR
JOE (1972)
VINEGAR JOE - ROCK
N ROLL GYPSIES (1972)
VINEGAR JOE - SIX
STAR GENERAL (1973)
VINEGAR JOE - SIX
STAR GYPSIES [Antologia]
JAMES WALSH - IVE
GOT THE FEELIN (1979)
JIMMY
WEBB - WORDS AND MUSIC (1970)
JIMMY
WEBB - AND SO: ON (1971)
JIMMY
WEBB - LETTERS (1972)
JIMMY
WEBB - LANDS END (1974)
JIMMY
WEBB - EL MIRAGE (1977)
JIMMY
WEBB - ANGEL HEART
(1982) 
Angel Heart è
una spaventosa rassegna di canzoni perfette, un modello
inarrivabile di fusione fra generi. - Enrico Sisti
È sufficiente un
minimo di buon senso per riservare a Jimmy Webb un posto
in prima fila nellèlite degli autori moderni,
insieme a John Lennon & Paul McCartney, Burt Bacharach,
Walter Becker
& Donald Fagen
e qualche altro. Pianista, produttore di talento e
miliardario grazie alle royalties di successi planetari
come Up, Up and Away, By The Time I Get To
Phoenix, MacArthur Park, egli è, dalla fine
degli anni Sessanta, il songwriter prediletto di
interpreti del calibro di Frank
Sinatra, Art
Garfunkel, Joe Cocker, Richard Harris, Glen Campbell.
Allepoca di Angel Heart, dunque, Jimmy Webb era già,
da diverso tempo, un totem della musica americana. Non
deve stupire dunque, che per aiutarlo in questo progetto,
il sesto a suo nome, sia accorso un gruppo di superstar
degno di un ex-Beatle: Gerry Beckley (America), Graham
Nash, Michael
McDonald, Kenny
Loggins, Valerie
Carter, Daryl
Hall, Leah Kunkel, Stephen Bishop.
Coristi di lusso, che arricchiscono il timbro vocale
ordinario di Jimmy. La struttura di ogni
brano poggia sulla collaudata sovrapposizione di piano
acustico/piano elettrico, formula che ancora una volta si
rivela vincente. La batteria di Jeff Porcaro, qualche
assolo di chitarra da antologia e limpeccabile
produzione di Matthew McCauley e Fred Mollin fanno il
resto. Laspetto sorprendente dellalbum è lo
straordinario processo evolutivo cui Webb ha sottoposto
il proprio stile, adattandolo ai più innovativi dettami
dellA.O.R. - Una
canzone su tutte, In Cars,
commossa rievocazione delle prime effusioni erotiche in
auto, incisa poco prima anche da Glen Campbell (Its
The World Gone Crazy) e Art Garfunkel (Scissors
Cut), verrà ricordata come uno dei rari standard
scritti negli anni Ottanta. - B.A.
JIMMY WEBB -
THE LAST UNICORN (ORIGINAL SOUNDTRACK)
(1982)
JIMMY WEBB
- SUSPENDING DISBELIEF (1993)
JIMMY WEBB
- TEN EASY PIECES (1996)
JIMMY WEBB
- TWILIGHT OF THE RENEGADES
(2005)
JIMMY WEBB
- JUST ACROSS THE RIVER (2010)
SUSAN WEBB - BYE-BYE
PRETTY BABY (1975)
Chi già conosce Reunion (gli altri si
informino
) ricorderà certo About The Ocean,
struggente ballad che, in una scaletta straordinaria,
recava una firma diversa da quella del celebre
fratello
Un anno dopo le storiche sedute con Glen Campbell, Jimmy Webb si
imbarca in unimpegnativa doppia produzione che lo
vede allaffettuoso servizio della sorella Susan e
della diva Cher. Il
cimento genera due dischi minori ma splendidi
- Bye-Bye Pretty Baby, Stars
- pregiati reperti musicali degli anni Settanta meno
sovversivi e più disillusi, in cui il ritorno al
privato era vissuto con una compostezza e una
spontaneità ignote al cafonissimo decennio successivo.
