 ROCK
SANTANA - SANTANA
(1969) 
SANTANA - ABRAXAS
(1970) 
SANTANA - SANTANA
3 (1971) 
SANTANA - CARAVANSERAI
(1972) 
SANTANA - WELCOME
(1973)
SANTANA - BORBOLETTA
(1974)
SANTANA - AMIGOS
(1976)
A parte
linconfondibile marchio di fabbrica, i
quattro titoli del periodo 1972/1976 non sono legati da
un filo conduttore comune, tuttaltro, ma stanno
bene insieme perché segnano il passaggio graduale e
coerente dalle inedite atmosfere degli esordi (Santana,
Abraxas, Santana 3) alla matura sintesi
stilistica che imporrà Santana
tra i classici.
Caravanserai - Il novero delle canzoni si riduce
alle sole Just In Time To See The Sun, All The
Love Of The Universe, Stone Flower, per
lasciar spazio ai pezzi strumentali [Waves Within,
Look Up (To See Whats Coming Down), Song
Of The Wind, La Fuente Del Ritmo, Every
Step Of The Way] che fanno di Caravanserai un
capolavoro inossidabile. Introdotta dallonirica
inerzia di Eternal Caravan Of Reincarnation, la
complessa alchimia di suggestioni psichedeliche, fitte
trame percussive e squisiti accostamenti timbrici genera
un immane scroscio sonoro che Carlos riesce a frammentare
con assoli sempre ispirati e originali. Decisivo il
contributo di Gregg
Rolie (tastiere) e Neal Schon
(chitarra) che, subito dopo le registrazioni, se ne
andranno per fondare i Journey con Aynsley Dunbar e
Ross Valory.
Welcome - Tipico album di transizione, stretto
tra due pietre miliari e incerto tra diversi indirizzi
espressivi, Welcome contiene tuttavia alcuni
motivi di interesse, tra cui il fenomenale duetto con John McLaughlin
(Flame-Sky), la prestigiosa presenza di Flora
Purim (Yours Is The Light, Love, Devotion
& Surrender), lelegante piano elettrico di Tom Coster
(Samba De Sausalito), limmancabile sagra
ritmica (Mother Africa) a cura di Michael Shrieve
(batteria), Armando Peraza e José Chepito Areas
(percussioni). Da procurarsi, custodire e ascoltare in
abbinamento a Love Devotion
Surrender, inciso nello stesso anno e cointestato
a Santana e McLaughlin: al netto di sbandate mistiche,
divise da infermieri e
soprannomi improbabili (Devadip, Mahavishnu), è comunque
un pregevole saggio a opera di eccelsi improvvisatori.
 Borboletta - Una doverosa
menzione per il povero Enrico Sisti che, durante la sua
pregressa attività di cronista musicale, si sbracciò
invano per tessere le lodi di Borboletta. Aveva
ragione, il disco ha retto egregiamente la prova del
tempo. Dal raffinato amalgama di influenze jazz (Aspirations, Here And
Now), echi tropicali (Canto De Los Flores, Borboletta),
stupendi arrangiamenti fusion (Flor
De Canela, Promise Of A Fisherman) ed episodi
più radiofonici (Life Is Anew, Give And Take,
One With The Sun, Practice What You Preach,
Mirage), affiora linimitabile chitarra del
leader, ormai affiancato a tempo pieno dal fedele Tom Coster.
Amigos - Con lingresso in formazione di Greg Walker,
marcantonio dotato di una splendida voce acuta molto
simile a quella di Steve
Winwood, i Santana
schierano il loro miglior cantante di sempre,
perfezionando la svolta verso una raffinata pop-song dal
retrogusto esotico (Let Me, Tell Me Are You
Tired, Let It Shine). Il che non impedisce al
grande messicano di concepire uno standard che, oltre
ogni previsione, supererà persino la fama di Samba Pa
Ti: le memorabili otto note iniziali, la sublime
bellezza del tema, la torrida fuga latina e il lancinante
fraseggio elettrico di Europa (Earths Cry
Heavens Smile) si sono ormai installati
nellimmaginario collettivo dellintero orbe
terracqueo. - B.A.
