A.O.R.
ERIC TAGG - SMILIN MEMORIES (1975) ERIC TAGG - RENDEZ-VOUS (1977) ERIC TAGG - DREAMWALKIN (1982) Eric Tagg ha conservato una sua personale cifra stilistica, pur restando organico al mainstream dellAdult Contemporary. Una proficua permanenza nella band di Lee Ritenour e la passione per la musica brasiliana lo hanno spinto a ricercare una maggiore libertà espressiva, e persino melodica, nei confronti del clan che fa riferimento a David Foster e Jay Graydon, due personalità che hanno fatto grande questo genere ma che talvolta hanno omogeneizzato e reso quasi indistinguibili le proprie produzioni (beninteso, sempre a un livello eccelso). Ricordate la consuetudine di scegliere il brano migliore per far ascoltare ai vostri amici un nuovo disco? In questo caso laccorgimento sarebbe privo di senso, perché le canzoni sono tutte bellissime. Se Marzipan e Just Another Dream sono chiaramente ispirate al miglior Stevie Wonder, dietro la filastrocca rock di Cry Baby possono celarsi i Beatles, David Paich o i Supertramp. Letereo tema di Dreamwalkin aderisce perfettamente al titolo dellalbum. Per lorecchio più fine, il tocco di Bill Champlin su Promises Promises è inconfondibile: se possibile, questa versione supera quella, già notevole, contenuta in Rit/2 di Ritenour. Dotato di un timbro vocale duttile e affascinante, Tagg è anche un autore di talento: No One There, A Bigger Love e In The Way tradiscono la nostalgia dellartista per le sofisticate atmosfere del soul anni '70. - B.A. ERIC TAGG - THROUGH MY EYES (1997) A distanza di quindici anni dal bellissimo Dreamwalkin, Eric Tagg torna a far parlare di sé con un altro lavoro degno della miglior tradizione A.O.R. - Interprete prediletto di Lee Ritenour - preziose le sue performance su Rit e Rit/2 - Tagg propone dieci brani originali più un re-make, Heaven Is Ten Zillion Light Years Away di Stevie Wonder, realizzando un perfetto blending tra pop e jazz. - Mauro Ronconi JAMES TAYLOR - WALKING MAN (1974) JAMES TAYLOR - GREATEST HITS (1976) JAMES TAYLOR - JT (1977) JAMES TAYLOR - GREATEST HITS VOLUME 2 (2000) JAMES TAYLOR - COVERS (2008) DIANE TELL - CHIMÈRES (1982) ALI THOMSON - DECEPTION IS AN ART (1978) BLAISE TOSTI - AMERICAN LOVERS (1980) TOTO - TOTO (1978) TOTO - TOTO IV (1982) JOHN VALENTI - ANYTHING YOU WANT (1976) JOHN VALENTI - I WONT CHANGE (1981) RAFE VAN HOY - PRISONER OF THE SKY (1980) GINO VANNELLI - CRAZY LIFE (1973) Gli elementi caratteristici della poetica di Gino Vannelli sono già tutti presenti in questa opera prima. Il forte senso di appartenenza alla famiglia (Granny Goodbye) - forse retaggio delle origini italiane - e la maniera di proporsi come uomo passionale ma fedele (One Woman Lover) diventeranno temi ricorrenti dei suoi testi. Le tastiere del fratello Joe e le percussioni sono subito protagoniste della sua musica, chiaramente ispirata al jazz, e le sue doti di cantante, già largamente convincenti, lasciano intravedere un enorme margine di miglioramento. Non stupisce che Herb Alpert, co-fondatore della A&M, si convinse immediatamente delle potenzialità di questo cantautore e lo incoraggiò a incidere un disco che, per essere un esordio, è più che un successo e che contiene almeno due brani che non sfigurano accanto alla produzione più matura di Vannelli: Crazy Life e Theres No Time. Ricorderemo questo album anche come uno dei più brevi della storia del rock, solo 24 minuti. La foto di copertina è una straordinaria testimonianza di come il look, negli anni Settanta, fosse tuttaltro che una priorità. - B.A. GINO VANNELLI - POWERFUL PEOPLE (1974) Se lalbum desordio aveva rivelato un talento indubbio, ma ancora latente, Powerful People iscrive Gino Vannelli nel club dei grandi. Due individui, in particolare, sono