SOUL
LINDA LEWIS - SAY NO MORE (1971) LINDA LEWIS - LARK (1972) LINDA LEWIS - FATHOMS DEEP (1973) Care vittime
dellI.C.S. (Indottrinamento Collettivo
Sistematico), comprendiamo la vostra costernazione.
La condividiamo. Sognavate uninformazione
imparziale e vi siete svegliati in balia di Mediaset.
Aspettavate un nuovo Battisti ed è arrivato Jovanotti.
Cercavate unemozione autentica e il Grande
Fratello vi ha sommerso con lazzi, rutti e peti. Come
uscirne? Nel nostro piccolo, possiamo suggerire un
tentativo articolato in tre fasi: 1) procuratevi Fathoms
Deep di Linda Lewis e Perfect
Angel di Minnie Riperton; 2) conservateli nello
scaffale segreto, accanto alla bottiglia di
Talisker e allautobiografia di Frank
Zappa; 3) tirateli fuori nei momenti difficili. Come
per incanto, i tratti lombrosiani di Cicchitto e
Calderoli vi sembreranno solo un brutto ricordo.
Rispettivamente domiciliate a Londra e Los Angeles, le
due cantautrici entrarono per vie diverse
nellorbita di Stevie
Wonder, luna ricevendo dallartista
pubblici attestati di stima, laltra diventandone
pupilla e voce prediletta. Ulteriori affinità erano
ravvisabili nellinconsueto, comune retroterra folk/soul,
negli acuti spacca-cristalli di cui entrambe le ragazze
erano capaci e nella produzione affidata ai mariti - Jim
Cregan e Richard Rudolph - in grado di creare un suono
denso e pastoso: il piano elettrico è spesso screziato
dalla chitarra acustica, il rullante è soffice come un
guanciale, i ritmi lenti si alternano a quelli sostenuti,
senza mai superare il limite di velocità. Per giudizio
unanime degli ascoltatori, i dischi in oggetto segnano il
vertice di carriere che, pur continuando a brillare, non
raggiungeranno più questi livelli. LINDA LEWIS - NOT A LITTLE GIRL ANYMORE (1975) RAMSEY LEWIS & NANCY WILSON - THE TWO OF US (1984) CHERYL LYNN - CHERYL LYNN (1978) CHERYL LYNN - IN LOVE (1980) TEENA MARIE - WILD AND PEACEFUL (1979) TEENA MARIE - LADY T (1980) TEENA MARIE - IRONS IN THE FIRE (1980) TEENA MARIE - IT MUST BE MAGIC (1981) TEENA MARIE - ROBBERY (1983) TEENA MARIE - STARCHILD (1984) TEENA MARIE - NAKED TO THE WORLD (1988) TEENA MARIE - IVORY (1990) TEENA MARIE - PASSION PLAY (1994) JOHNNY MATHIS - UP, UP AND AWAY (1967) JOHNNY MATHIS - CLOSE TO YOU (1970) JOHNNY MATHIS - YOUVE GOT A FRIEND (1971) JOHNNY MATHIS - THE FIRST TIME EVER (I SAW YOUR FACE) (1972) JOHNNY MATHIS - ME AND MRS. JONES (1972) JOHNNY MATHIS - KILLING ME SOFTLY WITH HER SONG (1973) JOHNNY MATHIS - IM COMING HOME (1973) JOHNNY MATHIS - THE HEART OF A WOMAN (1974) JOHNNY MATHIS - WHEN WILL I SEE YOU AGAIN (1975) JOHNNY MATHIS - FEELINGS (1975) JOHNNY MATHIS - I ONLY HAVE EYES FOR YOU (1976) JOHNNY MATHIS - MATHIS IS ... (1977) JOHNNY MATHIS - HOLD ME, THRILL ME, KISS ME (1977) JOHNNY MATHIS - YOU LIGHT UP MY LIFE (1978) JOHNNY MATHIS - THE BEST DAYS OF MY LIFE (1979) JOHNNY MATHIS - MATHIS MAGIC (1979) JOHNNY MATHIS - DIFFERENT KINDA DIFFERENT (ALL FOR YOU) (1980) JOHNNY MATHIS - SIMPLE (1984) HAROLD MELVIN
& THE BLUE NOTES - HAROLD MELVIN