SANTANA - FESTIVAL
(1977)
SANTANA - INNER
SECRETS (1978)
SANTANA - MARATHON
(1979)
SANTANA - ZEBOP!
(1981)
SANTANA - SHANGO (1982)
SANTANA - BEYOND
APPEARENCES (1985)
SANTANA - FREEDOM
(1987)
SANTANA - SUPERNATURAL
(1999)
BOB SEGER - RAMBLIN
GAMBLIN MAN (1969)
BOB SEGER - NOAH
(1969)
BOB SEGER - MONGREL
(1970)
BOB SEGER - BRAND
NEW MORNING (1971)
BOB SEGER - SMOKIN
O.P.S (1972)
BOB SEGER - BACK
IN 72 (1973)
BOB SEGER - SEVEN
(1974)
BOB SEGER - BEAUTIFUL
LOSER (1975)
BOB SEGER - NIGHT
MOVES (1976)
BOB SEGER - STRANGER
IN TOWN (1978)
BOB SEGER - AGAINST
THE WIND (1980)
SHAKATAK - DRIVIN
HARD (1981)
SHAKATAK - NIGHT
BIRDS (1982)
SHAKATAK - INVITATIONS
(1982)
SHAKATAK - OUT OF
THIS WORLD (1983)
SIMON &
GARFUNKEL - THE COLUMBIA STUDIO
RECORDINGS 1964-1970 
AMBROSE SLADE - BALLZY
(1969)
SLADE - PLAY
IT LOUD (1970)
SLADE - COZ
I LUV YOU (1972)
SLADE - SLAYED?
(1972)
SLADE - OLD,
NEW, BORROWED AND BLUE (1974)
SLADE - SLADE
IN FLAME (1974)
SLADE - NOBODYS
FOOLS (1976) 
SLADE - WHATEVER
HAPPENED TO SLADE (1977)
SLADE - RETURN
TO BASE ... (1979)
SLADE - WELL
BRING THE HOUSE DOWN (1981)
SLADE - TILL
DEAF DO US PART (1981)
SLADE - THE
AMAZING KAMIKAZE SYNDROME (1983)
SPARKS - HALFNELSON
/ SPARKS (1971/1972)
SPARKS - A
WOOFER IN A TWEETERS CLOTHING (1972)
SPARKS - KIMONO MY HOUSE
(1974) 
SPARKS - PROPAGANDA
(1974) 
 Il più inglese tra i complessi
americani*. Puro genio spalmato lungo mezzo secolo: molti
li hanno scoperti con la svolta elettronica di N° 1
In Heaven, qualcuno riuscì ad aggirare la censura
che soppresse Introducing
Sparks, altri continuano a prediligere le prime
folli invenzioni di A Woofer In A Tweeters
Clothing (peraltro prodotto da Todd
Rundgren) o di Halfnelson
eppure,
legittimi gusti personali a parte, i super-classici degli
Sparks sono
indubbiamente Kimono My House e Propaganda.
Se il look dal vivo proponeva la combinazione più
bizzarra con effetti esilaranti - un esagitato
bellimbusto hippy
e un impassibile travet dalle sembianze hitleriane
- lopera in studio accentuava il disorientamento
audio-visivo: uno stile ibrido, zeppo di frattaglie glam,
residui bubblegum,
melodie brillanti, ritmi isterici, umorismo surreale,
prodotto con certosina perizia da Muff
Winwood e sorretto dalleccezionale compattezza
della band britannica cui si debbono i superbi
arrangiamenti di entrambi gli album: prima Martin
Gordon, poi Ian Hampton (basso elettrico), quasi
assieme Adrian Fisher e Trevor White (chitarre), stabile
il compianto Norman Dinky Diamond (batteria).
La sequenza introduttiva di ciascun disco è da annali
del rock.
