 ROCK
ALBERT HAMMOND - IT
NEVER RAINS IN SOUTHERN CALIFORNIA
(1972)
ALBERT HAMMOND - THE
FREE ELECTRIC BAND (1973)
ALBERT HAMMOND - ALBERT
HAMMOND (1974)
ALBERT HAMMOND - 99
MILES FROM L.A. (1975)
ALBERT HAMMOND - WHEN
I NEED YOU (1977)
ALBERT HAMMOND - YOUR
WORLD AND MY WORLD (1981)
ALBERT HAMMOND - SOMEWHERE
IN AMERICA (1982)
ROY HARPER - FLAT
BAROQUE AND BERSERK (1970)
ROY HARPER - STORMCOCK (1971)
Chi
custodisce gelosamente le collezioni complete di Pink Floyd e Led
Zeppelin può completare il mosaico
con la discografia di Roy
Harper, di cui questo album
rappresenta un tassello essenziale. Le
superbe parti di chitarra acustica e una voce da brivido,
sempre in bilico tra angoscia ed esaltazione, rendono Stormcock
indispensabile per chi ha amato le sonorità cristalline
di Animals e Led Zeppelin III.
Nel corso delle quattro lunghe composizioni, dense di
musica e parole, lascoltatore attento potrà
rintracciare segni inequivocabili dellinfluenza
esercitata da Roy su Jimmy Page (ospite su The
Same Old Rock con lo pseudonimo di S. Flavius
Mercurius) e i Pink Floyd. Da questo
disco in poi, Harper costituirà una preziosa fonte
dispirazione per alcune delle menti più lucide del
rock inglese
(Jimmy Page, David
Gilmour, Bill Bruford, Kate
Bush etc.). - B.A.
A more mature work given
added distinction by sympathetic, evocative string
arrangements from David Bedford. It also saw the start of
a musical relationship with Led
Zeppelins guitarist Jimmy Page, who
features on the track The Same Old Rock. - CD
notes
ROY HARPER - LIFEMASK
(1973)
ROY HARPER - VALENTINE
(1974)
ROY HARPER - HQ (1975) 
 Per chi
non si lasci abbindolare dallinformazione
adulterata dei media, quella di Roy
Harper che cammina sullacqua resta una
delle immagini più autenticamente trasgressive del rock, accanto al gesto
dellombrello di Ian Anderson (Too Old To
RocknRoll: Too Young To Die!)
e alla foto di Frank Zappa assiso
sul water. Di più. Sarebbe tempo che la sacrosanta
venerazione di cui sono oggetto icone post-Beatles
come Stairway
To Heaven, Smoke
On The Water, Hotel California e Wish You Were Here
venisse estesa anche a When
An Old Cricketer Leaves The Crease, magna
charta stilistica del cantautore inglese. Donando
il tocco del fuoriclasse a un abusato stereotipo
letterario - lo sport inteso come metafora della vita -
Harper addensa parole e musica in unepitome che
sprigiona la forza evocativa dei grandi classici.
Ascoltare per credere. Arrangiata da David Bedford con
una sobria partitura per ottoni che adorna la chitarra di
Roy, la canzone contiene dettagliati riferimenti al gioco
del cricket e ad alcuni campioni (Geoff Boycott, John
Snow) citati nel passaggio decisivo:
and it could be Geoff, and it could
be John
and it could be me, and it could be thee
. HQ fu registrato con una band
tanto effimera quanto coesa, aggressivamente denominata
Trigger: Chris Spedding, Dave Cochran e Bill
Bruford, questultimo titolare di un
curriculum ormai ineguagliabile (Yes, King Crimson,
Genesis, National Health etc.). Un
suggestivo accompagnamento di bottleneck introduce The
Spirit Lives, feroce invettiva anti-religiosa
amplificata dalla collerica interpretazione vocale. La
ballata Forget Me Not si muove sulle stesse
coordinate espressive del precedente Valentine,
disco in prevalenza acustico. Hallucinating Light
e Referendum (Legend) decollano grazie alle ottime
rifiniture di Spedding e al rinomato eclettismo di
Bruford. Lalbum, tuttavia, si apre con una
formazione ancora diversa. Dopo un epico concerto a Hyde
Park, Harper riesce fortunosamente a riunire in studio
gli occasionali compagni di quella serata: The Game,
mini-suite in perfetto equilibrio tra un serrato
dinamismo elettrico e momenti più distesi, verrà incisa
dallautore con David Gilmour (Pink Floyd), John Paul Jones (Led
Zeppelin) e Steve Broughton. Ancora una volta la
storia passava per Abbey Road. Gli appassionati più
voraci troveranno di che saziarsi con le chilometriche
postille di Roy, diligentemente riportate - insieme ai
testi - nella splendida edizione CD della Science Friction.
