Introduzione / Introduction
Listen to the Radio / Ascolta la Radio   Listen to the Radio / Ascolta la Radio   Listen to the Radio / Ascolta la Radio
THE VOICE OF MUSIC ... LA VOCE DELLA MUSICA
HOME NEW A.O.R. SOUL FUSION JAZZ ROCK PROGRESSIVE FOLK
RADIO BEATLES 10cc FRANK ZAPPA SINATRA & Co. 20th CENTURY CINEMA FOREVER YOUNG LINKS
 
 

PROGRESSIVE

Grazie a Massimo Migliori: con gusto impareggiabile e sovrana indipendenza di giudizio,
egli intuì il valore di questa musica in anticipo su tutti gli altri. - B.A.


«[...] In its tendency toward virtuosity (be it instrumental, metrical, or technogical), its interest in compositional problems for their own sake, and its ecleticism - its delight in mixing unlikely stylistic sources - progressive rock showed a predilection toward art for art's sake that is absent in most other types of contemporay popular music. This served as a constant source of irritation for many rock critics [...]»

EDWARD MACAN
Rocking The Classics: English Progressive Rock And The Counterculture
Oxford University Press


Vi invitiamo caldamente a leggere questo straordinario libro di Edward Macan. Si tratta senza dubbio della più lucida e approfondita relazione mai scritta riguardante il rock progressivo: un impressionante affresco sui clamorosi fallimenti cui è andata incontro la stampa musicale e un puntuale resoconto delle tremende responsabilità di cui si è macchiata la critica. Ci siamo trovati in disaccordo con l’autore solo su due punti. Macan sostiene infatti che qualsiasi musica, in un modo o nell’altro, vada ricondotta al contesto storico-sociale da cui ha avuto origine, al di fuori del quale perderebbe parte rilevante del proprio significato. Macan scrive: «First, no music exists outside of society [...] Second, if no music can be asocial, no music can be "timeless", either. No matter how powerfully a musical style may affect contemporaneous audiences or even listeners several generations down the road, societies change, and a time comes when every musical style loses its grasp on mass culture and enters the realm of historical artifact, to be cultivated by a smaller, more specialized audience of initiates. [...]». A nostro modestissimo avviso, il fatto che un determinato stile musicale non eserciti alcun impatto sulla cultura di massa e divenga oggetto di culto solo tra una ristretta cerchia di ascoltatori particolarmente informati nulla toglie al valore intrinseco dello stile medesimo, specialmente se, come spesso accade, questa conseguenza è causata dal grave e innegabile deterioramento del gusto generale (ricordate gli anni Ottanta?). Ancora, Macan giunge alla seguente conclusione: «[...] music exists as a form of communication between people of a certain time and, most often, a certain place. [...]». Fesserie. Si dia il caso di un musicista che componga un brano solo per il gusto di riascoltarlo in privato (come ha più volte dichiarato di fare Frank Zappa). Perché mai questa circostanza dovrebbe cambiare di una virgola la bellezza (o la bruttezza) di quella musica? A parte queste puntualizzazioni, l’acume con cui Macan elabora le proprie analisi, il garbo con cui sa porgere le obiezioni e l’abilità espositiva con cui illustra le proprie tesi fanno di questo testo un documento fondamentale per tutti gli appassionati. - B.A.


Il nome attribuito a questo genere illustra bene le caratteristiche della svolta impressa da numerose band alla musica degli anni Settanta. Il processo di trasformazione e di sviluppo avviato con dischi come Atom Heart Mother, The Yes Album, Tarkus, Thick As A Brick, ha donato al rock una dignità che lo ha fatto assurgere al rango di forma d’arte compiuta. Il panorama dell’epoca, vivacizzato anche dal contributo di alcune formazioni italiane, era animato da una corsa sfrenata verso l’originalità, da una competizione tra “creativi”, da una gara in cui l’unica regola era il talento musicale. Verso la seconda metà del decennio le legittime istanze di ribellione della gioventù britannica sfociarono in alcune tendenze musicali piuttosto rozze, sebbene pubblicizzatissime. Ai giornalisti, gran parte dei quali incompetenti e raccomandati, non sembrò vero di poter passare dalla recensione di un disco dei National Health all’analisi di costume. Sulle riviste specializzate cominciarono a fiorire espressioni intelligenti tipo “dinosauri del rock” o “manie di grandezza” per insultare gruppi come Genesis o King Crimson, mentre sulle copertine campeggiavano le acconciature a “cresta di gallo” dei protagonisti del punk. Qualche impresario furbo convinse quei poveri ragazzi che sfasciare gli strumenti sul palco fosse un gesto “trasgressivo”, evitando accuratamente di spiegare loro che il disagio giovanile era già stato raccontato più di dieci anni prima da Pete Townshend, con una profondità lirica e uno spessore musicale ben diversi: quando gli Who cantavano My Generation erano autentici! In ogni caso, l'effetto combinato della disco-music da una parte e della (cosiddetta) 'new wave' dall’altra, decretò il rapidissimo declino del progressive e la fine di una stagione musicale memorabile. Queste sono le testimonianze discografiche più significative. Si accettano volentieri critiche e suggerimenti (sul progressive, non sul punk). - B.A.

 

| A-B | C-F | G | H-I | J-L | M-Q | R-T | U-Z |

| HOME | NEW | A.O.R. | SOUL | FUSION | JAZZ | ROCK | PROGRESSIVE | FOLK | 20th CENTURY |
|
RADIO | BEATLES | 10cc | FRANK ZAPPA | SINATRA & Co. | CINEMA | FOREVER YOUNG | LINKS |