Kimono My House -  Il teatrale crescendo al cardiopalma che fa
da ouverture a This Town Aint Big Enough For
Both Of Us culmina nellesplosione di un
proiettile vagante, per poi deflagrare in una
parossistica sparatoria funzionale allo sviluppo
narrativo
è solo linizio
loggettiva bellezza di temi come Here In Heaven,
Thank God Its Not Christmas, Talent Is An
Asset illustra il limpido talento musicale di Ron
Mael, il quale esibisce altresì unimpagabile vena
di sceneggiatore comico su Amateur Hour (consigli
per seduttori alle prime armi) e Hasta Mañana
Monsieur [limperscrutabile espressione inclusa
nel testo (... kimono my
house mon amour ...) distorce il titolo di un
vecchio successo di Rosemary
Clooney (Come
On-A My House)]. Per registrare Falling In
Love With Myself Again, gloriosi marchi come Gibson e Rickenbacker
subiscono la dissacrante coercizione di piegarsi ai
farseschi passaggi strumentali di un assurdo minuetto in
¾ [qualche anno dopo (Lil Beethoven), Ron
Mael partorirà unanaloga I Married Myself].
Propaganda - Se possibile, la qualità artistica
si affina ulteriormente. La pop-song intesa come
esecuzione meticolosa e sollazzo intelligente lambisce
vette raggiunte solo dai 10cc
(anche Sheet Music è
del 1974). Il fulmineo preludio a
cappella di Propaganda predispone
lascoltatore alla vertiginosa serie di capolavori
in arrivo: se At Home At Work At Play, B.C.,
Something For The Girl With Everything travisano i
concetti di riff e filastrocca mescolandoli con
naturalezza, Thanks But No Thanks e Dont
Leave Me Alone With Her§ si installano
nellimmaginario privato con uno spiccatissimo senso
delleufonia, mentre le beffarde, stravaganti
considerazioni su materie impegnative come guerra ed
ecologia diventano, rispettivamente, Reinforcements
e Never Turn Your Back On Mother Earth, due
canzoni sublimi da collocare in cima al repertorio degli Sparks. [P.S. - 1)
*Ron e Russell Mael sono nati e cresciuti a Los Angeles.
2) Le origini ebraiche dei fratelli fugano
ogni sospetto malevolo. 3) §Solo omonima della Dont
Leave Me Alone With Her di Daryl Hall
(Sacred Songs).] - B.A.
SPARKS - INDISCREET
(1975) 
Tanto tempo fa
qualcuno scrisse che Indiscreet era il Sgt.
Peppers Lonely Hearts Club Band degli Sparks.
Lanonimo recensore intendeva sottolineare
lestrema originalità dellalbum e, nonostante
unaffermazione greve e ridondante, ci azzeccò in
pieno. Per assecondare linfallibile senso melodico
di Ron Mael serviva una direzione competente ma
disinibita: Tony Visconti era luomo ideale.
Rispetto agli altri dischi del periodo 1974/1977, il
suono distorto della chitarra elettrica resta in secondo
piano, per lasciare spazio alle giocose tastiere di Ron,
a spiritosi arrangiamenti bandistici (Get In The Swing;
Looks, Looks, Looks), e a solenni quartetti
darchi (Under The Table With Her) che
accentuano lesuberante comicità dei testi. Hospitality
On Parade, Tits e Without Using Hands
ci ricordano che nelle canzoni degli Sparks la componente
demenziale non va mai a detrimento della
musica. Linguaribile temperamento
vaudeville dei fratelli Mael non impediva
loro di proporre scintillanti motivetti pop-rock
come How Are You Getting Home?, The Lady Is
Lingering e Happy Hunting Ground. La sorpresa
della ristampa CD è una spettacolare versione di I
Want To Hold Your Hand, prodotta da Rupert Holmes: la
sofisticata rilettura orchestrale del classico dei
Beatles poggia su unintelligente manipolazione
degli accordi e sulla matura interpretazione di Russell
Mael. Un succulento assaggio dellimminente,
attesissima collaborazione (Big Beat). - B.A.
SPARKS - BIG
BEAT (1976) 
 Ci
credereste? Un album degli Sparks prodotto da Rupert Holmes!