[P.S. - A scanso di equivoci: Stormcock, Lifemask,
Valentine e Bullinamingvase
sono opere altrettanto essenziali, ciascuna delle quali
meriterebbe, tanto quanto HQ, un posto nella
sezione FOREVER YOUNG.]
- B.A.
ROY HARPER - BULLINAMINGVASE (1977)

 Nella quiete rurale di Hereford
nasce lalbum più sereno di Roy
Harper. Senza spostarsi da casa, Roy prese in
prestito lattrezzatura tecnica dagli studi EMI di
Abbey Road e, con il supporto di un gruppo in cui spicca
il pianista Dave Lawson, incise alcune canzoni che
illustrano, forse meglio di altre, le doti di un
cantautore che non ha mai trascurato laspetto
musicale della propria arte. Lincanto creato dalla
pigra These Last Days e i brividi suscitati da Naked
Flame cedono il passo a un moto di stupore autentico,
di fronte allimpressionante interpretazione su Cherishing
The Lonesome. Lepisodio centrale del disco, la
suite One Of Those Days In England, è una
raccolta di reminiscenze che, spaziando dalla leggenda di
Excalibur alla nostalgia per unInghilterra mitica e
rimpianta, compone una metaforica sequenza di immagini
culminante nella suggestiva sezione che precede
lepilogo (... slowly
slipping into history feel us go ...). - B.A.
ROY HARPER - THE
UNKNOWN SOLDIER (1980)
ROY HARPER - WORK
OF HEART (1982)
ROY HARPER - BORN
IN CAPTIVITY (1984)
ROY HARPER &
JIMMY PAGE - JUGULA (1985)
ROY HARPER - THE
GREEN MAN (2000)
RICHIE HAVENS - MIXED
BAG (1967)
RICHIE HAVENS - SOMETHING
ELSE AGAIN (1968)
RICHIE HAVENS - ELECTRIC
HAVENS (1968)
RICHIE HAVENS - STONEHENGE
(1970)
RICHIE HAVENS - ALARM
CLOCK (1971)
RICHIE HAVENS - THE
GREAT BLIND DEGREE (1971)
RICHIE HAVENS - PORTFOLIO
(1973)
RICHIE HAVENS - MIXED
BAG II (1974)
RICHIE HAVENS - THE
END OF THE BEGINNING (1976)
RICHIE HAVENS - MIRAGE
(1977)
RICHIE HAVENS - CONNECTIONS
(1980)
RICHIE HAVENS - COMMON
GROUND (1983)
JIMI
HENDRIX - ARE YOU EXPERIENCED?
(1967)
JIMI
HENDRIX - AXIS: BOLD AS LOVE (1967)
JIMI
HENDRIX - ELECTRIC LADYLAND (1968)
JOHN HIATT - RIDING
WITH THE KING (1983)
JOHN HIATT - WARMING
UP TO THE ICE AGE (1985)
JOHN HIATT - BRING
THE FAMILY (1987)
JOHN HIATT - SLOW
TURNING (1988)
JOHN HIATT - STOLEN
MOMENTS (1990)
HIGH LLAMAS - SANTA
BARBARA (1992)
HIGH LLAMAS - GIDEON
GAYE (1994)
HIGH LLAMAS - HAWAII
(1996)
EDDIE HINTON
- VERY EXTREMELY DANGEROUS
(1978)
 Entrambi
neri a metà nel senso più onesto
dellespressione, Eddie
Hinton e Roger
Chapman provengono da luoghi reciprocamente distanti
come lhabitat rurale del southern
rock confederato (Alabama)
e larena metropolitana del progressive
inglese (Londra). Tuttavia, sebbene connotati da origini
geografiche, ascendenze formative e carriere
professionali diversissime, con i rispettivi album della
maturità - Very Extremely Dangerous, Chappo - i due approdano a un
analogo, simultaneo coronamento artistico.
