 FOLK
GARY FARR - TAKE
SOMETHING WITH YOU (1969)
GARY FARR - STRANGE
FRUIT (1970)
FAIRPORT
CONVENTION - WHAT WE DID ON OUR HOLIDAYS
(1969)

FAIRPORT CONVENTION - UNHALFBRICKING
(1969) 
 Una
copertina a prima vista indecifrabile - in realtà
geniale* - annunciava allora quello che oggi è
catalogato tra i classici del rock
con cenni sintetici ma eloquenti: disco della definitiva
maturità dei Fairport
Convention, secondo album con Sandy Denny e
predecessore del capolavoro assoluto Liege & Lief.
La cantante sigla di suo pugno due autentiche opere
darte: a) su Autopsy il raffinato
tocco del compianto Martin Lamble si amalgama al fluido
fraseggio di Richard
Thompson, in una danza delle lacrime che alterna il
5/4 a un metro più regolare; ß) già incisa
dallautrice con gli Strawbs (All Our Own Work)
e ripresa nel 1968 da Judy Collins, Who Knows Where
The Time Goes? conquista limmortalità grazie
alla nuova, emozionante interpretazione di Sandy. Scritta
da Thompson per lidilliaca voce della Denny, Genesis
Hall rivela il talento del chitarrista che, con un
magnifico repertorio personale, si confermerà anche
compositore capace di abbinare suggestive invenzioni
liriche e melodie finissime. A Sailors Life
segna lesordio in formazione del veterano Dave
Swarbrick, che dilata il solenne traditional con un lungo
assolo di violino.  Le tre cover di Bob Dylan esaltano
leclettismo dei musicisti, che passano con
disinvoltura dal testo in francese di Si Tu Dois
Partir, Va-Ten - versione tradotta di If You
Gotta Go, Go Now, pubblicata anche a 45 giri - alle
splendide armonie vocali di Percys Song,
fino allo scanzonato epilogo di Million Dollar Bash.
[P.S. - *Lespressione halfbricking
definisce quei muretti da giardino tipici della periferia
inglese e, in senso traslato, il conformismo della
piccola borghesia impersonata dallicastica coppia
in posa nella foto (i genitori di Sandy Denny): Unhalfbricking
sta proprio a indicare un rifiuto programmatico di
quellappiattimento socio-culturale. Per
sottolineare il concetto, i membri della band si fanno
ritrarre dallaltra parte del recinto.] - B.A.
FAIRPORT CONVENTION -
LIEGE
& LIEF (1969) 
In qualsiasi
classifica alla Nick Hornby che si rispetti, non può
mancare un album dei Fairport
Convention. Data la qualità pressoché uniforme dei
capolavori incisi nel biennio 1969/1970, potremmo
privilegiare e scegliere Liege & Lief in base
a tre aspetti relativi allorganico: a) è
ancora presente Sandy Denny, voce storica e indiscussa
musa della band; b) Dave Swarbrick diventa membro
ufficiale, consolidando laffiatamento con Richard
Thompson sperimentato su Unhalfbricking;
c) è appena entrato Dave Mattacks, che
imporrà il proprio strambo aspetto da secchione di
conservatorio tra i grandi batteristi inglesi. Affidate
le rifiniture al violino di Swarbrick e
alleclettica chitarra di Thompson, il gruppo
rilegge vetusti traditional britannici infondendovi
lenergia del rock per rivitalizzarli (Tam Lin;
Matty Groves) e crearne di nuovi (Come All Ye).
La virile batteria di Mattacks conduce le danze su un
vertiginoso medley strumentale (The Lark In The
Morning; Rakish Paddy; Foxhunters Jig;
Toss The Feathers), scatenando il virtuosismo dei
solisti e variando il ritmo con una bravura che
susciterà le attenzioni di John Martyn (Solid Air),
Steve Ashley
(Stroll On), Joan Armatrading
(Joan Armatrading),
Phil Manzanera (Listen Now!)
e XTC (Nonsvch). Inevitabilmente, il nitore e il
fascino della voce di Sandy risaltano soprattutto sulle
ballate: la solenne narrazione di Reynardine, il
valzer libertario di The Deserter e due splendide
melodie firmate da Thompson (Farewell, Farewell; Crazy
Man Michael). Da sempre chiodo fisso di Ashley
Hutchings, con Liege & Lief
larrangiamento elettrico del repertorio folk raggiungerà un equilibrio
mirabile, diventando idioma condiviso e stimolo artistico
per capiscuola come Steve Winwood (Traffic), Ian
Anderson (Jethro
Tull) e Maddy
Prior (Steeleye Span). - B.A.