Prima che accadesse veramente lavremmo considerata
unipotesi demenziale. Quasi come un disco dei Gentle Giant
prodotto da Barry
Manilow. Vediamo. I più strampalati esponenti
dellagonizzante scena glam collaborano
con laristocratico autore corteggiato da Broadway,
Dionne Warwick e Manhattan Transfer. Cosa aspettarsi? In
realtà, come solo i grandi registi sanno fare, Rupert
non interferì nei folli processi creativi di Ron Mael -
e come avrebbe potuto? - limitandosi a rifinire i
dettagli tecnici affinché, a fronte di arrangiamenti
intenzionalmente scarni, fosse garantita la migliore
qualità sonora possibile: ne scaturì un suono potente,
privo di sbavature, che valorizza al massimo la coesione
dellottima band e il falsetto, sempre
straordinario, di Russell Mael. I Bought The
Mississippi River, oltre che per i divertenti
sproloqui del protagonista, si ricorda per il superbo
rullante di Hilly Boy Michaels e per un
effervescente assolo elettrico di Jeffrey Salen, che
spinge il brano verso il suo climax. La pianola giocattolo che saltella sulla
schizofrenica Confusion accentua leffetto
comico di un irresistibile, penetrante ritornello.
Dissertare sul significato di canzoni intitolate Everybodys
Stupid o I Want To Be Like Everybody Else non
ci porterebbe da nessuna parte, ma il successo artistico
degli Sparks deriva proprio dal felice connubio tra
lesilarante nonsense dei testi e il continuo
ricorso a buffi cliché musicali (Big Boy; Screwed
Up; Nothing To Do; White Women).
Impossibile restare fermi e zitti quando la sezione fiati
introduce la felliniana I Like Girls.
La ristampa CD contiene due inediti che sono altrettante
preziose parodie (Tearing The Place Apart; Gone
With The Wind). - B.A.
SPARKS - INTRODUCING SPARKS
(1977) 
 Uno dei
grandi misteri del secolo scorso, un autentico best
kept secret. Il capolavoro degli Sparks, pubblicato
dalla CBS dopo il divorzio dalla Island, che diventa
anche il disco più raro della storia. Buon Dio, perché
accadono queste cose? Per la prima volta, invece di
utilizzare una band privata, i fratelli Mael
arruolarono alcuni specialisti esterni. Il professionismo
dei session-men non imbrigliò la prorompente
sregolatezza di Ron e Russell che, anzi, ebbero modo di
sbizzarrirsi nella personalizzazione di alcuni polverosi
topoi espressivi: un paio di sentiti omaggi
ai Beach Boys (Over The Summer; A Big Surprise),
un accorato lamento blues (Girls On The Brain),
uno spensierato inno alleterna giovinezza (Forever
Young), persino una spericolata incursione nel
folclore cosacco (Goofing Off), in cui il connubio
tra carica dissacrante e abilità strumentale raggiunge
livelli eguagliati solo dai 10cc e da Zappa. Non
mancano due autocitazioni stilistiche: Im Not
e Occupation vivono di un miracoloso equilibrio
tra canzone pop e filastrocca per bambini. Con la
frizzante melodia di Ladies, vicina ad alcune cose
dei Supertramp, Ron Mael continua a sfogare la propria
inguaribile ossessione per le donne. Those Mysteries
chiude degnamente lalbum (e la stagione più felice
degli Sparks) con
un ironico interrogativo sul senso della vita. In tutti
gli episodi, lesito musicale non è mai meno che
superbo. [P.S. - Il CD è stato ristampato solo nel 2006,
su etichetta personale degli artisti (Lil
Beethoven), tramite riversamento digitale da una copia in
vinile, probabilmente perché il master analogico
risultava smarrito o indisponibile: davvero ci si può
biasimare quando esultiamo per il collasso finanziario
dellindustria discografica?] - B.A.