Very Extremely Dangerous - Disco genuino, privo di
fronzoli, un sorso di grezzo rhythmnblues
corretto dalle intense performance di Hinton:
ascoltandone la voce, si stenta a credere che al
microfono ci sia un ordinario w.a.s.p.
sudista e non un figlio delle piantagioni di cotone,
delle grandi fabbriche dauto o di qualche
parrocchia gospel.
Tra boogie sfrenati (Shout Bamalama), crudi
rocknroll (Brand New Man, Shoot The
Moon), schiette prove vocali (Concept World, Yeah
Man, I Want It All), risaltano i quattro pezzi
forti: You Got Me Singing, affettuoso omaggio al
maestro Big
O, I Got The Feeling e We Got
It, appassionate ballad da canicola notturna, Get
Off In It, personale rivisitazione dellidioma soul da ascoltare destate,
sdraiati su un prato a guardare le stelle, facendo tesoro
della perla di saggezza inclusa:
you know you gotta learn, life can be
very extremely dangerous, if you dont know what
youre doin
. Schierata al
completo la band ufficiale
degli studi Muscle
Shoals più sezione fiati. A confondere ulteriormente
lidentità del titolare, una copertina che fa il
verso ai film polizieschi di genere blaxploitation.
- B.A.
HOT TUNA - HOT TUNA (1970)
HOUSEMARTINS - LONDON
0 HULL 4 (1986)
IAN HUNTER - IAN
HUNTER (1975)
IAN HUNTER - ALL-AMERICAN
ALIEN BOY (1976)
IAN HUNTER - OVERNIGHT
ANGELS (1977)
IAN HUNTER - YOURE
NEVER ALONE WITH A SCHIZOPHRENIC (1979)
 Aver cantato la versione originale di All The Young Dudes, inno glam
scritto da David
Bowie appositamente per i Mott
The Hoople, dà diritto a un posto in prima classe
nella storia del rock. Abbandonato
il gruppo, sulla scorta di quellesperienza Ian Hunter
imbastisce unonesta carriera discografica che lo
designa come eccentrico dandy post-Sessantotto.
Nel 1979 egli incide il suo album migliore avvalendosi
della E
Street Band quasi al completo [Roy Bittan
(tastiere), Garry
Tallent (basso), Max
Weinberg (batteria)], con Mick
Ronson nel ruolo di Nils
Lofgren, oltre che in veste di prestigioso
co-produttore. Lo stile di Hunter si connota soprattutto
per quel che non è: privo della trucida rozzezza punk,
allergico alla banalità del pop più frivolo come al
nitore formale di quello più sofisticato, esso elude
anche lepica proletaria di Bruce
Springsteen o la foga trasgressiva dei Rolling
Stones. Insomma, un anticonformista. Le sue canzoni
più riuscite serbano sempre un brillante guizzo melodico
che, in questa scaletta, si manifesta nei ricami della Les
Paul di Ronson su Just Another Night, nelle
salve elettriche di Cleveland Rocks [auto-remake
di England Rocks (Overnight Angels)], nel
beffardo ritornello di Life After Death, in debito
con alcuni spunti degli Sparks.
La struggente ode filiale di Ships commosse Barry
Manilow che, a propria volta, ne registrò una
sontuosa cover sullo splendido One
Voice. Titolo e copertina memorabili. - B.A.