& THE BLUE NOTES HAROLD MELVIN & THE BLUE NOTES - BLACK & BLUE (1973) HAROLD MELVIN & THE BLUE NOTES - TO BE TRUE (1975) HAROLD MELVIN & THE BLUE NOTES - WAKE UP EVERYBODY (1975) HAROLD MELVIN & THE BLUE NOTES / SHARON PAIGE - THE BLUE ALBUM (1980) HAROLD MELVIN & THE BLUE NOTES - TALK IT UP (TELL EVERYBODY) (1984) METERS - THE METERS (1969) METERS - LOOK-KA PY PY (1969) METERS - STRUTTIN (1970) METERS - CABBAGE ALLEY (1972) METERS - REJUVENATION (1974) METERS - FIRE ON THE BAYOU (1975) METERS - TRICK BAG (1976) METERS - NEW DIRECTIONS (1977) STEPHANIE MILLS - MOVIN IN THE RIGHT DIRECTION (1975) STEPHANIE MILLS - FOR THE FIRST TIME (1975) Confessiamo di non conoscere a fondo la lunga carriera di questa splendida interprete che, dal 1975, vive di rendita grazie a unimpresa clamorosa. Col secondo disco - a dispetto del titolo, successivo allesordio ufficiale Movin In The Right Direction - Stephanie coronò il sogno proibito di ogni artista: un intero album scritto e arrangiato da Burt Bacharach. Qualcosa da raccontare ai nipoti. Proprio allora il pianista collaudava la compatibilità tra le proprie ardite idee melodiche e le innovazioni formali introdotte dal rock. In queste canzoni cè già, in nuce, la formula musicale che produrrà il capolavoro Sometimes Late At Night e i grandi duetti firmati per Dionne Warwick e Glenn Jones (Finder Of Lost Loves), Patti Labelle e Michael McDonald (On My Own), Roberta Flack e Peabo Bryson (Blame It On Me). Maestosi sfondi orchestrali su cui svettano i caratteristici fiati viventi diretti dallautore, spesse trame ottenute dallintreccio di chitarre acustiche e tastiere, temi e ritmi giustapposti con sapienza alchemica. A parte una nuova versione di Loneliness Remembers (What Happiness Forgets), già incisa dalla Warwick nel 1970, la ricetta contro le crisi emotive di If You Can Learn How To Cry e la pungente critica sociale di Living On Plastic, latmosfera è impostata dalle ballad e dalle parole di Hal David, inguaribilmente romantiche eppure mai banali. Gratitudine e nostalgia si alternano su I Took My Strength From You e No One Remembers My Name, che lo stesso Bacharach riprenderà su Futures affidandole, rispettivamente, alle voci di Joshie Armstead e Melissa Mackay. Sentimenti altrettanto forti vengono espressi con gli intensi chiaroscuri strumentali di The Way I Feel About You e I See You For The First Time. Chi si aspettasse un fisiologico calo di tensione sullepilogo, resterebbe piacevolmente sorpreso dal formidabile crescendo passionale di All The Way To Paradise e Please Let Go. Copertina bellissima. - B.A. STEPHANIE MILLS - LOVE HAS LIFTED ME (1975/1982) STEPHANIE MILLS - WHAT CHA GONNA DO WITH MY LOVIN? (1979) STEPHANIE MILLS - SWEET SENSATION (1980) STEPHANIE MILLS - STEPHANIE (1981) STEPHANIE MILLS - TANTALIZINGLY HOT (1982) STEPHANIE MILLS - MERCILESS (1983) STEPHANIE MILLS - IVE GOT THE CURE (1984) BILLY PAUL - EBONY WOMAN (1970) BILLY PAUL - GOING EAST (1971) BILLY PAUL - 360 DEGREES OF BILLY PAUL (1972) Per la musica soul scoccava unora fatale: non ancora putrefatta nella papparozza disco, ma ormai redenta dalla spensierata fase giovanile, la rivoluzione tripolitana (Detroit, Memphis, Philadelphia) dilagava sulle due coste, approdando in quei giorni alla stesura di manifesti programmatici come Whats Going On, Black Moses, From A Whisper To A Scream, Pieces Of A Man, opere che risulteranno influenti anche per lemancipazione sociale della comunità afro-americana i produttori/autori/fenomeni Kenny Gamble e Leon Huff reclutano seduta stante il cantante/concittadino/veterano Billy Paul per la loro neonata Philadelphia International Records alcune pagine autografe della coppia e un memorabile tris di evergreen saranno sufficienti a stilare una scaletta blindata col suo timbro vocale inconfondibile e originalissimo - caratterizzato da un