SPARKS - N°1
IN HEAVEN (1979)
SPARKS - TERMINAL
JIVE (1980)
SPARKS - WHOMP
THAT SUCKER (1981)
SPARKS - ANGST
IN MY PANTS (1982)
SPARKS - SPARKS
IN OUTER SPACE (1983)
SPARKS - PULLING
RABBITS OUT OF A HAT (1984)
SPARKS - MUSIC
THAT YOU CAN DANCE TO (1986)
SPARKS - INTERIOR
DESIGN (1988)
SPARKS - GRATUITOUS
SAX & SENSELESS VIOLINS (1994)
SPARKS - BALLS
(2000)
SPARKS - LIL
BEETHOVEN (2002)
SPARKS - HELLO
YOUNG LOVERS (2006)
SPIRIT - SPIRIT
(1968)
SPIRIT - THE
FAMILY THAT PLAYS TOGETHER (1969)
SPIRIT - TWELVE
DREAMS OF Dr. SARDONICUS (1970)
SPLIT ENZ
- MENTAL NOTES (1975)
SPLIT ENZ
- SECOND THOUGHTS (1976)
SPLIT ENZ
- DIZRYTHMIA (1977)
SPLIT ENZ
- FRENZY (1978)
SPLIT ENZ
- TRUE COLOURS (1979)
BRUCE
SPRINGSTEEN - THE WILD, THE INNOCENT
& THE E STREET SHUFFLE (1973)
I personaggi di
Springsteen vivono nella provincia americana, svolgono
lavori segnati dal fischio della sirena, si fanno
travolgere da amori tormentati, sono attratti dal
miraggio della terra promessa. Eppure
cè sempre spazio per la redenzione. Rosalita
(Come Out Tonight) è un inno alla fuga da quella
vita: una miscela esplosiva di R&B, con accelerazioni
improvvise e il sax di Clarence Clemons sempre in
evidenza. Già allepoca Bruce si avvaleva di
musicisti rodati da lunghe tournée in tutti gli angoli
degli Stati Uniti: David Sancious e Danny Federici
(tastiere), il discusso - ma efficace - Vini Lopez
(batteria) e lo stesso Clemons (tenore) formano il
poderoso architrave che sostiene gli arrangiamenti (New
York City Serenade; Incident On 57th Street; Kitty's
Back). Un disco classico. - Antonio Ravetti
Pasquali
BRUCE SPRINGSTEEN - BORN
TO RUN (1975)
BRUCE SPRINGSTEEN - THE
RIVER (1980)
STEALERS
WHEEL - STEALERS WHEEL
(1972)
AL STEWART - MODERN
TIMES (1975)
AL STEWART - YEAR
OF THE CAT (1976)
AL STEWART -
TIME PASSAGES (1978)
ROD STEWART - SING
IT AGAIN ROD (1973)
ROD STEWART - ATLANTIC
CROSSING (1975)
ROD STEWART - A
NIGHT ON THE TOWN (1976)
ROD STEWART -
FOOT LOOSE & FANCY FREE
(1977)
 Grazie
ai successi planetari di Reason To Believe (Sing
It Again Rod), Sailing (Atlantic Crossing)
e Tonights The Night (A Night On The Town),
nel 1977 il cantante scozzese era già diventato Rod Stewart.
Quellanno, poco prima di svilire una nobile
carriera con limbarazzante Da Ya Think Im
Sexy?, Rod incise un ultimo grande album che si
raccomanda per la splendida ballad Youre In My
Heart, accompagnata da Fred
Tackett e poi assurta a inno calcistico, per il
sanguigno arrangiamento dal retrogusto progressive di You Keep Me
Hangin On e, soprattutto, per una memorabile,
meravigliosa cover di (If Loving
You Is Wrong) I Dont Want To Be Right,
dolorosa cronaca adulterina in chiave soul
scritta da Homer Banks, Carl Hampton e Raymond Jackson,
di cui Stewart si impossessa con sospetta
naturalezza, offrendone una versione persino più
espressiva delle storiche registrazioni di David
Ruffin (David Ruffin)
e Millie
Jackson (Caught Up). Leterna
storia del poveruomo con moglie e figli a carico che
tocca il fondo imbarcandosi in una relazione clandestina
e senza futuro sollecita lintensa prova vocale di
Rod e lefficace accostamento tra il piano acustico
di David Foster,
pioniere A.O.R. e ospite
assiduo di queste pagine, e la chitarra elettrica di Steve
Cropper, mitico autore di Knock On Wood, In
The Midnight Hour e (Sittin On) The Dock Of
The Bay, trasformando una canzone damore in
unopera darte. Chi ancora non la conosce,
corra ad ascoltarla. - B.A.
ROD STEWART - VAGABOND
HEART (1991)
STEPHEN STILLS - STEPHEN
STILLS (1970)
STEPHEN STILLS - MANASSAS
(1972)
STOOGES - THE
STOOGES (1969)
STOOGES
- FUN HOUSE (1970)
Frastuono assordante.