JOE JACKSON - LOOK
SHARP! (1979)
JOE JACKSON - IM
THE MAN (1979)
JOE JACKSON - BEAT
CRAZY (1980)
JOE JACKSON - JUMPIN
JIVE (1981)
JOE JACKSON - NIGHT
AND DAY (1982)
JOE JACKSON - BODY
AND SOUL (1984)
JEFFERSON AIRPLANE
- SURREALISTIC PILLOW (1967)
JEFFERSON AIRPLANE
- AFTER BATHING AT BAXTERS (1967)
JEFFERSON AIRPLANE
- CROWN OF CREATION (1968)
JEFFERSON AIRPLANE
- VOLUNTEERS (1969)
JEFFERSON STARSHIP
- DRAGONFLY (1974)
JEFFERSON STARSHIP
- RED OCTOPUS (1975)
JEFFERSON STARSHIP
- SPITFIRE (1976)
ELTON JOHN - ELTON
JOHN (1970)
ELTON JOHN - MADMAN
ACROSS THE WATER (1971)
ELTON JOHN - TUMBLEWEED
CONNECTION (1971)
ELTON JOHN - HONKY
CHÂTEAU (1972)
ELTON JOHN - DONT
SHOOT ME IM ONLY THE PIANO PLAYER (1973)
ELTON JOHN - GOODBYE
YELLOW BRICK ROAD(1973)
ELTON JOHN - CARIBOU
(1974)
ELTON JOHN - CAPTAIN
FANTASTIC AND THE BROWN DIRT COWBOY (1975)
ELTON JOHN - BLUE
MOVES (1976)
ELTON JOHN - A
SINGLE MAN (1978)
ELTON JOHN - 21
AT 33 (1980)
ELTON JOHN - THE
FOX (1981)
ELTON JOHN - JUMP
UP! (1982)
ELTON JOHN - TOO
LOW FOR ZERO (1983)
ELTON JOHN - TWO
ROOMS (CELEBRATING THE SONGS OF ELTON JOHN & BERNIE
TAUPIN) (1991)
PAUL KANTNER - BLOWS
AGAINST THE EMPIRE (1970)
PAUL KANTNER /
GRACE SLICK - SUNFIGHTER (1971)
KANTNER / SLICK /
FREIBERG - BARON VON TOLLBOOTH &
THE CHROME NUN (1973)
KINKS - THE
KINK KONTROVERSY (1965)
KINKS - FACE
TO FACE (1966)
KINKS - THE
VILLAGE GREEN PRESERVATION SOCIETY
(1968) 
KINKS - ARTHUR
(OR THE DECLINE AND FALL OF THE BRITISH EMPIRE)
(1969)
KINKS - LOLA
VERSUS POWERMAN AND THE MONEYGOROUND, PART ONE (1970)
KINKS - PRESERVATION
ACT 1 (1973)
KINKS - PRESERVATION
ACT 2 (1974)
KINKS -
SOAP OPERA (1975)
KINKS - SCHOOLBOYS IN DISGRACE
(1975)
Quanti guai può combinare un
imbecille che controlli linformazione? La risposta
più allarmante, ancora una volta, arriva
dallItalia. Tuttavia, accanto alla dittatura della
P2, che ha ridotto un grande paese europeo alla stregua
del Paraguay di Stroessner, vi sono casi meno evidenti ma
dagli effetti altrettanto perniciosi sotto il profilo
socio-culturale. Ad esempio, quasi trentanni fa,
sulle pagine dei soliti giornaletti
specializzati, qualcuno liquidò Schoolboys
In Disgrace con labituale tracotanza. Peccato,
soprattutto perché a molti ascoltatori fu impedito di
apprezzare unopera che anticipava di ben cinque
anni il concept di The Wall. Il tono generale è
meno pessimista rispetto al ponderoso album dei Pink Floyd, ambientazione e humour
sono tipicamente inglesi, lispirazione di Ray
Davies risulta pressoché intatta. In un tripudio di
guizzanti melodie anni '50 e coretti doo wop
adattati al proprio linguaggio, lautore rievoca
figure, esperienze ed emozioni decisive per ogni
adolescente: la prima cotta (The First
Time We Fall In Love), il rimpianto per unepoca
problematica ma spensierata (Schooldays), la
sadica inclinazione di un preside nellinfondere il
senso di colpa negli allievi (Headmaster),
limmancabile zimbello della classe (Jack The
Idiot Dunce), la minaccia di una castigo esemplare (The
Hard Way), il disastroso bilancio del sistema
educativo occidentale (Education), lo spartiacque
psicologico dellultima assemblea (The Last
Assembly), lamara consapevolezza che il passato
non ritorna, espressa con nostalgico lirismo nel pezzo
più complesso - No More Looking Back -
curiosamente scelto come singolo. Una batosta che spezza
il cuore - soprattutto a quelletà - diventa il
momento centrale del racconto (Im In Disgrace).