responsabili dei pionieristici arrangiamenti fusion: sovrapponendo piano elettrico e sintetizzatore, Joe Vannelli crea unorchestra virtuale dalla spiccata attitudine percussiva, mentre il batterista anglo-canadese Graham Lear moltiplica la scansione ritmica con pause e stoccate che faranno scuola. Lo squisito repertorio lirico-musicale delinea il profilo, ormai nitido, di un autore. People Gotta Move è un portentoso instant classic che si installa nellimmaginario collettivo come singolo per tutte le stagioni e dimostra al popolo del sabato sera che è possibile ballare senza perdere la dignità. Un paio di ballad sensuali e sofisticate (Lady; Felicia) definiscono linimitabile stile che caratterizzerà anche i capolavori successivi. Le radici formative affiorano sulla dedica al compianto Jim Croce (Poor Happy Jimmy), appena deceduto in un incidente aereo: «... hes got a funky paraphrase, it sounds like good time jazz ...». Jack Miraculous offre un eloquente saggio dellimpeto soul di cui è capace loriundo molisano. Linvettiva civile di Powerful People accusa i poteri forti di inquinare il pianeta riducendolo a un cesso: «... look at the powerful people, stealing the sun from the day look at the ominous people, draining the salt from the sea ...». Tuttavia, invece che propinare una pallosa cantilena di tre accordi, la protest-song di Gino assume la forma di unemozionante, complessa suite trainata dallorgano di Richard Baker. [P.S. - Sulla Repubblica del 4 Ottobre 2004, Giuseppe Videtti riuscì nellimpresa, apparentemente disperata, di elencare gli artisti rock canadesi omettendo i nomi di Gordon Lightfoot, Marc Jordan e Gino Vannelli. Mitico!] - B.A. GINO VANNELLI - STORM AT SUNUP (1975) GINO VANNELLI - THE GIST OF THE GEMINI (1976) GINO VANNELLI - A PAUPER IN PARADISE (1977) La
trilogia che precede il testo sacro Brother To Brother
rappresenta comunque un corpus musicale indispensabile
per i cultori di Gino
Vannelli. Coordinati da Joe
Vannelli, gli arrangiamenti affinano la collaudata
formula a due tastiere e senza basso di Powerful People, che
cambierà solo nel 1978 con larrivo del fenomeno Jimmy
Haslip. GINO VANNELLI - BROTHER TO BROTHER (1978) Gli appassionati lo considerano quasi unanimemente il capolavoro di Gino Vannelli ed è davvero difficile opporre una qualsiasi obiezione (noi ci limitiamo a sussurrare che il successivo Nightwalker è almeno sullo stesso livello). Che Brother To Brother rappresenti una svolta si intuisce fin dalla copertina: le atmosfere notturne e le tinte scure che avevano dominato fino a quel momento lasciano il posto alla riposante luminosità di una spiaggia. La foto esprime un evidente stato di serenità. E il momento di fermarsi a riflettere sulla vita, sui legami, sullamore. Se a chiarire limportanza che Gino attribuisce alla famiglia non bastassero titoli come Brother To Brother e People I Belong To, cè anche lesordio in ditta di Ross Vannelli, in veste di co-arrangiatore e co-produttore. Lultimo fratello si fa subito apprezzare portando in dote una sua composizione, I Just Wanna Stop, che diventa istantaneamente un mega-successo di proporzioni planetarie e un classico per tutte le stagioni. Unaltra innovazione di rilievo è la presenza, in tre brani, di un bassista in carne e ossa, il prodigioso Jimmy Haslip (YellowJackets), mancino che suona uno strumento per destri imbracciandolo al contrario. Il suo duetto con la batteria di Mark Craney, sulla title-track, è geometrico ma lascia senza fiato. Alla chitarra viene dato uno spazio superiore a quello concesso in ogni altro disco precedente: la ragione è Carlos Rios, fenomeno delle sei corde che ritroveremo, qualche tempo dopo, su un live di Mark & Almond. La sua performance su tutto il disco è