gemito che pare strozzarsi di emozione in coda a ogni strofa - e larticolazione delle parole che ricorda più un eloquio passionale che uno specifico stile canoro, il performer nobilita lo slancio civile della controversa Am I Black Enough For You?, per poi immedesimarsi nellincalzante richiamo allimpegno di Brown Baby Bunny Sigler, chitarrista esterno dei MFSB (organico responsabile di tutti gli arrangiamenti), porta in dote lintensa ballad Im Gonna Make It This Time, mentre il prezioso repertorio di Carole King (Its Too Late), Elton John (Your Song), Al Green (Lets Stay Together) esalta le doti dellinterprete di lusso vellicando un sentimento intimo ma, evidentemente, anche collettivo, Gamble & Huff cesellano unirresistibile melodia circolare attorno alla tresca di Me And Mrs. Jones, struggente cronaca di un amore clandestino - e delle sue implicazioni - che incanterà il mondo la versione di Billy Paul rimarrà insuperata, ma ispirerà lidioma di alcuni dei pionieri A.O.R. più focosi (Hall & Oates, Gino Vannelli, Robert Palmer, Michael McDonald etc.) sullo stesso tema eterno e universale, il disc-jockey raffinato - specie ormai estinta - potrebbe eventualmente trasmettere in sequenza la cover di (If Loving You Is Wrong) I Dont Want To Be Right incisa nel 1977 da Rod Stewart (Foot Loose & Fancy Free). - B.A. BILLY PAUL - WAR OF THE GODS (1973) BILLY PAUL - GOT MY HEAD ON STRAIGHT (1974) BILLY PAUL - WHEN LOVE IS NEW (1975) BILLY PAUL - LET EM IN (1976) BILLY PAUL - ONLY THE STRONG SURVIVE (1977) BILLY PAUL - FIRST CLASS (1979) ANN PEEBLES - PART TIME LOVE (1971) ANN PEEBLES - STRAIGHT FROM THE HEART (1972) ANN PEEBLES - I CANT STAND THE RAIN (1974) Disco del 1974 che, tuttavia, per suono e stile appartiene idealmente agli anni Sessanta. Sebbene Ann Peebles - come Marlena Shaw - rimanga esclusa dal tempio delle divine vestali (Aretha Franklin, Dionne Warwick, Diana Ross, Gladys Knight, Tina Turner, Thelma Houston, Roberta Flack, Millie Jackson, Natalie Cole, Stephanie Mills, Chaka Khan, Randy Crawford, Anita Baker etc.), un solido talento di autrice le consentì di firmare lo standard che intitola lalbum, citato da ammiratori prestigiosi (John Lennon per tutti) e oggetto di innumerevoli versioni [quella definitiva è di Lowell George (Thanks, Ill Eat It Here)]. Con la celebre pulsazione onomatopeica che simula le gocce di pioggia sul davanzale, I Cant Stand The Rain abbina un tema ricorrente* dei grandi evergreen pre-bellici (il clima avverso foriero di rovesci sentimentali) alle innovazioni stilistiche introdotte da rock e soul (poderosa spinta ritmica, armonie mediate dal jazz), assumendo linconsueto status di canzone epocale ma intramontabile. Lacustica datata dello studio Royal conferisce un patina vintage agli arrangiamenti prodotti da Willie Mitchell, evidenziando notevoli affinità espressive con le storiche pagine scritte da Al Green per la comune etichetta (Hi Records). La scaletta alterna tempi moderatamente sostenuti [Do I Need You, (You Keep Me) Hangin On, Run, Run, Run, If We Cant Trust Each Other, You Got To Feed The Fire) a pigre ballad sudiste (Until You Came Into My Life, A Love Vibration, One Way Street): la scelta tra gli uni e le altre è solo questione di gusto personale. [P.S. 1) *La rivoluzione psichedelica intrapresa dallo stesso John Lennon con Rain (Revolver) ne stravolgerà la valenza di tòpos lirico. 