Laccademico arpeggio del pianoforte è scosso da un
micidiale riff calante stile Who, mentre Ray singhiozza
disperato:
now I
wish Id never seen your face
.
Da custodire accanto a Three
Friends dei Gentle Giant. - B.A.
KINKS - SLEEPWALKER
(1977)
KINKS - MISFITS
(1978)
KINKS - LOW
BUDGET (1979)
LED ZEPPELIN - LED
ZEPPELIN (1968)
LED ZEPPELIN - LED
ZEPPELIN II (1969)
LED ZEPPELIN
- LED ZEPPELIN III (1970) 
 Metti
una sera a cena, tra amici
mentre si conversa del
più e del meno una voce sullo sfondo - timbro caldo e
marcato accento lanky
- cattura lattenzione della comitiva con aneddoti
inverosimili, il brusio si attenua, gli astanti cercano
di captare qualche frase: «
guarda, quella dedica dei Led Zeppelin con tanto di nome e cognome nel
titolo della canzone [Hats Off To (Roy) Harper]
non me laspettavo, però ti confesso
mi ha
fatto piacere
»
«
mi ricordo benissimo, mentre stavano
registrando Wish You Were Here a Abbey Road i Pink Floyd mi chiamarono per cantare Have A Cigar, daltra parte io mi trovavo
nella sala attigua per le sedute di HQ
»
«
certo, Paul
McCartney fu
carino a unirsi al coro per One Of Those Days In
England (Bullinamingvase)
»
insomma,
qualcuno spara cazzate a raffica? è stato invitato un
mitomane? il gradasso di turno cerca di far colpo su una
ragazza? no, tutto vero
semplicemente, tra i
commensali cè Roy Harper,
magnetica personalità in grado di catalizzare
linteresse dei maestri
questo per dire che,
secondo noi, le seducenti atmosfere elettro-acustiche di Led
Zeppelin III si debbono in gran parte
allinfluenza esercitata dal cantautore nei
confronti della band, come peraltro conferma la
partecipazione di Jimmy Page allarrangiamento di The
Same Old Rock (Stormcock).
Proprio gli episodi più inconsueti esibiscono una
sorprendente dimensione unplugged in cui
risuonano i suggestivi echi folk
riflessi dalle mura del ritiro gallese (lalbum fu
concepito in un cottage
presso Machynlleth): la soave melodia di Tangerine,
le inquietanti armonie di Friends, le immagini
pastorali di Thats The Way, la verve ritmica
di Gallows Pole. Se un classico ad alto voltaggio
come Immigrant Song affina la formula musicale
elaborata dal quartetto con un bellicoso inno vichingo, Celebration
Day e Out On The Tiles ribadiscono
lefficacia espressiva del contrassegno urlo/riff
con due esaltanti baccanali rock.
Condotto dai sanguigni fraseggi di Jimmy Page e dal sobrio organo di
John Paul Jones, il capolavoro assoluto Since
Ive Been Loving You rivela saldezza e
profondità delle radici blues. Il 2 Dicembre 2012 Barack
Obama ha conferito lonorificenza del Kennedy
Center ai tre Led
Zeppelin superstiti: al riguardo, si operi un sereno raffronto con la situazione italiana
- B.A.