superlativa e il suo assolo su Brother To Brother lo colloca accanto ai totem di Jimmy Page su Stairway To Heaven [Led Zeppelin (IV)] e di Jay Graydon su Peg (Aja). Ci si chiede spesso come sia stato possibile che, a influenzare gli anni Ottanta, siano stati i Sex Pistols e i Talking Heads piuttosto che dischi come questo. Forse il tempo ci aiuterà a capire. - B.A. GINO VANNELLI - NIGHTWALKER (1981) Chi ha visto Gino Vannelli dal vivo nel Febbraio del 2007 e, magari, si trovava in compagnia di signore e fanciulle entusiaste, alluscita dal concerto ha dovuto subire il rito umiliante del confronto. Alla platea gremita di maschi con trippa, chierica e pappagorgia dordinanza, infatti, si è presentato un tenebroso adone in jeans, senza un filo di adipe, provvisto di una folta criniera appena cosparsa dargento e, soprattutto, ancora dotato di una voce capace di sedurre perdutamente il gentil sesso. Che il trio acustico reclutato abbia fatto rimpiangere la mitica sera del 15 Marzo 1992 a Roma, poi, è un dettaglio irrilevante, perché dischi come Nightwalker rimangono a sancire un indiscusso status di immortale del rock. Correva lannus horribilis 1981. Come spesso accade, nei momenti cupi arriva lispirazione: se laddio alla A&M aveva prodotto nientemeno che Brother To Brother, il sofferto rapporto con lArista, anchesso destinato alle carte bollate, spronerà Gino a incidere un altro capolavoro. Gli spettacolari arrangiamenti fusion, concepiti su misura per lo stratosferico quartetto [Joe Vannelli (tastiere), Mike Miller (chitarre), Neil Stubenhaus (basso), Vinnie Colaiuta (batteria)], si amalgamano ai cori delle tre sirene (Stephanie Spruill, Julia Waters, Maxine Waters), provocando uno tsunami sonoro che travolge inguine, cuore e cervello. Lambigua immagine di sciupafemmine che crede nei sentimenti (Stay With Me) si alterna a quella di amante sedotto e abbandonato [Nightwalker; Sally (She Says The Sweetest Things)], raggiungendo sublimi vette poetiche con Put The Weight On My Shoulders, una delle più belle canzoni degli anni '80, ripresa anche da Mina con parole tradotte da Vittorio De Scalzi [Tu Sarai La Mia Voce (Salomè)]. Su Living Inside Myself, Joe Vannelli assimila il tocco pianistico di David Foster, rielaborandolo in unelegantissima ballad A.O.R.. Laureato con lode nel prestigioso ateneo di Frank Zappa (Joes Garage; Shut Up n Play Yer Guitar; Tinseltown Rebellion), Colaiuta si lancia in vertiginosi break ritmici (Seek And You Will Find; Santa Rosa), trovando in Miller e Stubenhaus due partner allaltezza. Uno slancio di incrollabile ottimismo risuona nel roboante gospel di I Believe, col sax di David Boruff che ne sottolinea il messaggio: « I believe that love can find a way and I believe that a heart of stone can break ». Fosse vero! - B.A. GINO VANNELLI - TWISTED HEART (1982) Gino Vannelli: «L'album era pronto, ma alla Arista non piacque era tutto suonato nel mood di "The Longer You Wait", molto semplice, basso, batteria e chitarra, ma loro volevano che facessi qualcosa sul genere degli Air Supply ... non apprezzavano quel tipo di approccio, quel sound energico, quasi rock. Ebbi degli scontri terribili con la compagnia, non riuscii a registrare nulla nei due anni successivi.» - Giancarlo Mei: «Che fine ha fatto il master del disco? Con l'attuale febbre per le rarità che circola tra gli appassionati, oggi unedizione CD avrebbe sicuramente un mercato » - Gino Vannelli: «Il master appartiene a me interessante quello che dici, penso che andrò a riascoltarmi quel materiale e, magari, penserò a questa eventualità». - Giancarlo Mei In una sconvolgente intervista concessa in esclusiva a Giancarlo Mei - cronista musicale attendibile, 'rara avis' nella categoria - Gino confessò quello