2) Da non confondere col quasi omonimo classico di Holland/Dozier/Holland (You Keep Me Hangin On).] - B.A. ANN PEEBLES - TELLIN IT (1975) ANN PEEBLES - IF THIS IS HEAVEN (1977) ANN PEEBLES - THE HANDWRITING IS ON THE WALL (1978) TEDDY PENDERGRASS - TEDDY PENDERGRASS (1978) TEDDY PENDERGRASS - LIFE IS A SONG WORTH SINGING (1978) TEDDY PENDERGRASS - TEDDY (1979) TEDDY PENDERGRASS - TP (1980) TEDDY PENDERGRASS - ITS TIME FOR LOVE (1981) TEDDY PENDERGRASS - THIS ONES FOR YOU (1982) PERRI - CELEBRATE! (1986) PERRI - THE FLIGHT (1988) PERRI - TRADEWINDS (1990) ESTHER PHILLIPS - FROM A WHISPER TO A SCREAM (1972) Come noto, quality never goes out of style. Ci si trovi in vacanza su unisola esclusiva, perduti nellanonimato di una metropoli occidentale o reclusi nella quiete della campagna italica, cè un album che da quasi quarant anni si adatta splendidamente a qualsiasi situazione. Inciso da uninterprete che vantava il rispetto incondizionato di Aretha Franklin, From A Whisper To A Scream rappresenta il link stilistico di quel processo evolutivo che, amalgamando soul, jazz e canzone dautore, contribuirà a definire la sintassi A.O.R.. Recuperandola dal limbo del declino, Creed Taylor arruola Esther Phillips nella Kudu, sussidiaria più spiccatamente afro-americana della CTI, e le mette a disposizione il prestigioso personale delle proprie scuderie. I raffinati arrangiamenti di Pee Wee Ellis colgono subito nel segno con la straordinaria cover di Home Is Where The Hatred Is, cruda analisi della tossicodipendenza scritta da Gil Scott-Heron (Pieces Of A Man), che per Esther diventa una sofferta confessione personale. Voto: 10. From A Whisper To A Scream, uno dei primi capolavori firmati da Allen Toussaint, amplifica il battito del cuore infranto di I Heard It Through The Grapevine e ne propaga leco agli anni Settanta: la memorabile performance di Esther ispirerà Robert Palmer a registrarne una versione a sua volta (Sneakin Sally Through The Alley). Il fraseggio a bocca chiusa di Scarred Knees esibisce una naturalezza espressiva che manca a molti abusi scat, spesso inopportuni e autocompiacenti. Le diverse, sublimi sfumature timbriche della voce risaltano sia sulle ballad sofisticate (To Lay Down Beside You; A Beautiful Friendship; Dont Run To Him) che sui blues riletti in chiave fusion (Til My Back Aint Got No Bone; Your Love Is So Doggone Good), per brillare ancor più intensamente quando il tema reca un sigillo nobile: Thats All Right With Me di Michael Small (si ricordi la sua Night Moves su The Art Of Tea); Baby, Im For Real di Marvin Gaye, con la melodia ricamata dalla chitarra di Eric Gale in un crescendo di sensualità; Brother, Brother, elegante pop-song ripresa dal terzo Long Playing di Carole King (Music); Sweet Touch Of Love, concisa pagina R&B di Allen Toussaint. 4 Novembre 2008: Barack Obama eletto Presidente U.S.A. - B.A. ESTHER PHILLIPS - ALONE AGAIN, NATURALLY (1972) ESTHER PHILLIPS - BLACK-EYED BLUES (1973) ESTHER PHILLIPS - PERFORMANCE (1974) ESTHER PHILLIPS - WHAT A DIFFRENCE A DAY MAKES (1975) ESTHER PHILLIPS with JOE BECK - FOR ALL WE KNOW (1975) ESTHER PHILLIPS - CAPRICORN PRINCESS (1976) POINTER SISTERS - THE POINTER SISTERS (1973) POINTER SISTERS - THATS A PLENTY (1974) POINTER SISTERS - STEPPIN (1975) POINTER SISTERS - HAVING A PARTY (1977) POINTER SISTERS - ENERGY (1978) Avendo scelto con determinazione e consapevolezza, per quasi un secolo, di affidare le proprie sorti prima a un pazzoide dalleloquio trascinante, poi a