FAIRPORT CONVENTION - FULL HOUSE
(1970) 
FOTHERINGAY -
FOTHERINGAY (1970)

7 Novembre 2012:
four more years,
Barack
Obama appena rieletto presidente, bene così, ci
mancava solo un mormone
con la valigetta delle bombe atomiche. Adesso che il
pericolo è scongiurato, per smaltire la sbornia di
palloncini, pagliette e coccarde, niente di meglio che
tornare alla cara, vecchia, saggia Europa. Al volgere del
decennio, i Fairport
Convention avevano già inciso tre capolavori (What
We Did On Our Holidays, Unhalfbricking,
Liege & Lief).
Paradossalmente, il doloroso congedo di Sandy Denny
ripaga gli appassionati depressi con una gradita doppia
strenna discografica: Full House e Fotheringay.
- B.A.
Full House - La convivenza di
troppe menti creative fa sì che il mirabile equilibrio
del 1969 si spezzi presto. Ormai paladino della
tradizione musicale inglese, Ashley
Hutchings lascia i compagni per proseguire il lavoro
di rierca con gli Steeleye Span
e poi con la Albion
Country Band. Ragioni opposte motivano la partenza di
Sandy Denny,
che vuole più spazio per le proprie canzoni. Al posto di
Hutchings arriva Dave Pegg*,
meno interessato alle questioni teoriche ma dotato di
tecnica strumentale finissima, mentre la Denny non viene
rimpiazzata. Dave
Swarbrick e Richard
Thompson raggiungono un affiatamento straordinario
nella trascinante Walk Awhile e nella lunga,
ipnotica Sloth. Ampio spazio viene concesso ai
virtuosismi su Dirty Linen e Flatback Caper.
- Antonio Vivaldi
Fotheringay
- Gli estimatori della musa del folk
britannico trovano consolazione nelleffimero ma
riuscito progetto dei Fotheringay,
una sorta di Fairport
Convention paralleli fondati da Sandy Denny e Trevor
Lucas, con gli ottimi Jerry
Donahue (chitarra elettrica) e Gerry Conway*
(batteria) capaci di rimpiazzare con successo gli
insostituibili Richard
Thompson e Dave
Mattacks. La cifra stilistica della band consiste in
uno squisito amalgama tra la chitarra acustica di Lucas,
le fluide rifiniture di Donahue e la solenne voce della
Denny. È superfluo sottolineare che i momenti migliori
dellalbum coincidono con i brani interpretati da
Sandy (Nothing More, The Sea, Winter
Winds, The Pond And The Stream, Banks Of
The Nile, Two Last Weeks In Summer, Gypsy
Davey). [P.S. - *Reclutati da Ian
Anderson, sagace cultore del movimento folk, Dave Pegg
e Gerry Conway comporranno la fenomenale sezione ritmica
dei Jethro Tull
sullo splendido Broadsword
And The Beast.] - B.A.
FAIRPORT
CONVENTION - BABBACOMBE
LEE (1971)
FAIRPORT
CONVENTION - NINE (1973)
FAIRPORT
CONVENTION - RISING FOR THE MOON (1975)
FARAWAY
FOLK - TIME AND TIDE (1972)
FARAWAY
FOLK - SEASONAL MAN (1975)
BILL FAY - BILL
FAY (1970)
BILL FAY - TIME
OF THE LAST PERSECUTION (1971)
BILL FAY - TOMORROW
TOMORROW AND TOMORROW (1978/1981)
5 HAND REEL - 5
HAND REEL (1972)
5 HAND REEL - FOR
A THAT (1977)
5 HAND REEL - EARL
OMORAY (1978)
CHRIS FOSTER - LAYERS
(1977)
CHRIS FOSTER - ALL
THINGS IN COMMON (1979)
DONNIE FRITTS - PRONE TO
LEAN (1974)
FINBAR
& EDDIE FUREY - FINBAR & EDDIE FUREY
(1968)
FINBAR
& EDDIE FUREY - THE LONESOME BOATMAN
(1969)
FINBAR
& EDDIE FUREY - DAWNING OF THE DAY
(1972)
FUREY
BROTHERS & DAVEY ARTHUR - EMIGRANT
(1977)
FUREY
BROTHERS & DAVEY ARTHUR - MORNING ON A
DISTANT SHORE (1977)
FUREY
BROTHERS & DAVEY ARTHUR - STEAL AWAY
(1983)
DICK GAUGHAN - NO MORE
FOREVER (1972)
DICK GAUGHAN - KIST
OGOLD (1977)
DICK GAUGHAN - COPPERS
& BRASS (1977)
DICK GAUGHAN - GAUGHAN
(1978)
DICK GAUGHAN
- HANDFUL OF EARTH (1981)

Un punto
darrivo per tutto il folk
scozzese: il ritmo è quasi sempre lento e gli
arrangiamenti, come al solito, spogli, ma tutti i brani
sono sostenuti da una straordinaria intensità interiore.