LED ZEPPELIN
- LED ZEPPELIN (IV)
(1971) 
Dopo lesilio
rurale che generò le atmosfere mistiche e i suoni
acustici di Led
Zeppelin III, per lalbum successivo
la band decise di riesumare i potenti riff elettrici di Led
Zeppelin II. Nessun titolo sulla copertina, solo
quattro simboli runici nella busta interna, a indicare la
completa autosufficienza della musica. A distanza di
tanto tempo, restano almeno tre capolavori
eterni: la luciferina interpretazione vocale
di Robert Plant su Black Dog, il metallo
incandescente di RocknRoll e la
quintessenza rock di Stairway To Heaven, una
canzone su cui ormai cè davvero poco da dire. Può
essere divertente ricordare che lenfasi descrittiva
spinse qualcuno a sostenere che Jimmy Page, durante il suo celebre
assolo, stava parlando
con Dio! - Autentico classico dei
Led
Zeppelin, questo disco portò il genere hard-rock a
un livello superiore e collocò il quartetto inglese su
un piedistallo irraggiungibile per tutti i pretendenti. - B.A.
LED ZEPPELIN - HOUSES
OF THE HOLY (1973) 
LED ZEPPELIN
- PHYSICAL GRAFFITI
(1975) 
Dopo lo sbalorditivo
successo di Led Zeppelin (IV) e
linterlocutoria fase di assestamento stilistico di Houses
Of The Holy, nel 1975 la band aveva fondato la
propria etichetta discografica (Swan Song) e aveva ormai
acquisito unestrema fiducia nei propri mezzi.
Lenorme spazio offerto dallalbum doppio
comportava il rischio di eccessi espressivi, ma un
miracoloso equilibrio tra creatività, sperimentazione e
rigore progettuale evitò linconveniente, e fu
ancora splendida musica. Con The Rover e Custard
Pie Jimmy Page ci regala due dei suoi
riff più spietati, mentre lesotico tema di Kashmir
esercita ancora oggi un fascino irresistibile, se è vero
che continua ad essere saccheggiato per colonne sonore e
versioni varie. La maratona blues di In My Time Of
Dying ribadisce in modo inequivocabile il forte
attaccamento del gruppo alle proprie radici musicali,
mentre Trampled Under Foot è un inatteso
tour-de-force funky, trainato da chitarra e tastiere
sincronizzate. Altri momenti memorabili sono Ten Years
Gone, un drammatico crescendo elettrico ricco di
armonie e accordi complessi, e Houses Of The Holy,
stupendo residuo dellalbum omonimo. - B.A.
LED ZEPPELIN - PRESENCE
(1976) 
LED ZEPPELIN - IN
THROUGH THE OUT DOOR (1979)
ANDY LEEK - SAY SOMETHING
(REVISITED) (1990)
LEVEL 42 - LEVEL 42
(1981)
LEVEL 42 - THE
PURSUIT OF ACCIDENTS (1982)
LEVEL 42 - STANDING
IN THE LIGHT (1983)
LEVEL 42 - RUNNING
IN THE FAMILY (1987)
LIVE WIRE - PICK
IT UP (1979)
LIVE
WIRE - NO FRIGHT (1980)
LIVE WIRE - CHANGES
MADE (1981)
Si dirà: ci
mancavano solo i Live Wire, oscuri carneadi di
unepoca infausta, ancora inediti su CD nel 2009. Il
fatto è che avevamo i Long Playing sepolti da qualche
parte e, dopo averli riversati su un lettore mp3, ne abbiamo riscoperto
lefficacia in funzione di colonna sonora per il
tragitto in auto verso la cenetta fuori porta. Allora,
impresari e giornalisti tentarono di spacciarli come un
ibrido tra i migliori Dire Straits (Dire Straits; Communiqué)
e i primi Police. In realtà, si trattava di un onesto
quartetto da pub, benché più raffinato della media di
categoria grazie a una superiore caratura tecnica: il
leader Mike Edwards (voce, chitarra), lo straordinario
Jeremy Meek (basso), German Gonzales (batteria), Chris
Cutler* (chitarra), a cui dal secondo album subentra il
poliedrico Simon
Boswell (produttore, chitarra, tastiere).
Pick It Up - Lesordio sciorina dieci canzoni
di livello omogeneo, che si fanno apprezzare per il
ruvido stile canoro di Edwards, per loculata
alternanza di ritmi (funk, reggae, rock) e per lo
squisito amalgama tra le due chitarre e il sontuoso basso
di Meek (Hit And Run Driver, Money, Water
Into Wine, Lone Car Cruising, Hey Good
Looking, Hard They Come Up).