un gobbetto perfido e malvissuto, infine a un adescatore di minorenni, nel 2012 gli Italiani meritano di ritrovarsi depressi e con le pezze al culo. Malgrado questo, anche questanno raccomandiamo senza impegno un album per lestate, da ascoltare sotto lombrellone, in auto sul lungomare o al fresco dello chalet nel bosco. Appena ridotte a trio per la defezione della sorella Bonnie, decisa a tentare la carriera solista, Ruth, Anita e June attingono a un repertorio quasi A.O.R. sotto lautorevole supervisione di Richard Perry, brillante produttore con cui avrebbero collaborato per altri otto album, anche se mai più a questi livelli. Avvolte in grintosi arrangiamenti cui contribuiscono i futuri Toto (Jeff Porcaro, Steve Porcaro, David Paich, David Hungate) e alcuni specialisti di sicura affidabilità (Jai Winding, Waddy Wachtel, Danny Kortchmar, Fred Tackett, Davey Johnstone), le canzoni rivivono interpretate dalle stentoree, duttili, intense voci delle ragazze. La scaletta è una sopraffina selezione del meglio di quegli anni felici: 1) Echoes Of Love, spensierata pop-song dal secondo capitolo dei Doobie Brothers rilanciati da Michael McDonald (Livin On The Fault Line); 2) Dirty Work, terza cover dello standard tratto dal folgorante esordio degli Steely Dan (Cant Buy A Thrill), accanto a quelle di Melissa Manchester (Help Is On The Way) e Lauren Wood (Lauren Wood); 3) Happiness, classico di Allen Toussaint dal saccheggiatissimo Motion; 4) Hypnotized, soft-funk dei Fleetwood Mac con Bob Welch (Mystery To Me); 5) Fire, perla nascosta di Bruce Springsteen risalente alle sedute di Darkness On The Edge Of Town che, come Because The Night, diventò un successo esterno; 6) Come And Get Your Love, energica ballata rock scritta da Russ Ballard e già incisa da Roger Daltrey (Ride A Rock Horse); 7) Everybody Is A Star, memorabile versione dello storico singolo di Sly Stone. Non manca una duplice sortita nella West Coast con Angry Eyes di Loggins & Messina (Loggins And Messina) e As I Come Of Age di Stephen Stills (Stills). Buone vacanze a tutti. - B.A. POINTER SISTERS - PRIORITY (1979) POINTER SISTERS - SPECIAL THINGS (1980) POINTER SISTERS - BLACK & WHITE (1981) POINTER SISTERS - SO EXCITED! (1982) POINTER SISTERS - BREAK OUT (1983) LOU RAWLS - CARRYIN ON! (1966) LOU RAWLS - THATS LOU (1967) LOU RAWLS - TOO MUCH! (1967) LOU RAWLS - MERRY CHRISTMAS HO! HO! HO! (1967) LOU RAWLS - FEELIN GOOD (1968) LOU RAWLS - YOURE GOOD FOR ME (1968) LOU RAWLS - THE WAY IT WAS THE WAY IT IS (1969) LOU RAWLS - GEE BABY, AINT I GOOD TO YOU (1969) LOU RAWLS - YOUVE MADE ME SO VERY HAPPY (1970) LOU RAWLS - NATURAL MAN (1971) LOU RAWLS - SILK & SOUL (1972) LOU RAWLS - A MAN OF VALUE (1972) LOU RAWLS - SHES GONE (1974) LOU RAWLS - ALL THINGS IN TIME (1976) LOU RAWLS - WHEN YOU HEAR LOU, YOUVE HEARD IT ALL (1977) LOU RAWLS - UNMISTAKABLY YOU (1977) LOU RAWLS - LET ME BE GOOD TO YOU (1979) LOU RAWLS - SIT DOWN AND TALK TO ME (1979) LOU RAWLS - NOW IS THE TIME (1982) LOU RAWLS - WHEN THE NIGHT COMES (1983) LOU RAWLS - CLOSE COMPANY (1984) LOU RAWLS - LOVE ALL YOUR BLUES AWAY (1986) MINNIE RIPERTON - COME TO MY GARDEN (1969/1971) MINNIE RIPERTON - PERFECT ANGEL (1974) Care vittime
dellI.C.S. (Indottrinamento Collettivo
Sistematico), comprendiamo la vostra costernazione.
La condividiamo. Sognavate uninformazione
imparziale e vi siete svegliati in balia di Mediaset.
Aspettavate un nuovo Battisti ed è arrivato Jovanotti.