- Antonio Vivaldi
Ove mai concepiste ancora
lantiquata, romantica ipotesi di un album per
(quasi) sole voce e chitarra, Handful Of Earth
merita la vostra attenzione. Lappartenenza
convenzionale al genere folk è un
dettaglio secondario, a fronte della forza espressiva con
cui Dick Gaughan
elabora lidioma fluido e sfuggente della
tradizione: il timbro virile, la pronuncia strascicata e
una solida tecnica strumentale esaltano la lettura di
pagine a cui il tempo, per paradosso, sembra donare
maggiore attualità (Erin-Go-Bragh, Now Westlin
Winds, The Snows They Melt The Soonest, Song
For Ireland, Workers Song). Stupenda
linterpretazione di World Turned Upside Down,
scritta da Leon
Rosselson. - B.A.
DICK
GAUGHAN & ANDY IRVINE - PARALLEL
LINES (1982) 
TOM GILFELLON - IN
THE MIDDLE OF THE TUNE (1976)
STEFAN GROSSMAN featuring
JOHN RENBOURN - ACOUSTIC GUITAR
(1978)
STEFAN GROSSMAN & JOHN
RENBOURN - THE THREE KINGDOMS (1987)
GERRY HALLOM - TRAVELLIN
DOWN THE CASTLEREAGH (1981)
GERRY HALLOM - A RUN
A MINUTE (1984)
MICK HANLY - A
KISS IN THE MORNING EARLY (1977)
MICK HANLY - AS I WENT OVER
BLACKWATER (1980)
COLIN HARE - MARCH HARE ...
PLUS (1971)
EMMYLOU HARRIS - PIECES
OF THE SKY (1975)
EMMYLOU HARRIS - ELITE
HOTEL (1975)
EMMYLOU HARRIS - LUXURY
LINER (1977)
EMMYLOU HARRIS - QUARTER
MOON IN A TEN CENT TOWN (1978)
EMMYLOU HARRIS - BLUE
KENTUCKY GIRL (1979)
EMMYLOU HARRIS - LIGHT
OF THE STABLE (THE CHRISTMAS ALBUM) (1979)
EMMYLOU HARRIS - ROSES
IN THE SNOW (1980)
EMMYLOU HARRIS - EVANGELINE
(1981)
EMMYLOU HARRIS - CIMARRON
(1981)
JANCIS HARVEY - A PORTRAIT
OF JANCIS HARVEY (1976)
HEDGEHOG PIE - HEDGEHOG
PIE (1974)
HEDGEHOG PIE - THE
GREEN LADY (1975)
HEDGEHOG PIE - JUST
ACT NORMAL (1978)
HORSLIPS - HAPPY
TO MEET, SORRY TO PART (1972)
HORSLIPS - THE
TAIN (1973)
HORSLIPS - DRIVE
THE COLD WINTER AWAY (1975)
CATHERINE HOWE - WHAT
A BEAUTIFUL PLACE (1971)
ALAN HULL - PIPEDREAM
(1973)
ALAN HULL - SQUIRE
(1975)
ALAN HULL - PHANTOMS
(1979)
HUNTER
MUSKETT - EVERY TIME YOU MOVE
(1970)
HUNTER
MUSKETT - HUNTER MUSKETT (1973)
NEIL INNES - HOW
SWEET TO BE AN IDIOT (1973)
NEIL INNES - TAKING
OFF (1977)
NEIL INNES - THE
INNES BOOK OF RECORDS (1979)
NEIL INNES - OFF
THE RECORD (1982)
ANDY IRVINE - RAINY SUNDAYS
... WINDY DREAMS (1978)
JACK THE LAD - THE
OLD STRAIGHT TRACK (1974)
JACK THE LAD - ROUGH
DIAMONDS (1975)
JOHN JAMES - JOHN
JAMES (1971)
BERT JANSCH - BERT JANSCH (1964)
BERT JANSCH / JOHN RENBOURN - BERT AND
JOHN (1966)
BERT JANSCH - JACK ORION (1966)
BERT JANSCH - MOONSHINE (1973)
BERT JANSCH - L.A.