Pur non disponendo della stratosferica voce mezzosangue
di Cher, Susan
possiede un timbro teneramente femminile e capace di
grande intensità. Il metodo di lavoro in studio ha reso
celebre il tocco di Jimmy
Webb: ispirazione senza compromessi, scelta
scrupolosa delle canzoni, collaboratori motivati e
affidabili [Albert Lee,
Fred
Tackett (chitarre), Jim Gordon, Jim
Keltner (batteria) etc.]. Autrice parsimoniosa ma
espressiva, con le romantiche carezze orchestrali di For
You e Fingers Susan conferma lo stile
dellindimenticabile About The Ocean. In
primo piano, un paio di cover nobili come A Case Of
You di Joni
Mitchell, dal suo manifesto Blue, e Helplessly
Hoping di Stephen
Stills, dallesordio di Crosby,
Stills & Nash (Crosby,
Stills & Nash). Il repertorio si fa ancora
più eterogeneo col recupero di brani inconsueti come Same
Old Man, lato B di un 45 giri
dellex-Fairport
Convention Ian Matthews [(These Days) Valley
Hi], Tragedy, pop-song portata al successo
prima da Thomas
Wayne (1959) poi dai Fleetwoods
(1961), Isnt That So?, standard folk del cantautore renitente alla
leva per il Vietnam Jesse
Winchester (Third Down, 110 To Go), qui
arrangiata in chiave soul, Bye-Bye
Pretty Baby, delizioso divertissement dixieland
che rielabora uno spartito del
1927. - B.A.
FRANK
WEBER -
AS THE TIME FLIES
(1978)
FRANK
WEBER - FRANK WEBER (1980)
FRANK
WEBER - BEFORE YOU
(2010)
CORY WELLS - TOUCH
ME (1978)
PAUL
WILLIAMS - JUST AN OLD FASHIONED
LOVE SONG
(1972)
PAUL
WILLIAMS - LIFE GOES ON
(1973)
PAUL
WILLIAMS - HERE COMES INSPIRATION
(1974)
PAUL
WILLIAMS - A LITTLE BIT OF LOVE
(1974)
PAUL
WILLIAMS - ORDINARY FOOL
(1975)
ALLEE WILLIS - CHILDSTAR (1974)
WILSON BROS. - ANOTHER
NIGHT (1979)
NANCY
WILSON - WITH MY LOVER BESIDE ME
(1991)
MARK
WINKLER - JAZZ LIFE (1980)
STEVE WINWOOD - STEVE
WINWOOD (1977)
STEVE WINWOOD - ARC
OF A DIVER (1980)
 Pare
che entrambi i CD siano molto
rari, nel senso che, dopo le prime edizioni su etichetta
originale, gli attuali proprietari del catalogo Island
hanno abolito le ristampe
e pensare che
lindustria discografica ha anche il coraggio di
lamentarsi se poi appassionati e collezionisti si
scambiano i file in rete
Steve Winwood - Lattesa che precede
lesordio in veste di titolare di Steve Winwood
troverà riscontro solo nel clamore suscitato poco dopo
dal progetto personale di Lowell
George (Thanks Ill
Eat It Here). Da chi fu enfant
prodige dello Spencer
Davis Group, autore delle immortali Im A Man e Gimme Some Lovin,
leader dei Traffic
e superstar dei Blind
Faith era lecito aspettarsi il massimo. In realtà,
lalbum risultò forse troppo sofisticato per
piacere a tutti, senza peraltro mostrare i segni
peculiari del capolavoro. In sostanza, Steve Winwood
è un ottimo esercizio di stile in cui si amalgamano
(blue eyed) soul, rock, beat, progressive
e suggestioni caraibiche: quattro eleganti canzoni (Hold
On, Time Is Running Out, Lucks In,
Let Me Make Something In Your Life) scritte da
Winwood insieme allamico di sempre Jim Capaldi e
arrangiate con una superba sezione rimica americana [Willie
Weeks (basso), Andy
Newmark (batteria)], una sortita esistenziale in
chiave Yorùbá
(o-ku nsu-kun no-ko)
siglata con leccentrico artista Vivian
Stanshall (Vacant Chair), una mini-suite (Midland
Maniac) che anticipa lautosufficienza
produttiva di Arc Of A Diver.
 Arc
Of A Diver - Allo scarso successo commerciale del
primo capitolo segue una pausa di tre anni, trascorsi
nello studio casalingo del Gloucestershire a elaborare
idee e suonare musica in completa solitudine. La svolta
arriva quando Steve, in collaborazione col paroliere Will
Jennings, azzecca il disegno melodico di While You
See A Chance, memorabile singolo che, oltre a
trainare il nuovo Long Playing, spiana la strada a un
clamoroso ritorno in scena. La scaletta si compone di
otto pezzi di qualità omogenea, registrati con dovizia
di batterie elettroniche e sintetizzatori che, però, non
riescono a deturpare una voce sempre meravigliosa ed
evocativa. Anche Spanish Dancer e Night Train
furono pubblicate a 45 giri. - B.A.
STEVE
WINWOOD - TALKING BACK TO THE NIGHT (1982)
STEVE
WINWOOD - BACK IN THE HIGH LIFE (1986)
STEVE
WINWOOD - ROLL WITH IT (1988)
BILL WOLFER - WOLF (1978)
LAUREN
WOOD - LAUREN WOOD (1979)
LENNY ZAKATEK - LENNY
ZAKATEK (1979)
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