Cercavate unemozione autentica e il Grande
Fratello vi ha sommerso con lazzi, rutti e peti. Come
uscirne? Nel nostro piccolo, possiamo suggerire un
tentativo articolato in tre fasi: 1) procuratevi Fathoms Deep di Linda
Lewis e Perfect Angel di Minnie Riperton; 2)
conservateli nello scaffale segreto, accanto
alla bottiglia di Talisker e allautobiografia di Frank Zappa; 3) tirateli fuori nei
momenti difficili. Come per incanto, i tratti lombrosiani
di Cicchitto e Calderoli vi sembreranno solo un brutto
ricordo. Rispettivamente domiciliate a Londra e Los
Angeles, le due cantautrici entrarono per vie diverse
nellorbita di Stevie
Wonder, luna ricevendo dallartista
pubblici attestati di stima, laltra diventandone
pupilla e voce prediletta. Ulteriori affinità erano
ravvisabili nellinconsueto, comune retroterra folk/soul,
negli acuti spacca-cristalli di cui entrambe le ragazze
erano capaci e nella produzione affidata ai mariti - Jim
Cregan e Richard Rudolph - in grado di creare un suono
denso e pastoso: il piano elettrico è spesso screziato
dalla chitarra acustica, il rullante è soffice come un
guanciale, i ritmi lenti si alternano a quelli sostenuti,
senza mai superare il limite di velocità. Per giudizio
unanime degli ascoltatori, i dischi in oggetto segnano il
vertice di carriere che, pur continuando a brillare, non
raggiungeranno più questi livelli. MINNIE RIPERTON - ADVENTURES IN PARADISE (1975) MINNIE RIPERTON - STAY IN LOVE (1977) MINNIE RIPERTON - MINNIE (1979) MINNIE RIPERTON - LOVE LIVES FOREVER (1980) ROCKIE ROBBINS - I BELIEVE IN LOVE (1981) SMOKEY ROBINSON - SMOKEY (1973) SMOKEY ROBINSON - PURE SMOKEY (1974) SMOKEY ROBINSON - A QUIET STORM (1975) SMOKEY ROBINSON - LOVE BREEZE (1978) SMOKEY ROBINSON - WHERE THERES SMOKE (1979) SMOKEY ROBINSON - WARM THOUGHTS (1980) SMOKEY ROBINSON - BEING WITH YOU (1981) DIANA ROSS - DIANA ROSS (1970) DIANA ROSS - EVERYTHING IS EVERYTHING (1970) DIANA ROSS - SURRENDER (1971) DIANA ROSS - TOUCH ME IN THE MORNING (1973) DIANA ROSS / MARVIN GAYE - DIANA & MARVIN (1973) DIANA ROSS - LAST TIME I SAW HIM (1973) DIANA ROSS - DIANA ROSS (1976) Quasi tutti i brani di Diana Ross sono disponibili da anni su diverse antologie. Eppure, lemozione trasmessa nel 1976 dal Long Playing originale resta insuperata. Il ritratto in bianco e nero fotografato da Victor Skrebneski turbava gli adolescenti dellepoca con un richiamo misterioso e irresistibile. Leffetto congiunto della copertina e del trittico introduttivo era travolgente: 1) sublime tema conduttore dellomonimo film diretto da Berry Gordy (Mahogany), composto da Michael Masser e Gerry Goffin, incorniciato nel sontuoso arrangiamento di Lee Holdridge, Theme From Mahogany (Do You Know Where Youre Going To?) rimane uno dei più emblematici evergreen degli anni Settanta; 2) lo stesso Masser firma la stupenda melodia di I Thought It Took A Little Time (But Today I Fell In Love), quintessenza della canzone sofisticata, oltre che candida resa ai capricci del cuore; 3) divisa in due parti, Love Hangover inizia come sensuale soul ballad, per poi trascendere in unimpetuosa festa danzante che si protrae per cinque minuti. Lesplosiva energia di One Love In My Lifetime determinò la pubblicazione del quarto singolo tratto dallalbum. Attraverso il vezzoso charleston di Kiss Me Now e la cover dellimmortale Smile, Diana rende omaggio, rispettivamente, a Louis Armstrong e Charlie Chaplin. Pur nobilitata dal sigillo di Michael Masser e Ron Miller, After You sarà ripresa con maggior convinzione da Roberta Flack (Blue Lights In The Basement). - B.A. DIANA ROSS - BABY ITS ME (1977) DIANA ROSS - ROSS (1978) DIANA ROSS - THE BOSS (1979) La splendida ristampa CD della Culture Factory replica fedelmente confezione e grafica Motown di fine anni Settanta, restituendoci un album che non va confuso coi rifiuti indifferenziati allora dispersi nelletere dalle balere americane. Daltronde, i credits parlano chiaro: otto canzoni su otto scritte e prodotte da Ashford & Simpson [terza collaborazione discografica tra coppia e interprete, dopo i magnifici Diana Ross (1970) e Surrender], archi e fiati arrangiati da Rob Mounsey, al basso elettrico Anthony Jackson o Francisco Centeno, Ray Chew alle tastiere, Eric Gale alla chitarre, la stessa Valerie Simpson al pianoforte, Sua Altezza Michael Brecker al sax tenore* gente che si scomoda solo per progetti seri. La scaletta alterna intensi momenti di abbandono emotivo (All For One, Im In The World) a contagiosi slanci di frenesia ritmica (I Aint Been Licked, The Boss, Once In The Morning), per poi squadernare tre classici che valgono lacquisto: 1) lintroduttiva No One Gets The Prize è una drammatica ouverture soul squassata dagli acuti di Diana certo, ballabile ma che male fa se la cifra musicale è più che brillante? 2) pop-song pubblicata anche a 45 giri, Its My House nobilita il proprio refrain quasi fanciullesco con una superba qualità melodica; 3) sontuosa ballad per adulti che reca l inconfondibile sigillo degli autori/coniugi, Sparkle* ottiene allistante lo status di capolavoro. - B.A. Special Thanks: Rory MacPherson DIANA ROSS - DIANA (1980) DIANA ROSS - WHY DO FOOLS FALL IN LOVE (1981) DIANA ROSS - SILK ELECTRIC (1982) DIANA ROSS - ROSS (1983) Nonostante tre inediti firmati espressamente per Diana da Michael McDonald, Donald Fagen e Marc Jordan - reduci dalla pubblicazione dei rispettivi capolavori (If Thats What It Takes; The Nightfly; A Hole In The Wall) - Ross (da non confondere con lomonimo titolo del 1978) è uno degli album meno venduti della grande diva. Enigmi dellindustria discografica. Eppure, sotto laccorta supervisione di Gary Katz, gli stessi Michael e Donald parteciparono alle sedute: il primo suonando il piano e unendosi ai cori di Shirley Matthews e Clydie King, laltro personalizzando la sua canzone con uno splendido assolo di sintetizzatore. Ecco allora una breve didascalia per i ritardatari: 1) Thats How You Start Over è un moderno R&B in stile Doobie Brothers, scritto da McDonald insieme a Ed Sanford (The Sanford/Townsend Band) e potenziato dalla scattante sezione fiati di Jerry Hey; 2) scandita dai solenni accordi del polymoog e dallelegante 'beat' di Jeff Porcaro, Love Will Make It Right è la cronaca crudele di un tradimento incrociato che mina la serenità e gli equilibri affettivi di due coppie di amici - un turbine di passioni a metà strada tra Babylon Sisters e Maxine, che accresce il rammarico per i mitici brani perduti di Gaucho (Heartbreak Souvenir; The Second Arrangement); 3) Joe Walsh e Larry Carlton accendono le chitarre su Pieces Of Ice, inquietante affresco al neon di Marc Jordan, nel cui video Diana era immersa in una scenografia glaciale e misteriosa. Bella anche Lets Go Up, di Franne Golde, ripresa con altrettanta classe da Helen Reddy (Imagination). Il resto del materiale è piacevole ma accessorio. Il CD vale lacquisto soprattutto per i pezzi dautore. - B.A. DIANA ROSS - SWEPT AWAY (1984) DIANA ROSS - EATEN ALIVE (1985) ROTARY CONNECTION - ALADDIN (1968) ROTARY CONNECTION - DINNER MUSIC (1969) DAVID RUFFIN - MY WHOLE WORLD ENDED (1969) DAVID RUFFIN - FEELIN GOOD (1969) DAVID RUFFIN - DAVID RUFFIN (1973) Membro
storico dei Temptations, David