che molti collezionisti avrebbero preferito non scoprire mai: il disco fantasma Twisted Heart esisteva veramente, egli ne possedeva sia i diritti che i nastri originali, e tuttavia la possibilità (concreta) di unesumazione postuma era da escludere. È chiaro il concetto? Cè un album di Gino Vannelli inciso, mixato e ultimato nel 1982, che in pratica non si può ascoltare perché non è mai stato stampato*, neanche in vinile. Allepoca la Arista pubblicò solo il 45 giri - The Longer You Wait - che peraltro scalò le classifiche allistante: unepica esortazione a cogliere lattimo senza indugi, enfatizzata da un colossale muro sonoro di organo e batteria. Se, come è ipotizzabile, gli altri brani sono al livello del singolo, Clive Davis - mogul delletichetta - perpetrò un autentico abominio. Sarebbe opportuno che gli appassionati sollecitassero uniniziativa seria per risolvere il problema. [P.S. - 1) *Secondo voci non confermate, il Long Playing fu messo in vendita in Canada, ma ritirato dai negozi dopo poche ore. Una sessantina di copie furono comunque acquistate (pare ve ne sia una in Italia, da qualche parte in provincia di Ferrara ). La formazione schierava Gino e Joe Vannelli, Mike Miller (chitarra), Jimmy Haslip (basso elettrico), Mark Craney (batteria); 2) Ross Vannelli smentisce (quasi) categoricamente: « it has been so long that I dont remember all the details, but to the best of my recollection this recording was never completed and never ready for a release ».] - B.A. GINO VANNELLI - BLACK CARS (1984) La virulenta sindrome degli anni Ottanta [I.C.S. (Indottrinamento Collettivo Sistematico)] ha avuto la meglio anche sui robusti anticorpi di Gino Vannelli. Siamo comunque di fronte a un disco interessante. - B.A. GINO VANNELLI - BIG DREAMERS NEVER SLEEP (1987) GINO VANNELLI - INCONSOLABLE MAN (1990) GINO VANNELLI - YONDER TREE (1995) GINO VANNELLI - SLOW LOVE (1998) VINEGAR JOE - VINEGAR JOE (1972) VINEGAR JOE - ROCK N ROLL GYPSIES (1972) VINEGAR JOE - SIX STAR GENERAL (1973) VINEGAR JOE - SIX STAR GYPSIES [Antologia] JAMES WALSH - IVE GOT THE FEELIN (1979) JIMMY WEBB - WORDS AND MUSIC (1970) JIMMY WEBB - AND SO: ON (1971) JIMMY WEBB - LETTERS (1972) JIMMY WEBB - LANDS END (1974) JIMMY WEBB - EL MIRAGE (1977) JIMMY WEBB - ANGEL HEART (1982) Angel Heart è una spaventosa rassegna di canzoni perfette, un modello inarrivabile di fusione fra generi. - Enrico Sisti È sufficiente un minimo di buon senso per riservare a Jimmy Webb un posto in prima fila nellèlite degli autori moderni, insieme a John Lennon & Paul McCartney, Burt Bacharach, Walter Becker & Donald Fagen e qualche altro. Pianista, produttore di talento e miliardario grazie alle royalties di successi planetari come Up, Up and Away, By The Time I Get To Phoenix, MacArthur Park, egli è, dalla fine degli anni Sessanta, il songwriter prediletto di interpreti del calibro di Frank Sinatra, Art Garfunkel, Joe Cocker, Richard Harris, Glen Campbell. Allepoca di Angel Heart, dunque, Jimmy Webb era già, da diverso tempo, un totem della musica americana. Non deve stupire dunque, che per aiutarlo in questo progetto, il sesto a suo nome, sia accorso un gruppo di superstar degno di un ex-Beatle: Gerry Beckley (America), Graham Nash, Michael McDonald, Kenny Loggins, Valerie Carter, Daryl Hall, Leah Kunkel, Stephen Bishop. Coristi di lusso, che arricchiscono il timbro vocale ordinario di Jimmy. La struttura di ogni brano poggia sulla collaudata sovrapposizione di piano acustico/piano elettrico, formula che ancora una volta si rivela vincente. La batteria di Jeff Porcaro, qualche assolo di chitarra da antologia e limpeccabile produzione di Matthew McCauley e Fred Mollin fanno il resto. Laspetto sorprendente dellalbum è lo straordinario