CINEMA

Questa sezione è dedicata a “original soundtracks” di particolare rilievo e a pellicole significative per la presenza di personaggi importanti. Al fine di rendere meno arbitraria e approssimativa la selezione, si accettano volentieri suggerimenti da chiunque intenda segnalare lacune o correggere dati inesatti. Per amore di sintesi, in assenza di recensioni dettagliate, alla voce “Musica” corrisponde l’autore o l’interprete di quello che viene abitualmente definito “main theme”. Ex.: al di là degli altri artisti coinvolti, Nashville di Robert Altman viene giustamente identificato con la celeberrima canzone di Keith Carradine che vinse l’Oscar (I’m Easy). Le opere sono elencate secondo l’ordine alfabetico del titolo originale (in rosso le rispettive, eventuali traduzioni). Data la vastità dell’argomento trattato, le pagine in oggetto sono destinate a una crescita lenta, ma inesorabile. - B.A.

I “credits” dettagliati di ciascun film sono consultabili negli immensi archivi dell’Internet Movie Database.
L’etichetta Film Score Monthly svolge un encomiabile lavoro di recupero, pubblicando in formato CD materiale di interesse storico e artistico. Gli appassionati di “science fiction”, oltre alle innumerevoli risorse offerte da Internet, hanno a disposizione la Storia del Cinema di Fantascienza a cura di Claudia e Giovanni Mongini (Fanucci Editore), straordinaria collana in 11 volumi (10 libri più un indice generale) nella quale sono riportati TUTTI i titoli fino al 1999. - B.A.

Molte colonne sonore hanno conservato la propria forza espressiva anche una volta disgiunte dalle immagini per cui erano state concepite. Una delle canzoni più famose di tutti i tempi - Strangers In The Night, icona popolare indissolubilmente legata a Frank Sinatra - era in realtà il tema conduttore di un oscuro film diretto da Ronald Neame (A Man Could Get Killed): alla musica firmata da Bert Kaempfert vennero aggiunte le parole di Eddie Snyder e Charles Singleton, per un 45 giri che conquistò il mondo. In altri casi, una composizione (classica, rock, jazz) antecedente al film è entrata nell’immaginario collettivo dopo il felice abbinamento a qualche scena memorabile: 1) You Can Leave Your Hat On fu scritta da Randy Newman nel 1972 (Sail Away), cioè sedici anni prima che Joe Cocker ululasse di piacere per lo spogliarello di Kim Basinger (9½ Weeks); 2) nel prologo di 2001: A Space Odyssey Stanley Kubrick sintetizzò la storia dell’uomo - dai suoni gutturali all’era spaziale - impiegando magistralmente l’ouverture di un poema sinfonico di Richard Strauss (Also Sprach Zarathustra). - B.A.