TURNAROUND (1974)
BERT JANSCH - A RARE
CONUNDRUM (1974)
BERT JANSCH - AVOCET (1979)

 La
figura di Bert
Jansch ha varcato da tempo i confini settoriali del
circuito folk, per diventare icona
della musica britannica tout court.
Daltro canto, pur condividendo lenfasi con
cui la stampa lo cita e ne scrive, molti ascoltatori
prediligono la dimensione strumentale della sua arte.
Anche noi. Ecco perché consideriamo Avocet il
capolavoro del chitarrista scozzese: un gioiello da
custodire accanto a Strict Tempo! di Richard
Thompson, altro disco di genere atipico e
prezioso. Inciso in trio con Danny Thompson
(contrabbasso) e lex-Dando Shaft Martin
Jenkins (violino, flauto), lalbum si compone di sei
brani essenzialmente acustici dedicati ad altrettanti
uccelli lacustri e marini. I ritmi fluttuanti scanditi
dal pizzicato di Thompson senza lausilio delle
percussioni simboleggiano lancestrale esodo dei
volatili che, stagione dopo stagione, si accingono a
guadare specchi dacqua grandi e piccoli. Sulla
lunga suite eponima - Avocet (Avosetta) - Jenkins
espone le diverse melodie alternando archetto e chiavi,
sostenuto da una fitta rete armonica tesa dai due
partner. Bittern (Tarabuso) prende forma da un
arpeggio in ¾ sul quale si innestano sobri ricami
elettrici. Condotto dal violino, lo splendido, assorto
tema di Kingfisher (Alcione / Martin Pescatore)
entrerà stabilmente nel repertorio live di Jansch.
Jenkins firma lo spartito di Osprey (Ossifraga /
Procellaria), impetuoso stormo di accordi minori su cui
il dialogo fra solista e leader si fa ancora più
incalzante. Kittiwake (Gabbiano) ispira un
cantabile, elegiaco omaggio al sea bird per
eccellenza. Lapwing (Pavoncella) è un breve
interludio per solo piano. Dotte ed esaurienti le note di
copertina scritte da Colin Harper,
scrupoloso biografo del menestrello di Glasgow (Dazzling Stranger: Bert Jansch And
The British Folk And Blues Revival). [P.S. -
Accanto a ciascun titolo originale abbiamo messo tra
parentesi la traduzione in Italiano.] - B.A.
BERT JANSCH - THIRTEEN
DOWN (1980)
 Tre amici al pub, un ospite e una fanciulla.
Chiacchiere, birra, sigarette e musica. Bert
Jansch approda ai mefitici anni Ottanta in splendida
forma: non cambia una virgola del proprio stile, si
pulisce il culo con le mode correnti, recluta
collaboratori fedeli e motivati, sceglie la retta via
della qualità
così come fu intesa da Robert
M. Pirsig. Ne risulta un album di canzoni serene ma
intense, discrete ma indelebili. Sullonda di
unemozione temporanea - come tale legata al
contesto e allumore - segnaliamo gli squisiti
arrangiamenti di Let Me Sing, Where Did My Life
Go, Nightfall, Down River, In My
Mind, Time And Love, in cui limpasto tra
gli arpeggi di Jansch, le rifiniture di Martin Jenkins
(mandoloncello, violino, flauto), lenergia motrice
di Nigel Portman-Smith (basso, piano elettrico,
fisarmonica) e Luce Langridge (batteria) sprigiona un
irresistibile aroma folk/jazz. Il diletto
dellascoltatore si impenna in occasione dei due
pezzi strumentali (Bridge, Una Linea Di
Dolcezza), entrambi riconducibili alle atmosfere del
sublime Avocet, e
di un traditional affidato alla magica voce di Jacqui
McShee (If I Had A Lover). Bert è mancato il
5 Ottobre 2011: celebriamone la memoria recuperando i
suoi dischi. [P.S. - Esiste anche una terza
copertina relativa alla stessa serie di scatti
fotografici.] - B.A.