processo evolutivo cui Webb ha sottoposto il proprio stile, adattandolo ai più innovativi dettami dellA.O.R. - Una canzone su tutte, In Cars, commossa rievocazione delle prime effusioni erotiche in auto, incisa poco prima anche da Glen Campbell (Its The World Gone Crazy) e Art Garfunkel (Scissors Cut), verrà ricordata come uno dei rari standard scritti negli anni Ottanta. - B.A. JIMMY WEBB - THE LAST UNICORN (ORIGINAL SOUNDTRACK) (1982) JIMMY WEBB - SUSPENDING DISBELIEF (1993) JIMMY WEBB - TEN EASY PIECES (1996) JIMMY WEBB - TWILIGHT OF THE RENEGADES (2005) JIMMY WEBB - JUST ACROSS THE RIVER (2010) SUSAN WEBB - BYE-BYE PRETTY BABY (1975) Chi già conosce Reunion (gli altri si informino ) ricorderà certo About The Ocean, struggente ballad che, in una scaletta straordinaria, recava una firma diversa da quella del celebre fratello Un anno dopo le storiche sedute con Glen Campbell, Jimmy Webb si imbarca in unimpegnativa doppia produzione che lo vede allaffettuoso servizio della sorella Susan e della diva Cher. Il cimento genera due dischi minori ma splendidi - Bye-Bye Pretty Baby, Stars - pregiati reperti musicali degli anni Settanta meno sovversivi e più disillusi, in cui il ritorno al privato era vissuto con una compostezza e una spontaneità ignote al cafonissimo decennio successivo. Pur non disponendo della stratosferica voce mezzosangue di Cher, Susan possiede un timbro teneramente femminile e capace di grande intensità. Il metodo di lavoro in studio ha reso celebre il tocco di Jimmy Webb: ispirazione senza compromessi, scelta scrupolosa delle canzoni, collaboratori motivati e affidabili [Albert Lee, Fred Tackett (chitarre), Jim Gordon, Jim Keltner (batteria) etc.]. Autrice parsimoniosa ma espressiva, con le romantiche carezze orchestrali di For You e Fingers Susan conferma lo stile dellindimenticabile About The Ocean. In primo piano, un paio di cover nobili come A Case Of You di Joni Mitchell, dal suo manifesto Blue, e Helplessly Hoping di Stephen Stills, dallesordio di Crosby, Stills & Nash (Crosby, Stills & Nash). Il repertorio si fa ancora più eterogeneo col recupero di brani inconsueti come Same Old Man, lato B di un 45 giri dellex-Fairport Convention Ian Matthews [(These Days) Valley Hi], Tragedy, pop-song portata al successo prima da Thomas Wayne (1959) poi dai Fleetwoods (1961), Isnt That So?, standard folk del cantautore renitente alla leva per il Vietnam Jesse Winchester (Third Down, 110 To Go), qui arrangiata in chiave soul, Bye-Bye Pretty Baby, delizioso divertissement dixieland che rielabora uno spartito del 1927. - B.A. FRANK WEBER - AS THE TIME FLIES (1978) FRANK WEBER - FRANK WEBER (1980) FRANK WEBER - BEFORE YOU (2010) CORY WELLS - TOUCH ME (1978) PAUL WILLIAMS - JUST AN OLD FASHIONED LOVE SONG (1972) PAUL WILLIAMS - LIFE GOES ON (1973) PAUL WILLIAMS - HERE COMES INSPIRATION (1974) PAUL WILLIAMS - A LITTLE BIT OF LOVE (1974) PAUL WILLIAMS - ORDINARY FOOL (1975) ALLEE WILLIS - CHILDSTAR (1974) WILSON BROS. - ANOTHER NIGHT (1979) NANCY WILSON - WITH MY LOVER BESIDE ME (1991) MARK WINKLER - JAZZ LIFE (1980) STEVE WINWOOD - STEVE WINWOOD (1977) STEVE WINWOOD - ARC OF A DIVER (1980) Pare
che entrambi i CD siano molto
rari, nel senso che, dopo le prime edizioni su etichetta
originale, gli attuali proprietari del catalogo Island
hanno abolito le ristampe
e pensare che
lindustria discografica ha anche il coraggio di
lamentarsi se poi appassionati e collezionisti si
scambiano i file in rete
STEVE WINWOOD - TALKING BACK TO THE NIGHT (1982) STEVE WINWOOD - BACK IN THE HIGH LIFE (1986) STEVE WINWOOD - ROLL WITH IT (1988) BILL WOLFER - WOLF (1978) LAUREN WOOD - LAUREN WOOD (1979) LENNY ZAKATEK - LENNY ZAKATEK (1979) |
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