 No
Fright - Lingresso di Boswell stabilizza la
formazione, accentrando in ununica figura ingegnere
del suono e versatile polistrumentista. Gli spigoli
vengono smussati con sobrie rifiniture di piano e
sintetizzatore, il che dona agli arrangiamenti un maggior
tasso di incisività. In scaletta si succedono momenti di
grande dinamismo (Break Of Day, Tagesschau),
digressioni ska (Dont Bite The Hand, No
Fright), refrain ingegnosi (One More Show) e
pezzi più sofisticati (Broken Glass, Red Light
Is On).
Changes Made - Lultimo atto dei Live Wire
sancisce lapprodo alla maturità di una band che
avrebbe meritato più attenzione. Edwards e Boswell
affinano le rispettive doti di autori, firmando in
sinergia (Childs Eye) e non (Dont
Look Now, Sleep, Anarchists In Love, Burn)
alcune pop-song elettriche dal ritornello accattivante,
che piaceranno ai cultori degli XTC di Drums And Wires e Black
Sea. [P.S. - *Solo omonimo del batterista degli Henry
Cow.] - B.A.
NILS LOFGREN - NILS LOFGREN (1975)
NILS LOFGREN - CRY TOUGH (1976)
NILS LOFGREN - I CAME TO
DANCE (1977)
NILS LOFGREN - NILS (1979)
LOVE - DA CAPO
(1966)
LOVE - FOREVER
CHANGES (1967)
LOVE AND MONEY - STRANGE
KIND OF LOVE (1988)
 Avete uno stereo
scadente? Lasciate perdere. Oppure procuratevi un
impianto veramente hi-fi. In caso contrario, non
riuscireste ad apprezzare i pattern ritmici di Jeff
Porcaro, sofisticati ma appena percepibili (il tempo
si crea anche e soprattutto con i piatti, non solo
dandoci di cassa e rullante come farebbe una banda di
paese alla sagra del cotechino). Come dite? I titolari
sono i Love
And Money e Jeff
Porcaro è solo il batterista? Calma ...
ogni registrazione a cui ha partecipato Jeff sarebbe
stata diversa senza il suo apporto, probabilmente
peggiore (inserire dei tom-tom
supplementari dopo la seduta dellillustre
ospite è stata una follia). Come Blade Runner, Strange
Kind Of Love vive di notte, si ciba di luci al neon
riflesse nelle pozzanghere di pioggia scozzese, di
benzina, di whisky, di orgogliosi lavoratori con la
camicia abbottonata fino allultima asola, di assoli
penetranti, di voci non belle ma convincenti, di tastiere
usate con intelligenza a supportare James Grant,
carismatico leader per una sera, un giorno, non serve di
più, dopo unopera così si chiude, si provano
altre strade, neanche necessariamente musicali. Halleluiah
Man è persino troppo, non eravamo pronti, perfetto rock analogico scandito da una
batteria vera, col rischio di surclassare il resto della
scaletta, ma no, si arriva dun fiato fino a Scapegoat,
il capro espiatorio, appunto, lultima canzone,
quindi la più odiata perché cala il sipario e,
purtroppo, è ancora magnifica
forse troppo funky
non è vero, stiamo solo cercando un motivo valido
per togliere il CD. Scusate se il produttore è Gary Katz.
- Franco
Ferrando
LOVE AND MONEY - DOGS
IN THE TRAFFIC (1991)
NICK LOWE - JESUS
OF COOL (1978)
NICK LOWE - LABOUR
OF LUST (1979)
LYNYRD SKYNYRD - PRONOUNCED
LEH-NERD SKIN-NERD (1973)
LYNYRD SKYNYRD - SECOND
HELPING (1974)
LYNYRD SKYNYRD - GIMME
BACK MY BULLETS (1976)
LYNYRD SKYNYRD - NUTHIN
FANCY (1975)
LYNYRD SKYNYRD - STREET
SURVIVORS (1977)
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