Ruffin se ne andò alla vigilia della svolta
psichedelica di Cloud Nine,
riuscendo nellimpresa di abbandonare il più grande
gruppo vocale della storia restando comunque un cantante
di successo. I suoi primi lavori in veste di titolare
sintetizzano lestetica Motown degli anni
doro in un idioma limpido, compiuto, diretto, parto
di unevoluzione complessa eppure intelligibile per
chiunque. DAVID RUFFIN - ME N ROCK N ROLL ARE HERE TO STAY (1974) DAVID RUFFIN - WHO I AM (1975) DAVID RUFFIN - EVERYTHINGS COMING UP LOVE (1976) DAVID RUFFIN - IN MY STRIDE (1977) DAVID RUFFIN - SO SOON WE CHANGE (1979) DAVID RUFFIN - GENTLEMAN RUFFIN (1980) RUFUS / CHAKA KHAN - RUFUS (1973) RUFUS / CHAKA KHAN - RAGS TO RUFUS (1974) RUFUS / CHAKA KHAN - RUFUSIZED (1974) RUFUS / CHAKA KHAN - RUFUS FEATURING CHAKA KHAN (1975) RUFUS / CHAKA KHAN - ASK RUFUS (1977) RUFUS / CHAKA KHAN - STREET PLAYER (1978) RUFUS / CHAKA KHAN - MASTERJAM (1979) RUFUS / CHAKA KHAN - CAMOUFLAGE (1981) PATRICE RUSHEN - SHOUT IT OUT (1976) PATRICE RUSHEN - PATRICE (1978) PATRICE RUSHEN - PIZZAZZ (1979) PATRICE RUSHEN - POSH (1980) PATRICE RUSHEN - STRAIGHT FROM THE HEART (1982) BRENDA RUSSELL - BRENDA RUSSELL (1978) BRENDA RUSSELL - LOVE LIFE (1981) BRENDA RUSSELL - TWO EYES (1983) Per questa estate che si preannuncia contraddistinta da un vuoto pneumatico di idee, valori, qualità, proviamo a segnalare ai giovani più sfigati della storia (gli adolescenti degli anni Ottanta) un album in grado di lenire la depressione generazionale di chi ebbe come modelli di riferimento estetici Drive In e Gioca Jouer. Brenda Russell è una sofisticata signora nata a Brooklyn e cresciuta dando del tu a Elton John, Robert Palmer, Michael Franks la figura ideale da cui farsi soccorrere quando incombono le serate evento o i rave party. Dopo un paio di dischi pregevoli ma incompiuti, per il terzo capitolo Brenda abbraccia senza indugi la dottrina A.O.R. in sinergia con alcuni dei suoi massimi esponenti. Il trittico introduttivo è da antologia del genere e varrebbe da solo il prezzo del CD: il tocco di Bill LaBounty si avverte nel passaggio lirico di un inguaribile bastian contrario - I dont want to look for love, I want love to find me - e nella sublime sintesi di finezza e seduzione che esalta la sequenza riff/strofa/ritornello di I Want Love To Find Me; lelegante cadenza curvilinea di Its Something rivela la partecipazione allo spartito di David Foster, per lennesimo standard firmato dal tastierista/produttore (poi ripreso da Lalah Hathaway); i micidiali accordi del piano elettrico percossi dal co-autore Michael McDonald scandiscono il ritmo di Hello People, travolgente ode allottimismo sentimentale che non schizzò in vetta alle classifiche perché le radio erano in mano a personaggi come Claudio Cecchetto*. Sotto la guida del guru Tommy LiPuma, nobilitata da contributi strumentali di lusso (Leon Pendarvis, Robbie Buchanan, Caleb Quaye, Dean Parks, Nathan East, Jeff Porcaro, John Robinson etc.), la scaletta si dipana lungo raffinate pop-song (Two Eyes), ballad scritte con Don Grusin (Stay Close), dediche prestigiose (Jarreau), affreschi metropolitani (New York Bars), drappelli di ospiti illustri e sprecati (Ill See You Again, Look Down, Young Soldier). Le vacanze al mare sono salve. [P.S. - 1) *Claudio Cecchetto, Giugno 2016: «Jovanotti è il più grande artista italiano». 2) Stevie Wonder, Al Jarreau, Christopher Cross, Randy Crawford, Rita Coolidge, David Lasley, Leon Ware, James Ingram, Patrice Rushen.] - B.A. Consulenza: Lorenzo 7Panella |
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