BERT JANSCH - PEOPLE ON
THE HIGHWAY: A BERT JASCH ENCOMIUM (2000)
NIC JONES - BALLADS
AND SONGS (1970)
NIC JONES - NIC
JONES (1971)
NIC JONES - THE
NOAHS ARK TRAP (1977)
NIC JONES - FROM
THE DEVIL TO A STRANGER (1978)
NIC JONES - PENGUIN
EGGS (1980) 
La luce livida di un
pomeriggio inglese. Quattro passi per le vie di Clapham
North. Una pinta di Guinness al pub. Soprattutto,
unillimitata libertà di espressione. Il lascito
più prezioso del decennio appena trascorso era proprio
quello: loccasione di incidere - e pubblicare - un
disco come Penguin Eggs in pieno regime 'new
wave'. Nic Jones ci restituisce una Londra non ancora
insudiciata dalla sciatteria coatta degli zombie punk. La
sua voce velata di spleen e una prodigiosa chitarra
acustica ne fanno un campione del folk più raffinato e
meno oleografico. Lalbum contiene almeno tre
elementi che potrebbero conquistare allistante
profani e curiosi: il plastico arpeggio introduttivo di Canadee-I-O;
il coro nostalgico e struggente di The Little Pot
Stove; larticolato gioco strumentale di Planxty
Davis, che suggerisce il recupero di un altro
splendido album dal fascino antico, Strict Tempo!
di Richard
Thompson. - B.A.
Più romantico nellispirazione e
più suadente nei toni rispetto a Martin Carthy, Nic
Jones possiede una tecnica strumentale tanto
sofisticata quanto calda e avvolgente: egli costruisce
accompagnamenti che in apparenza si allontanano dalla
melodia vocale e in realtà la completano in modo sottile
e originale. Richiestissimo come chitarrista, Jones ha
dato un contributo enorme ad album entrati nella storia
del genere (Airs And Graces;
Silly Sisters). Penguin
Eggs è uno dei vertici di tutta la musica acustica
inglese, nonché disco folk del 1980 per Melody Maker.
Lipnotica apertura strumentale di Canadee-I-O è
memorabile. La magnifica versione di Farewell To The
Gold, del neozelandese Paul Metsers, dimostra come
Nic stesse sviluppando un crescente interesse per la
canzone dautore (in quel periodo si dichiara
ammiratore degli Eagles). Unevoluzione di grande
fascino, che il terribile incidente stradale di due anni
dopo (26 Febbraio 1982) rallenterà irrimediabilmente. - Antonio
Vivaldi
WIZZ JONES - WIZZ
JONES (1969)
WIZZ JONES - THE
LEGENDARY ME (1970)
WIZZ JONES - RIGHT
NOW (1972)
WIZZ JONES - WHEN
I LEAVE BERLIN (1974)
WIZZ JONES / LAZY FARMER - LAZY
FARMER (1975)
WIZZ JONES - HAPPINESS
WAS FREE (1976)
WIZZ JONES - MAGICAL
FLIGHT (1977)
WIZZ JONES - THE
GRAPES OF LIFE (1987)
JONATHAN KELLY - TWICE
AROUND THE HOUSES (1972)
JONATHAN KELLY - WAIT
TILL THEY CHANGE THE BACKDROP (1973)
JOHN KIRKPATRICK & SUE
HARRIS - THE ROSE OF BRITAINS ISLE
(1974)
JOHN KIRKPATRICK & SUE
HARRIS - AMONG THE MANY ATTRACTIONS AT THE SHOW
WILL BE A REALLY HIGH CLASS BAND (1976)
JOHN KIRKPATRICK & SUE
HARRIS - SHREDS AND PATCHES (1977)
JOHN KIRKPATRICK & SUE
HARRIS - FACING THE MUSIC (1980)
JOHN KIRKPATRICK & SUE
HARRIS - STOLEN GROUND (1989)
LEO KOTTKE - 6-
AND 12-STRING GUITAR (1969)

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