Spirito ribelle. Vigore inesausto. Cè gente a cui
questa roba piace. Chi siamo noi per sindacare certe
scelte? Inoltre, se proprio si apprezza il rock ad alto
voltaggio, le prime incisioni di MC5 e Stooges vantano
almeno una caratteristica positiva e indiscutibile: la
spontaneità. Vorremmo solo osservare che si tratta di
album risalenti al biennio 1969/1970, cioè a ben sei
anni prima che del punk si udisse anche il più flebile
vagito. Ma allora, non paia tendenzioso un interrogativo
dettato dallo sconcerto: che bisogno cera di quel
fenomeno da baraccone - chiedete a Malcolm McLaren - che
ha ucciso la fantasia decretando la fine di processi
autenticamente creativi come il progressive
e lA.O.R.? In altre
parole, caro giovane anarco-insurrezionalista che non sei
altro, non potevi goderti questa musica nella sua forma
originale senza sbriciolarci i testicoli con caricature
scadenti e intempestive? Come hai fatto a non accorgerti
che la new wave era già morta e sepolta nel
1970? Eri troppo indaffarato con siringhe e cucchiaini?
Lo sai che per colpa tua la stampa
specializzata cominciò a perseguitare senza tregua
chiunque sapesse suonare uno strumento e che noi dovemmo
spendere una fortuna per cercare i dischi di Rupert Holmes e Bobby Caldwell
in Giappone? Chi paga i danni? Forse i tuoi amici
punk-a-bestia? - B.A.
STYLE COUNCIL - INTRODUCING
THE STYLE COUNCIL (1983)
STYLE COUNCIL - CAFÈ
BLEU (1984)
STYLE COUNCIL - OUR
FAVOURITE SHOP (1985)
SUPERTRAMP - CRIME OF THE CENTURY
(1974) 
Diversi anni prima
dei Pink Floyd (The Wall) e in anticipo anche sui
Kinks (Schoolboys In
Disgrace), i Supertramp demoliscono il sistema
educativo occidentale con laccusa lucida e
circostanziata di School. Introdotta da
unarmonica memore di Ennio Morricone e
dallarpeggio elettrico che si insinua in un cortile
gremito di bambini, la canzone presenta al mondo il
quintetto rifondato con larrivo di Dougie Thomson
(basso), Bob C. Benberg (batteria) e John Anthony
Helliwell (fiati). Linedita sintesi di pop inglese,
scorie progressive, echi jazz e dottrina Beatles
è evidenziata dallarrangiamento che, con micidiale
precisione, incunea strofa e intermezzo in una portentosa
fuga strumentale. Due fattori, in particolare,
determineranno il successo artistico dellalbum: 1)
la qualità hi-fi ottenuta dal mago dei suoni Ken Scott,
che superava persino i traguardi appena raggiunti da The Dark Side Of The Moon;
2) i rispettivi stili degli autori - Roger Hodgson e
Richard Davies - ormai maturi e definiti. Idealista,
visionario, a tratti mistico, Hodgson leva un inno alla
speranza con la struggente melodia di Hide In Your
Shell, per poi passare ai sogni traditi di If
Everyone Was Listening e al giocoso anticonformismo
della filastrocca Dreamer, ripresa nientemeno che
da Renato Zero (Sgualdrina). Altrettanto
sensibile, ma più concreto e sanguigno, Davies espone la
propria filosofia col gagliardo R&B di Bloody Well
Right, i cui stacchi ritmici vengono smussati da un
elegante assolo di sax. Altrove Richard disegna romantici
anti-eroi sconfitti dalla vita: un perdente
irrecuperabile (Rudy) e un pazzo che, per sfuggire
al manicomio, dissimula i disturbi psichici con
listrionismo (Asylum). Crime Of The
Century cala il sipario allinsegna della
suspense: un colpo di scena finale ci rivela che, dietro
al crimine del secolo, si celano i colpevoli
più insospettabili
- B.A.
SUPERTRAMP - CRISIS?
WHAT CRISIS? (1975)

I Supertramp -
insieme a 10cc, Roxy Music, Al
Stewart e Queen - animarono la scena britannica intorno
alla metà degli anni '70, durante il passaggio dal progressive al degrado morale,
tentando una strada diversa per salvare il rock
dallestinzione. A.O.R.
allinglese? Lo ammettiamo: lespressione è
balorda. Ma non è colpa nostra se i giornalisti hanno
abusato per anni del linguaggio, svuotando di ogni
significato anche quelle poche sigle, definizioni ed
etichette dotate di una pur minima coerenza semantica.
Pertanto, se parlare di arte pop può
risultare mistificante, molto semplicemente i Supertramp a)
recuperavano il piano acustico in unepoca dominata
dalla grancassa assillante della disco e
dalle chitarre scordate del punk; b) continuavano
a credere nel potere della melodia proprio mentre la
stampa perseguitava Paul McCartney per le sue Silly
Love Songs; c) esibivano come membro stabile
della formazione addirittura un fiatista, dal gusto molto
retrò (John Anthony Helliwell). La band era guidata da
un tandem di autori fuori dal comune: Richard Davies,
splendida voce sottilmente gutturale e agilissime dita
honky-tonk; Roger Hodgson, indole tormentata, voce quasi
fanciullesca, un vero asso con chitarre e tastiere. Dopo
un disco da isola deserta come Crime Of The Century,
il nuovo album è annunciato da una copertina geniale,
realizzata ancora dal grande Fabio Nicoli. Per
individuare affinità e differenze tra lo stile di
Hodgson e quello di Davies si raffrontino,
rispettivamente, Easy Does It e Sister
Moonshine, radiose e cantabili, con Aint
Nobody But Me e Another Mans Woman,
trainate da una vigorosa spinta ritmica. Analogo criterio
ludico-cognitivo può applicarsi a Lady (Hodgson),
scandita dallimpeto percussivo del Wurlitzer, e Poor
Boy (Davies), calata in unatmosfera swing
artefatta eppure credibile, anche grazie
allelegante assolo di clarinetto. Su A Soapbox
Opera, linclinazione drammaturgica di Hodgson
è sottolineata da un magnifico arrangiamento orchestrale
di Richard Hewson. Intonata in coppia da Roger e
Richard, Just A Normal Day è una languida ballad
culminante in un luminoso intervento al sax soprano di
Helliwell. Fa male osservare quanto il titolo - Crisis?
What Crisis? - si attagli perfettamente alle
capacità di discernimento degli italiani. - B.A.
SUPERTRAMP - EVEN
IN THE QUIETEST MOMENTS (1977)
SUPERTRAMP - BREAKFAST IN AMERICA
(1979)
Crime
Of The Century e Crisis? What Crisis?
sembravano fatti apposta per lanciare su un mercato non
ancora drogato di TV una musica costruita su scritture
complesse - ma non contorte - e grandi spazi per il
virtuosismo. Ai Supertramp, inglesi, raffinati e ribelli
in egual misura, competeva quel settore mediano fra progressive e pop-song cui
ambivano, facendo però ricorso a un maggior quoziente di
creatività e ironia, anche i 10cc.
Breakfast In America iniziava come un disco dei
Genesis e proseguiva secondo gli estri pianistici di
Roger Hodgson e Richard Davies, ai quali era affidato il
compito di scandire il vorticoso ritmo di canzoni
allegre, spiritose, radiofoniche, mai banali, composte ma
anche un po folli. Alcune sono diventate dei
classici (Goodbye Stranger, Breakfast In
America, Take The Long Way Home). The Logical Song arrivò
in quel limbo dal quale cento motivi definiscono
unepoca. La spavalda eccentricità che la band
seppe mostrare e "controllare" in occasione di
questo album suona fresca ancora adesso, e se a qualcuno
venisse in mente di riempirci una cassetta, accostandoli
ai 10cc di Bloody
Tourists, chi mai potrebbe dargli torto? -
Enrico Sisti
SWING OUT SISTER - ITS
BETTER TO TRAVEL (1987)
SWING OUT SISTER - KALEIDOSCOPE
WORLD (1989)
SWING OUT SISTER - GET
IN TOUCH WITH YOURSELF (1992)

|